La festa della London Marathon

Domenica a Londra: c’è un sole splendente, un caldo da sciogliersi e si corre la maratona. E non so quale di questi tre eventi sia il più straordinario, in questa città.

I 42 chilometri e 195, tradotti nella distanza olimpica di 26 miglia esatte, si snodano lungo un percorso che, dal parco di Greenwich, percorre i quartieri a sud est di Londra fino a Woolwich, per poi tornare indietro, attraversare il Tower Bridge e piegare verso l’Isle of dogs, risalire lungo Canary Wharf e poi dirigersi in centro, costeggiando il fiume fino a rientrare lungo St James’ Park e terminare al The Mall, poco oltre Buckingham Palace. 

Le maratone sono eventi sportivi diversi dagli altri: i professionisti sono un numero esiguo rispetto ai quasi 55 mila partecipanti che, oggi corrono a Londra e la competizione, in realtà, riguarda pochi; la maggioranza dei maratoneti corre solo per un record personale o, semplicemente, per partecipare ad una grande festa. Perchè la maratona è davvero una grande festa, a Londra: il traffico domenicale è scarso e le strade chiuse, che a Roma genererebbero confusione e rabbia, diventano l’occasione per vivere una Londra pedonale e, fortuna incredibile, super assolata. Pare che questa sia la maratona più calda di sempre, con i sui quasi 26 gradi percepiti. Forse troppi per chi corre ma per me è un paradiso.

La gara passa sotto casa mia ed io sono affacciata alle barriere ad aspettare gli atleti. Non sono sola: insieme a me c’è una folla festante e, a tratti, estremamente rumorosa.

La coreografia organizzata dai britannici comprende anche le bande musicali, posizionate in spazi indicati: quando attaccano con i tamburi ti vibrano anche le viscere ma va bene così, è come se tutto il corpo partecipasse all’evento.

Il percorso è segnato da strisce blu dipinte sull’asfalto: sono stati utilizzati 300 litri di vernice ed occorreranno circa sei ore per cancellarle, chè qui nulla si lascia al caso o al tempo e, entro questa notte, le tracce della maratona verranno cancellate  e Londra tornerà ad essere linda e pinta.

I primi a passare sono gli atleti che non possono camminare a bordo delle loro weelchairs, una sorta di bici che si spinge con le braccia, seguiti da quelli con disabilità;  io mi commuovo sempre, sarà perchè, guardando il loro coraggio, mi sento piccola e tanto fortunata.

Il secondo gruppo, a distanza di tempo, è composto dalle donne professioniste e poi, finalmente, gli uomini e con loro Mo Farah (foto in alto). Lo stiamo aspettando tutti. Somalo ma naturalizzato britannico (non c’è niente da fare: i britannici sono bravissimi ad accattarsi i migliori), pluripremiato atleta olimpionico per i 5 e 10 mila metri, oggi  Farah corre la seconda maratona della sua vita ed ha annunciato grandi propositi. Non ha tenuto conto di altri due africani, Kipchoge, che arriva primo con 2:04:17 e Kitata, che chiude a 2:04:49. Farah si accontenta del bronzo con 2:06:21 e di aver  vinto il record di velocità degli atleti britannici. 

Passati i big, c’è un attimo di pausa e la folla si placa o, forse, recupera le sue energie per la torma di maratoneti che sta arrivando. 

Ed eccolo, attorno a mezzogiorno, il fiume in piena di tuti coloro che corrono per passione, per sfida personale, per piacere, per divertimento. Sono una marea umana che scorrerà per le strade di Londra fino alle 5 del pomeriggio, acclamata dalla folla fino alla fine.  

Tutti hanno un parente, un amico, un conoscente da tifare e da tenere sotto controllo grazie alla app che si scarica gratuitamente e ti fa seguire, passo passo, il tuo preferito.

Anche io ho i mie favoriti: sono due amici di Ammi che corrono in tandem vestiti da razzo e mirano a vincere il record del mondo per la corsa a due. Guinnes World Records, infatti, è partner della maratona di Londra e sono 98 gli atleti iscritti per battere un record: tra i tanti, quello della maratona più veloce vestito da verdura, albero, insetto e toilet, oppure quello che cerca di superare il record di 6.30 ore correndo sui trampoli. Ad ognuno il suo.

Attorno all’una passano i miei aspiranti recordmen; li fotografo a fatica, perchè sono dal lato opposto della strada. Non battono il record ma, di sicuro, si sono divertiti un sacco.

E tantissimo si diverte la folla festante, assiepata dietro le barriere lungo tutto il percorso: palloncini, bandierine, trick e track, trombette, tamburi, si usa di tutto per incitare gli atleti, gli amici, chiunque stia correndo questa faticosa maratona, la più calda che si ricordi.

Ed è bello vedere questo fiume colorato che corre lungo le strade di Londra, incitato da migliaia di persone, in buona parte con ustioni di terzo grado chè, si sa, i britannici non sono fatti per il sole ed, invano, le madri si danno da fare a spalmare di protezione totale i figli. 

“Se ti metti al bordo della strada le macchine si fermano: sembri un semaforo rosso”  sento dire da un padre al figlio. E ha ragione.

Però, ustioni a parte, tutti si divertono e tutti tifano con gioia, in questa giornata di caldo, sole e maratona.

Ed ora, scusatemi, anche io vado a fare quello che si deve sempre fare, durante una maratona: vado a bere una birra, fredda al punto giusto per rinfrescarmi e ricaricarmi. Così avrò fiato per incitare, urlando, fino all’ultimo, forsennato, che sta correndo questi faticosissimi 42 chilometri.

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