La depressione sarà la piaga del futuro

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In molti sottovalutano la gravità della depressione. Come si fa a dire che essere triste è una malattia? In fondo, si pensa,  capita a tutti un periodo no.  La verità è che questo male è molto più che una malattia, debilita e rende difficili le cose più semplici.

Si presume che alcuni soggetti nascano direttamente con tendenze depressive – si crede infatti che esista una predisposizione genetica alla base della causa –  mentre altre volte la patologia è causata da fattori esterni come solitudine, eventi tragici, problemi economici e relazionali.

L’Oms ha stimato che “nel 2020 la depressione sarà la seconda malattia più prevalente nel mondo, dopo le patologie cardiovascolari. E negli ultimi 3-4 anni c’è stata un’esplosione delle malattie mentali, specialmente della depressione, sia per numero di nuovi casi che per intensità”.

“I disturbi neuropsichiatrici – spiega Andrea Fagiolini, direttore del dipartimento di Salute mentale dell’ospedale universitario di Siena – sono sottostimati. Da soli rappresentano il 28% dei casi del mondo di disabilità, rispetto all’11% del cancro. Tuttavia nessun paese predispone le risorse necessarie a farvi fronte”.

Il problema riguarda soprattutto le persone avanti con età avanzata, che spesso sono lasciate sole e senza nessuno con cui sfogarsi: “Gli anziani – continua Fagiolini- che vivono la perdita di un coniuge, magari della casa, dei soldi e della salute, sono tra i soggetti che la sviluppano più spesso, ma anche quelli meno trattati, soprattutto se si trovano in case di riposo”. Oggi è possibile diagnosticare se si è colpiti dalla depressione ma “il problema è che, nel caso degli anziani, si pensa che sia normale che siano un po’ tristi e spesso non li si cura”.

Matteo Testa

Foto: centrocrescitapersonale.com

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