L’americano e la mangiamosche: Arthur Conan Doyle tra scienza e soprannaturale

doyle

Quando pensiamo a Arthur Conan Doyle il primo personaggio che ci viene in mente è Sherlock Holmes. Il famoso investigatore privato è dotato della freddezza tipica dello scienziato e riesce a risolvere i casi più intricati grazie all’operato delle sue infallibili cellule grigie. Nella narrazione delle sue avventure, Conan Doyle — laureato in medicina e vissuto in epoca positivista — esprime una grande fiducia nella scienza. La fede scientifica percorre tutta l’opera dell’autore, ma specialmente nella produzione giovanile troviamo anche  alcuni racconti che sconfinano nel territorio del Soprannaturale.

Si tratta di racconti brevi per lo più antecedenti alle opere di successo. Molte di queste storie traggono ispirazione da fatti (reali o inventati) noti nell’ambiente culturale dell’Inghilterra vittoriana. Per esempio Il racconto dell’americano (titolo originale The American Tale, pubblicato sul London Society nel 1880) tratta della gigantesca pianta mangiauomini nota come mangiamosche, che stando a un resoconto di William Ellis cresceva in una radura segreta della giungla. Conan Doyle colloca la pianta in Arizona, nel contesto di una vegetazione grottesca che ricorda un po’ il Wonderland di Lewis Carrol, con l’«erba che t’arriva sopra la testa» e le «orchidee che sembrano ombrelli». 

Un racconto da Far West

Siamo nel periodo della colonizzazione dell’Ovest e la storia che l’americano J.A. racconta ai membri di uno «pseudo circolo letterario» inglese ha tutte le caratteristiche di un racconto del Far West.  Siamo molto lontani dalle elucubrazioni holmesiane nella casa di Baker Street. J.A. parla di pistoleri, di provocazioni, di zuffe, di omicidi gratuiti a colpi di rivoltella. Protagonisti della vicenda sono il perfido Joe Hawkins detto Alabama Joe e il britannico Tom Scott chiamato il Serpente. Alabama Joe è un violento che va in giro a cercare guai e non ha nessun problema a uccidere. Scott è un uomo apparentemente mite che reagisce solo quando l’altro offende la sua madre patria. 

Dopo che Tom Scott umilia pubblicamente Alabama Joe al bar Simpson, tutti sono convinti che quest’ultimo lo ucciderà. Ma ecco che si affaccia l’imprevisto. Mentre Alabama Joe si nasconde nel Burrone delle Pigliamosche per tendere un agguato a Scott, una mangiamosche si chiude su di lui, divorandolo. Un evento inquietante e straordinario che J.A all’inizio del racconto riassume con un generico «cose eccezionalmente strane». E sono proprio l’eccezionalità e la stranezza a rendere la narrazione interessante per i colti membri dello pseudo-circolo.

Il sovrannaturale: un mondo tutto da esplorare

Per gli uomini di scienza il soprannaturale è un territorio attraente tutto da esplorare, un po’ come per il giovane Conan Doyle lo era lo Spiritismo. Affascinante è anche lo stesso J.A., figura misteriosa e indefinita che viene dal lontano Nevada, che forse si chiama Jefferson Adams e che si presenta al circolo poche volte per poi scomparire per sempre come inghiottito dalle tenebre. A fronte della conoscenza derivata dagli studi propria dei membri dello pseudo-circolo egli pone il valore dell’esperienza: «non ho pregiudizi contro i vostri scienziati. Mi piace e rispetto chi sa riconoscere ogni animale e ogni pianta, […] appioppandogli uno di quei nomi che ti lasciano a bocca aperta; ma se volete dei fatti veramente interessanti […] allora andate dai vostri balenieri, dai vostri pionieri, dai vostri esploratori e dalla gente di Hudson Bay, gente che sa a malapena scrivere il proprio nome». 

Al di là della visione fin troppo manichea che contrappone la scienza all’ignoranza come sinonimo di vita vera, J.A esorta a alzare la testa dai libri e partire all’avventura. Invita i suoi interlocutori a seguirlo nel selvaggio west, nel caos di una terra senza legge, in un mondo dove una semplice dionaea (nome scientifico della mangiamosche) diventa un mostro enorme capace di divorare un uomo. E anche se il dubbio che l’americano sia «un uomo pratico e sincero» oppure «il bugiardo più originale mai esistito al mondo» resta, poco importa. Ciò che importa è l’esperienza di un racconto straordinario che non vuole davvero mettere in forse le certezze della scienza, ma solo intrattenere e divertire. 

Foto di prettysleepy1 da Pixabay

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.