La verità non danneggia mai una causa giusta. Grazie Marco

marco pannella«Io non credo nelle ideologie, non credevo nelle ideologie codificate e affidate ai volumi rilegati e alle biblioteche e agli archivi. Non credo nelle ideologie chiuse, da scartare e usare come un pacco che si ritira nell’ufficio postale. L’ideologia te la fai tu, con quello che ti capita, anche a caso. Io posso essermela fatta anche sul catechismo che mi facevano imparare a scuola, e che per forza di cose poneva dei problemi, per forza di cose io ero portato a contestare». (Marco Pannella Intervista 1975)

Marco Pannella, il più radicale dei radicali italiani, ci ha lasciato. Oggi l’Italia è a lutto, e saluta un grande Maestro. Pioniere della lotta ai diritti, alla libertà, sapeva insegnare come uscire dagli schemi, trovando strade alternative percorribili e liberali senza ledere i diritti altrui, identificandolo come il radicale dei radicali. Un uomo dalle parole e dai gesti significativi, carichi di senso e significato. La radicale idea di non arrendersi mai.

Nato in terra abruzzese, Teramo, nel 1930 è stato giornalista, e politico italiano, definendosi radicale, socialista, liberale, federalista europeo, anticlericale, antiproibizionista, antimilitarista, nonviolento e gandhiano. Membro della Gioventù liberale e poi leader dell’Unione Goliardica Italiana negli anni dell’università, Marco Pannella è stato tra i fondatori nel 1955 del Partito Radicale dei Democratici e dei Liberali.

«Noi siamo diventati radicali perché ritenevamo di avere delle insuperabili solitudini e diversità rispetto alla gente, e quindi una sete alternativa profonda, più dura, più “radicale” di altri… Noi non facciamo i politici, i deputati, i leader… lottiamo, per quel che dobbiamo e per quel che crediamo. E questa è la differenza che prima o poi, speriamo non troppo tardi, si dovrà comprendere».

(Marco Pannella, Scritti e Discorsi 1959-1980, Gammalibri, Milano, 1982)

Marco Pannella Divorzio Ha lottato operando la non violenza ghandiana, senza ledere nessun leader politico. Marco non ha mia fatto della politica strumento a proprio vantaggio, era diretto all’ascolto delle istanze dei cittadini. Ascoltava la gente, i suoi colleghi fra una boccata al suo sigaro e un sorriso pieno di speranza, la stessa che ha trasmesso alla sua fedelissima Emma Bonino, compagna professionale e amica di sempre, sempre pronta a combattere al suo fianco. Una coppia vincente la loro, che ha sempre profumato di libertà, e di diversità. Un grande comunicatore che ha avvicinato tutti, senza distinzione di età e senza differenze. Ha sempre affermato di volere una società libera dai luoghi comuni, dagli stereotipi e dalle convenzioni. Era un folle innamorato della libertà, dell’Altro, mettendo al servizio della comunità i diritti ed i bisogni altrui, con digiuni lunghi mesi, pur di far sentire la voce di chi aveva una visione meno borghese.

Lui ha capito il senso della vita rifiutando qualsiasi appartenenza becera ed evitando ogni legame becero e meschino. Ci ha lasciati cosi, senza poter aggiungerlo altro, se non un profondo,

Grazie Maestro.

«… voi non dovete fare altro che continuare semplicemente a essere voi stessi: il che significa essere continuamente irriconoscibili. Dimenticare subito i grandi successi: e continuare imperterriti, ostinati, eternamente contrari, a pretendere, a volere, a identificarvi col diverso; a scandalizzare; a bestemmiare».

(Pier Paolo Pasolini, Lettera al Congresso del Partito Radicale del 2 novembre 1975) 

di Giovanni Sacchitelli

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