La maratona di Sanremo e la magia di Cristicchi

C’è chi lo ama, chi lo detesta, chi in quelle sere esce e chi si barrica in casa, incollato alla tv, dall’inizio alla fine del programma, per 5 giorni di seguito. Io sono una di quelle che non ne perdono un minuto: Sanremo è Sanremo ed io lo ho amato da sempre. 

Devo ammettere, tuttavia, che ieri il mio amore è stato messo a dura prova.

L’edizione dello scorso anno, diretta come quest’anno da Claudio Baglioni, era stata perfetta: tempi giusti, begli intermezzi, canzoni non eccelse ma orecchiabili, e poi, una volta tanto, dopo lo sfoggio di gambe e sederi femminili, la mascolinità di Pierfrancesco Favino che aveva allietato il pubblico femminile. Me di sicuro.

Il problema di quest’anno non è certo Bisio, sempre molto bravo ed apparentemente anche a suo agio sul palco. Il problema sono i tempi. E le canzoni.

La prima serata è stata una maratona di 24 canzoni, più intermezzi, siparietti, ospiti e pubblicità: era passata l’una quando è finito, non so in quanti abbiano resistito fino alla fine ed ho provato pena per la povera Anna Foglietta ed il suo Dopo Festival, che secondo me sono rimasti in cinque a guardarlo.

E poi le canzoni. È vero che la musica andrebbe ascoltata più volte ed è vero che io non sono un critico, lo so, però una canzone brutta è una canzone brutta, c’è poco da fare e qui si passa da melodie in puro stile Sanremo, tipo la Tatangelo, a sonorità improbabili che accompagnano testi pretenziosi ed inconsistenti: Daniele Silvestri, tanto per citarne uno, con quell’altro incappucciato che recita la parte del rapper arrabbiato, a loro vorrei chiedere, ma l’avete ascoltata prima? E avete letto il testo? Io capisco che volevate cantare una canzone impegnata, ma quella cosa del 16enne in prigione da 10 anni non si può sentire. Le tristezze vanno sapute raccontare e, nel caso, anche cantare e  la vostra Argento Vivo fallisce in entrambe le direzioni.

Però le canzoni sono 24, possibile che nessuna fosse interessante? Sì, possibile: su 24 se ne salvano due o tre. E tra queste non c’è certo Achille Lauro, che ancora mi domando:

  1. chi è?
  2. ma era proprio necessario si tatuasse le scritte in faccia? Probabilmente non sarò alla moda, c’ho una certa età, ma a me faceva un’impressione terribile, quasi quanto la canzone.

Tra i big sconosciuti, il gruppo di The Zen and Circus, la cui canzone non ho faticato a scordare, ed i Boomdabash: non so chi siano e non sento la necessità di riempire la mia lacuna.

Poi, certo, alcuni famosissimo c’erano: Patti Pravo, a fidarsi che era lei e non la reincarnazione di una divinità egizia, Il Volo, che li devi applaudire più perchè se no non sta bene che per reale convinzione, Francesco Renga, con il suo pezzo sanremese ed i suoi riccioloni senza un capello bianco. 

A proposito di capelli: ma da quando gli uomini italiani hanno cominciato a tingersi? I capelli bianchi o brizzolati non vanno più di moda? Signori, io ve lo dico spassionatamente, è un orrore! Il nero invecchia, esalta le rughe, non vi sta bene. Date un’occhiata al chitarrista dei Negrita (la cui canzone non era male affatto): ora, lui ci è andato giù proprio pesante, che più che tinto di nero è catramato, ma lo vedete quanto stonano i suoi capelli con la sua faccia? 

Ho apprezzato che anche Favino abbia sostituito il nero corvino dello scorso anno con un castano scuro che gli sta meglio, anche se niente è pari al fascino dei capelli brizzolati.

Comunque, fate come vi pare, ma evitate i toni giallo rossastri: rischiereste l’effetto a manto di puma come la testa di Nino D’Angelo.

Di canzone in canzone, e vi risparmio l’elenco, finalmente sul palco è salito Simone Cristicchi: come sempre capellone ma senza tintura, e già questo sarebbe stato un punto a suo favore. Quando, poi, ha iniziato a cantare, è stata una folgorazione meravigliosa. Perchè bisogna smetterla di credere che le canzoni belle siano sole quelle che parlano di drammi sociali e tragedie (a tal proposito vorrei dire ad Irama che ok, hai già cantato di una donna che si vende per un vestito, ora hai beccato questa maltrattata in famiglia.. ma che frequentazioni hai? Tutte a te le sfigate?), le canzoni belle sono quelle che sanno raccontare un sentimento, un’emozione. Ed il testo di Cristicchi è così poetico che commuove.

Quindi, signori, quest’anno io mi sento di fare una previsione precisa: sarà Simone Cristicchi a vincere il 69esimo festiva della canzone italiana, sia perchè la sua canzone è stupenda, sia perchè non ha rivali degni di nota.

Staremo a vedere, sempre che si riesca a resistere a questa lunghissima maratona canora.

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