Le memorie dell’ombra, il romanzo d’esordio di Jacopo Montrasi

Jacopo Montrasi è nato e cresciuto nella provincia di Milano, scrive per molti anni fissando solo su piccoli quaderni i propri pensieri. Dopo aver vissuto un’adolescenza turbolenta e una giovinezza inquieta, diventa leader di una rock band con la quale ottiene discreti risultati e un contratto con un’agenzia. Scrive da sempre, dice, per esigenza personale. Abbandonati i palchi, nell’agosto 2016 partecipa a un Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa breve con il racconto La Fotografia, ottenendo il secondo posto. Nell’anno successivo, i suoi racconti conquistano numerosi riconoscimenti, tra cui la Menzione d’Onore Premio Internazionale “Thesaurus-Albarella”, il Terzo Premio Concorso Nazionale Leggiadramente, il Premio Comune di Livorno nel Concorso Nazionale “Città di Livorno” e la Menzione di Pregio Concorso Nazionale “Città di Cologna”. Le memorie dell’ombra è il suo romanzo thriller d’esordio, nato dall’idea di ampliare e donare una nuova veste a una storia che, da sempre, risiede nella sua mente. Lo abbiamo intervistato per InLibertà.it

Le memorie dell’ombra è il tuo romanzo d’esordio ed è stato scelto per aprire la  nuova collana Ira di Bertoni. Che effetto ti fa?

È un grande onore, e una grande emozione, che condivido con Patrizia Calamia, una scrittrice di talento della quale consiglio vivamente la lettura. Devo dire che all’inizio ero fiero ma anche intimorito della scelta: molta gente del mestiere aveva deciso di investire tempo e risorse su un autore come me, praticamente sconosciuto, e il timore di deludere le loro aspettative si è fatto sentire. Poi, quando sono arrivati i primi commenti e le prime recensioni, il ghiaccio si è sciolto. Il romanzo piace, i lettori mi inviano messaggi pieni di entusiasmo, mi chiedono quando scriverò il prossimo, vogliono dediche personalizzate sulla prima pagina del libro! È veramente strano: non avrei mai immaginato potesse capitarmi una cosa del genere.

Sappiamo che questa tua opera ha avuto una genesi un po’ particolare. Ce la vuoi spiegare?

Sì. In effetti, tutto è nato dalla paura. Tre anni fa una serie di indizi mi portarono a credere di avere un tumore. Dovetti fare degli accertamenti, ma l’attesa dei risultati fu devastante. In quel periodo scrivevo incessantemente, vomitando paura e angoscia ovunque potessi appoggiare una penna. Alla fine tutto si risolse in una bolla di sapone, ma le riflessioni che avevano riempito la nevrastenia dell’attesa echeggiavano ancora nella mia mente, senza tregua. Fu in quel momento che scrissi le prime, spaventate righe de Le Memorie dell’Ombra.

Questo libro non è un giallo classico, ha qualcosa in più. Come lo definiresti se dovessi orientare meglio il lettore?

Se dovessi categorizzare Le Memorie dell’Ombra, credo lo definirei un thriller emozionale, psicologico. Certo, lo sviluppo del romanzo è legato a una serie di omicidi efferati, ma il fulcro, la linfa stessa di ogni pagina sono le emozioni dei protagonisti, il loro pensiero, il loro punto di vista sulla vicenda. Le Memorie dell’Ombra è caratterizzato da un costante cambio di visione. Come dire, immaginate di osservare un oggetto: solo esaminandolo da tutti i lati potreste avere una definizione precisa della sua forma reale. Lo stesso principio vale per le vicende narrate nel romanzo: solo comprendendo i vari punti di vista si otterrà una percezione realistica della realtà. In fondo, come disse qualcuno: dal punto di vista di una tenia l’uomo fu creato da Dio per soddisfare l’appetito delle tenie.

Raccontaci chi è Achille Centanni, il protagonista di Memorie dell’ombra.

Achille Centanni è uno psicotanatologo. Il suo lavoro consiste nell’offrire sostegno psicologico davanti alla morte, sia per i pazienti terminali che per i loro parenti. Centanni combatte ogni giorno con il nemico atavico dell’uomo: l’essere mortale. Avere una fine. Un termine. Le domande alla quali deve rispondere sono sempre le stesse, pronunciate da ogni bocca, sospirate in ogni gemito: perché devo morire? Perché proprio a me? Esiste qualcosa, dopo? Quando la morte recide il capo di un bambino all’alba della vita, Achille Centanni perde i suoi valori. Comincia quindi una discesa verso la parte più nera della sua anima, l’Ombra, che lo porterà a ribaltare la sua visione della vita, e della morte stessa.

Dicci qualcos’altro della trama. Giusto per stimolare la curiosità dei lettori (mi raccomando non spoilerare).

Il libro è diviso in due parti. La prima si sviluppa su due piani paralleli, nominati Espiazione e Misericordia. Nell’Espiazione conosceremo la squadra omicidi impegnata nella ricerca di uno spietato serial killer, il “Traghettatore”. Nel secondo, Misericordia, seguiremo le vicende di Achille Centanni, psicotanatologo nel rinomato hospice San Luigi. I due piani, inizialmente indipendenti, lentamente si avvicineranno fino a toccarsi, guidando il lettore alla fine della prima parte del libro. Nella seconda parte i capitoli sono nominati seguendo le cinque fasi di elaborazione del lutto proposte dalla psicoanalista Elisabeth Kübler Ross: negazione, rabbia, contrattazione, depressione e accettazione. Il punto di vista cambia, e, con esso, la realtà stessa del romanzo. Le indagini cambiano piano di lettura, passano da protagoniste della scena a sfondo  davanti al quale i personaggi mettono a nudo il nero che lacera le loro anime.

Le memorie dell’ombra – Bertoni Editore – Ira

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