La sindrome di Kawasaki

Il fenomeno sociale più invasivo degli ultimi tempi, Facebook, è anche uno strumento che può salvare delle vite umane. Questa è l’esperienza vissuta in prima persona da Deborah Copaken Kogan mamma di un bimbo affetto da una malattia gravissima definita come la sindrome di “Kawasaki”. La signora Deborah, preoccupata dalla febbre e dalla eruzione cutanea del figlioletto,  gli ha scattato delle foto che ha postato e condiviso sul social network. Le risposte degli amici sono arrivate di lì a poco e tra queste, quella della signora Stephanie che in precedenza aveva vissuto una simile situazione con suo figlio. Stephanie ha invitato Deborah a recarsi, senza indugiare ancora, in ospedale con il piccolo Leo dove gli è stata correttamente diagnosticata la Sindrome di Kawasaki. La malattia che implica il gonfiore dei linfonodi, delle arterie e provoca  eruzioni cutanee sulla pelle generalmente nei bambini al di sotto dei cinque anni, se non è curata provoca danni al cuore. Il piccolo Leo ha avuto come strascico dei problemi al fegato, ma ha evitato guai peggiori. E questo, oltre che per le cure mediche, è accaduto anche grazie a Facebook!

Massimiliano Nelli

foto: etalia.it

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