L’amicizia ideale in “L’amico ritrovato”

amico

«Ricordo il giorno e l’ora in cui per la prima volta posai gli occhi su questo ragazzo che sarebbe stato fonte della mia più grande felicità e della mia più grave disperazione». Con questa frase Hans Schwartz introduce l’incontro che ha rappresentato una vera e propria svolta nella sua vita. Siamo tra le pagine di L’amico ritrovato di Fred Uhlman. È il 1932 e al liceo classico Karl Alexander Gymnasium di Stoccarda arriva un nuovo alunno, Konradin von Hohenfels. Il ragazzo con la sua eleganza e la sua raffinatezza riesce a attirare l’attenzione di tutti i compagni; in particolare quella del giovane Schwartz, protagonista e voce narrante del romanzo.

Bellezza, rarità e diversità

Hans è «figlio di un medico ebreo, nipote e bisnipote di rabbini, di una famiglia di piccoli bottegai e di mercanti di bestiame». Konradin invece è il giovane rampollo di una famiglia nobile entrata a pieno titolo nella storia nazionale tedesca. Apparentemente non c’entrano nulla l’uno con l’altro, ma le loro anime sono affini. Il loro legame nasce da una simpatia spontanea in cui la bellezza, la rarità e la diversità hanno un ruolo fondamentale: «il portamento altero, i modi, l’eleganza, la bellezza (chi può essere del tutto insensibile alla bellezza?) mi ispiravano fortissima la convinzione di avere finalmente trovato in lui [Konradin] una persona all’altezza del mio ideale d’amicizia».

Hans e Konradin sono come due artisti che vivono del desiderio di circondarsi di cose belle, uniche e di sostanza. Dopo la scintilla iniziale il loro rapporto si fortifica attraverso interessi in comune quali la numismatica, le passeggiate in luoghi selvaggi e la poesia, in particolare quella di Hölderlin. Interessi che a loro volta hanno molto a che fare con la bellezza e la rarità, e che rendono questi due ragazzi simili tra loro ma diversi dalla maggior parte dei loro coetanei.

Dal torpore alla vita

Prima dell’incontro con Konradin, Hans era perso in un perenne dormiveglia. Un torpore determinato da un grigiore che pervade tutte le cose: il cielo plumbeo di Stoccarda, i muri ammuffiti dell’aula di scuola, le schiene dei compagni, i loro cappotti umidi, il viso olivastro dell’insegnante Zimmermann… L’arrivo del conte von Hohenfels spezza la monocromia e introduce nell’aula di scuola una nuova gamma di colori vividi e brillanti. I capelli d’oro, le mani bianche, la camicia azzurra, la cravatta blu a pallini bianchi, il grigio chiaro dell’abito che richiama l’argento… Colori nobili, da principe delle fiabe. 

Hans ne resta ammaliato. Finalmente il suo animo sensibile e intelligente esce dal torpore e ritorna alla vita. Dopo anni di rapporti labili con compagni banali, nel «Nuovo Venuto» vede la possibile realizzazione del suo alto ideale d’amicizia. «Fino al suo arrivo non avevo avuto amici. Non c’era nella mia classe un solo ragazzo che secondo me non si rivelasse inferiore al mio ideale romantico d’amicizia, non uno che ammirassi davvero, per cui fossi disposto a morire, che potesse capire la mia esigenza di totale fiducia, lealtà e abnegazione. Tutti mi facevano l’effetto di svevi più o meno goffi, alquanto banali, pieni di salute e privi di immaginazione».

Un ideale romantico di amicizia

L’amicizia ideale per Hans è un sentimento nobilissimo e totalizzante, dove si condivide tutto e ci si difende a ogni costo. Si tratta di un sentimento che ha tutto l’ardore adolescenziale e a tratti viene descritto quasi come un innamoramento, ma senza alcuna implicazione sessuale. È puro altruismo ma anche sano egoismo, in quanto l’uno costituisce la felicità dell’altro.

Alla fine del III capitolo Hans afferma: «Qualche volta i ragazzi tra i sedici e i diciotto anni uniscono a un’innocenza ingenua e a una raggiante purezza di corpo e di spirito un impulso appassionato verso una devozione e un altruismo assoluti. Questa fase di solito è di breve durata, ma per la sua intensità e unicità rimane una delle più preziose esperienze della vita». E sarà proprio in virtù dell’intensità di questo affetto unico e intenso che  l’amicizia tra l’ebreo e il nobile tedesco resisterà agli urti della storia. Ci sarà il Nazismo e le loro origini li destineranno a fronti opposti. Rischieranno di perdersi, ma alla fine i loro spiriti troveranno il modo di riallinearsi sull’onda del dissenso e della giustizia. 

Foto di Mystic Art Design da Pixabay

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