La totalità musicale di Igorrr

Nella musica del quotidiano gli artisti sono spesso obbligati al giusto compromesso fra una proposta squisitamente originale e la reiterazione di cliché più apprezzati dal grande pubblico. Tuttavia alcuni autori disattendono questo confronto, spostandosi su una coniugazione personale che porta a un’ibridazione musicale complessa. Il risultato potrà essere tanto soddisfacente quanto più meticolosa e intelligente sarà stata l’operazione di miscellanea; ciononostante, i brani nati da questo incontro non potranno che destare un certo stupore fra gli ascoltatori, poco abituati ad affrontare un incontro tra generi troppo diversi.

Uno dei casi più interessanti in tal senso è Igorrr (Gautierre Serre), artista francese che appronta nei suoi album una continua e vorticosa contaminazione di idee sonore distanti. A seguito del successo delle sue opere è nato un nuovo termine in grado di nominarne la personalissima forma musicale: baroquecore, cioè l’unione fra lo stile barocco, diffuso in Europa fra il XVII e il XVIII secolo, e il breakcore, musica elettronica sorta negli anni ’90 determinata da accompagnamenti ritmici pressanti al limite del rumore.

Uno dei lavori che meglio esemplifica le capacità di Igorrr è Tendon (dall’album Nostril– 2010). Già nei primi secondi del brano si possono riscontrare percussioni elettroniche, rasentanti il rumore, accordi distorti, vicini alle sonorità metal, ma anche i pizzicati di uno strumento ad arco che disegnano una melodia dal sapore classico. Più avanti nel pezzo vengono incluse voci liriche, declamati, grida disperate, compagini batteristiche, raffinati interludi violinistici, chitarre elettriche e, infine, un misto di allegrissimi temi folklorici contrapposti a punteggiatura ritmica disperata; è il trabocco dell’ironia.

La totalità musicale proposta negli album del musicista francese è d’avanguardia. Contemporaneamente si ha l’inclusione di generi distanti nel tempo (musica colta del XVII-XVIII secolo ed elettronica del XXI), nello spazio (con influenze di compositori italiani, tradizioni russe o canzoni francesi), sostenuti da una continua variazione di ritmi, effetti sonori, timbri vocali e strumentali.

Ovviamente composizioni così ricche di mutamenti costanti, alterazioni dinamiche e saturi di sonorità rapide e aggressive non sono di facile ascolto. Il tentativo di connubio ottemperato da Igorrr è certamente riuscito, ma è indirizzato a un pubblico per lo più agio nell’ascolto di sonorità scure, dure, irruente e pesanti. Ciò non toglie che il fine ultimo di queste operazioni non è necessariamente piacere quanto, sicuramente, stupire. Infine, si noti come l’audace operazione di confronto fra passato e presente destini queste composizioni a essere senza tempo.

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