L’Auto non parte: ferma l’industria

Potrebbe sembrare un ossimoro questo nostro titolo, però i dati di vendita per le auto nuove immatricolate in Italia nel periodo Agosto – Ottobre del 2018 segnano una brusca e preoccupante frenata. Potremmo pensare che si tratti della classica frenata della vendita di auto nuove, come era successo nello stesso periodo del 2017, ma purtroppo quest’anno la situazione appare diversa.

I dati parlano chiaro: a ottobre 2018 sono stati immatricolate 147.753 veicoli contro i 160.518 di ottobre 2017, con un calo del 8%; a settembre 2018 sono state immatricolati 125.963 veicoli, contro i 169.087 del 2017, con un marcato – 25,5%; ad agosto il 2018 ha registrato un dato in controtendenza immatricolando 92.345 veicoli rispetto agli 84.524 del 2017, con + 9,3%. Potrebbe sembrare un caso, ma invece vi è una ragione: ad agosto le concessionarie hanno immatricolato a km 0 le ultime autovetture che rispettano la classe di emissioni Euro 6C, non più producibili da settembre 2018. Infatti i dati confermano che nel periodo gennaio 2018 – ottobre 2018 sono stati immatricolati 1.649.678 veicoli, contro 1.705.945 dello stesso periodo 2017, registrando un calo del 3,3%.

Perché questo crollo, e perché l’industria?

Il crollo principale è dovuto ad un velo di incertezza che la politica ha posato sul futuro dell’auto privata, nelle grandi città le amministrazioni locali bloccano già alcune classi di veicoli, per arrivare ad escludere dalla circolazione i mezzi privati entro il 2030 o il 2035. Il “nemico” è il motore diesel, considerato il colpevole dell’inquinamento, ma non gli ultimi Euro 6d, che però non decollano nelle vendite, perché dopo il diesel gate sono stati introdotti nuovi cicli di omologazione, che hanno colto le case automobilistiche impreparate, non riuscendo ad offrire un numero di veicoli pari alla domanda da parte della clientela.

La politica vorrebbe accelerare la diffusione dell’auto elettrica, ma non supportando un’eventuale fase di transizione con opportuni incentivi pubblici, sperando che siano le case automobilistiche ad adoperarsi con propri incentivi; in realtà non è soltanto il prezzo di un’auto elettrica ancora troppo alto, per esempio una Nissan Leaf Visa Plus ha un listino di euro 34.370 (fonte: listino rivista Al Volante n.12 dicembre 2018) più oneri di immatricolazione, offrendo un’autonomia di circa 270 km, pur essendo una delle migliori auto elettriche in commercio. In Italia manca una vera infrastruttura per l’elettrico che al momento nessuno vuole finanziare.

I soggetti privati, che in questo caso sono le famiglie, le società e le flotte a noleggio, hanno paura di comprare un bene che potrebbe non poter circolare tra pochi anni, ricordiamo che soprattutto per le famiglie l’auto viene sostituita mediamente ogni 11 anni, le società e le flotte di noleggio non vogliono rischiare di vedere deprezzato eccessivamente un bene se non a fronte di canoni di noleggio più onerosi per i clienti, che provocherebbero una perdita di clientela e di profitti.

L’industria cala in conseguenza delle limitazioni al traffico, perché in Europa il settore auto impegna migliaia di operatori, risultando essere una voce significativa del PIL in molti paesi come in Italia, Francia e Germania, e i paesi dell’est Europa, dove oggi nelle fabbriche vengono adoperati strumenti come la sospensione di produzione, in attesa di certezze; non producendo le fabbriche non si muove la catena virtuosa dell’industria e ciò frena e blocca anche il PIL come ha evidenziato l’economia tedesca, che nel terzo trimestre segna un calo dello 0,2% rispetto ai trimestri precedenti, la causa come evidenzia il ministro dell’economia tedesco:”E’ da ricercarsi nel settore auto da sempre trainante per l’economia tedesca. Le aziende automobilistiche hanno avuto difficoltà nell’adeguarsi ai nuovi e più stringenti standard anti-inquinamento”.

L’incertezza politica, o la scarsa preparazione di alcuni politici, danneggia l’economia in modo drastico, facendo ricadere come sempre i costi sulla popolazione, innescando processi che potrebbero essere irreversibili.

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.