Mafia capitale, siamo solo all’inizio. Marino domani dal Prefetto di Roma

marino-pecoraro10Riguardo all’inchiesta sulla mafia romana, il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, nel sottolineare il fatto che dovrà ancora riferire al ministro dell’Interno Angelino Alfano, ha dichiarato “In virtù di di questo quadro della situazione non ancora definito è prematuro parlare di cose già decise. Per il Campidoglio, allo stato, non è stato deciso nessun invio di commissari prefettizi con compiti ispettivi”.

“Dopo la valutazione delle carte d’inchiesta” ha continuato il Prefetto ” o un accesso agli atti, o lo scioglimento o una terza via che prevede di non intervenire essendo in corso l’attività giudiziaria”.

In settimana dunque inizierà il calvario per molti personaggi coinvolti e indagati. Marino incontrerà il prefetto martedì 9 e non ha intenzione alcuna di dimettersi.

Dalla sua parte c’è anche il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi che ha puntualizzato E’ giusto individuare le responsabilità, ma attenzione a tirare in mezzo il Comune di Roma, per arrivare al commissariamento ci vogliono estremi di legge precisi e qui non ci sono estremi. Marino deve restare e governare bene.

Fra i nomi eccellenti, vi è pure quello del presentatore Teo Mammuccari, intercettato al telefono il 25 giugno 2013, mentre parlava col romano Giovanni De Carlo, coinvolto nell’inchiesta “Mondo di mezzo”.

Lo showman si sarebbe rivolto al singolare personaggio per procurarsi sostanze dopanti per andare in palestra, a Miami, in quanto troppo magro per essere un uomo di spettacolo. Per lui non sussiste l’accusa di associazione a delinquere a stampo mafioso, ma di intestazione fittizia di beni. 

Mammuccari ha altresì dichiarato di non essere a conoscenza delle attività poco chiare di “Giovannone” e di essersi rivolto a lui in quanto l’ex pugile lo avrebbe consigliato nella giusta scelta delle sostanze necessarie a “crescere” a livello fisico. Sostanze innocue – a detta del presentatore- che di canto suo mostra un fisico non alterato dai farmaci.

Altro losco figuro sarebbe il “cecato” Massimo Carminati, uno dei primi nomi emersi dall’inchiesta.

Della sua militanza presso i Nar e la Banda della Magliana, non fa mistero è così parla di Franco Giuseppucci, detto il negro, dicendo che lui, sìera uno degli uomini più liquidi di Roma” ma in fondo, quella della Magliana, era una banda di accattoni, straccioni, per carità sanguinari, perché sammazzava la gente così, senza manco discutere, la mattina si decideva se uno doveva ammazzare qualcuno la sera”. 

Carminati aggiunge Io ero politico, schioppavo dieci banche al mese. Sono diventato, secondo loro, uno della Banda della Maglianamentre io ero soltanto amico. Io ero politico, facevo politica a quei tempi. Poi la politica ha smesso di essere politica: è diventata criminalità politica, perché cera una guerra a bassa intensità, prima con la sinistra e poi con lo Stato. Cavevo contatti con la Banda della Magliana perché lunico vero capo che c’è mai statoGiuseppucci, era un mio caro amico, abitava di fronte a casa mia. Poi quando lhanno ammazzato cho avuto una sorta di rapporti, con tutti sti cialtroni, ma loro vendono la droga, io la droga non lho mai venduta, non mi ha mai interessato”.

di Simona Mazza

foto: affaritaliani.it

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