L’acqua vale oro. Liquido

Chi ne ha in abbondanza – gli oceani, da desalinizzare -, chi invece vive in condizioni di progressive siccità, con il rischio di annotare 700 milioni di persone costrette a lasciare le zone desertificate del pianeta

A tutti sarà capitato di leggere o sentir dire che il bisogno d’acqua cresce a dismisura e sta diventando uno dei problemi più drammatici per la nostra sopravvivenza sulla Terra. Ma com’è possibile, visto che tutti sappiamo che i mari ricoprono più di 2/3 del nostro pianeta?  D’accordo, è acqua salata, ma la desalinizzazione è una tecnologia cui faceva già cenno Aristotele, ed è alla nostra portata da alcune centinaia di anni. 

Moriremo di sete?

Qualcosa di vero circa il pericolo deve pur esserci, tant’è che il 22 marzo di ogni anno l’ONU celebra una giornata mondiale per l’acqua, e dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile individuati come necessari, sempre dalle Nazioni Unite, l’acqua occupa la sesta posizione preceduta da povertà, fame, salute, istruzione, parità di genere, e seguita da altre cose di poco conto come lavoro, uguaglianza, sicurezza, e via discorrendo.

Allevamenti

Ma in ultima analisi cosa facciamo con l’acqua, a parte berla? Praticamente tutto. L’acqua è indispensabile per l’agricoltura e per l’allevamento, che ne consuma il 70%; per l’industria e l’energia (il 20%) e per i consumi domestici e pubblici (il restante 10%). Impressiona quanta acqua occorra per produrre un Kg di carne bovina: 15.415 litri di acqua. Non c’è la virgola dopo il 15, si tratta di quindicimila e passa litri perché bisogna tener conto di tutti gli usi connessi compresa l’acqua piovana usata per la coltivazione delle materie prime per alimentare gli animali. Se può consolarci In Italia pare vada un pochino meglio (circa 11.500 litri di acqua per 1 kg. di carne). 

Sono comunque molte le ragioni per le quali l’acqua, che già oggi manca con gravi conseguenze in alcune aree del pianeta caratterizzate da un clima più secco, rischia di diventare in poche decine di anni un problema assai grave dalla cui soluzione può dipendere la sopravvivenza dell’umanità.

Previsioni

Per esempio: tutte le previsioni circa la quantità d’acqua di cui necessitiamo evidenziano una forte crescita in ragione dell’aumento della popolazione sul nostro pianeta (80 milioni in più ogni anno!) oltre che per le conseguenze dei cambiamenti climatici che rendono più aride le aree critiche del globo. 
E ancora: l’acqua serve per ogni cosa, ma deve essere distribuita, e quindi trasportata.  

Dispersioni

Ora capita che le “perdite” o le dispersioni connesse a queste operazioni che si fondano su reti idrauliche e infrastrutture non proprio fatte ieri, ben datate insomma, raggiungano percentuali di tutto rispetto (in Italia toccano il 35-40% con punte oltre il 70%). Un ulteriore grave problema viene dall’inquinamento, vuoi naturale (scosse telluriche, inquinamento atmosferico, arsenico o gas radon con cui l’acqua viene in contatto tra le rocce sotterranee ecc.) vuoi per effetto dell’attività umana (rifiuti e reflui industriali, scarichi urbani, perdite da fognature, spreco in agricoltura, fosse biologiche, concimi e pesticidi, fanghi di depurazione ecc.). 

Depurazione

Il problema è che l’acqua ha bisogno di uno scarico che è di solito rappresentato dal terreno nel quale penetra fino a diverse profondità, ma contiene di tutto e dovrebbe essere depurata se si volesse realizzare un sistema circolare virtuoso. A Milano, per fare un esempio, l’acqua penetra nel sottosuolo a circa 120-150 metri di profondità e viene attinta da circa 350 pozzi collegati tra loro. In Puglia c’è molta meno acqua nel sottosuolo e bisogna trasferirla da altre zone. Con aggravi economici rilevanti. In Africa si ragiona di pozzi molto profondi, a loro volta debolmente alimentati. 

Insomma l’acqua è un problema estremamente complesso da risolvere caso per caso con costi assai rilevanti e collegamenti ad alto rischio con tutte le diverse problematiche (ecologiche e non) che già affliggono il nostro mondo. 

Bene comune

Spesso definita “un bene comune” – e senza dubbio lo è – viene considerata dai maliziosi come “una bella grana comune” che però in fondo non è nemmeno tanto comune visto che ogni territorio fa storia a sé e ogni Paese risolve sul suo territorio come sa e può. Questo significa anche che una possibile crisi idrica mondiale non dovrebbe toccare noi e l’Europa in prima battuta ma rischia di devastare anzitempo i Paesi più poveri e deboli dell’Africa settentrionale e dell’Asia occidentale, obbligando a imponenti migrazioni: c’è chi ha calcolato che questi esodi obbligati potrebbero coinvolgere sino a 700 milioni di persone. 

Soluzioni

Che fare? Sono allo studio nuovi progetti “verdi”, basati su infrastrutture vegetali (nuove foreste, ripristino delle zone umide, agricoltura di conservazione, variazioni del corso dei fiumi ….), senza dubbio promettenti (perché noi umani non siamo poi tutti così stupidi), per i quali possiamo solo augurarci che non vengano interrotti o guastati da miserabili interessi privati o nazionalistici. Quanto a noi italiani, valgono i consigli che seguono, perlomeno tre: non sprecate l’acqua, non inquinate e tenetevi informati di quello che succede. Come a dire: state accorti.

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