La carica dei 1001 (centimetri cubi)

Spesso quando parliamo di automobili, del futuro delle automobili, ci vengono in mente le elettriche e se “un po ne sappiamo” le ibride (benzina/diesel + elettrico); sono concetti che però sentiamo un po distanti : qualcuno di voi ha un amico felice possessore di un’auto elettrica? siate sinceri, al massimo vi concedo il tassista all’aeroporto con la Toyota Prius, con quello schermo che ci ricorda la plancia dell’ Enterprise…e poi comunque lui ci lavora…eppure il futuro è già arrivato, in una forma meno eclatante forse , è alla portata di un vasto pubblico e puzza ancora di benzina.
Ma facciamo un passo indietro: qualche anno fa uno degli obiettivi dei principali produttori di automobili era quello di arrivare a montare su vetture di medie dimensioni propulsori piccolissimi, intorno ai 1000 cc, considerati, all’epoca, adatti alle sole utilitarie.
Tagliare i consumi di carburante, risparmiare sulla quantità di materie prime, alleggerire i veicoli, diminuire l’ingombro senza perdere la potenza.
Ambiziosi….eppure…
Per prima c’ è arrivata Ford:  la nuova Focus è oggi equipaggiata con un 1000 cc da 100 e 125 cv:  le dimensioni del motore sono eccezionali, la leggenda vuole infatti che occupi la superficie di un foglio A3.
Fiat risponde con un 900 cc che sviluppa circa 85 cavalli ed è installato anche sulla grande punto, mentre riesce a ricavarne ben 170 dal compatto 1.400 cc della Giulietta.
Negli ultimi 10 anni , a parità di dimensioni, la potenza è raddoppiata: basti pensare che nel 2000 Volkswagen montava sulla piccolissima Lupo (antenata dell’attuale UP) un 1000 cc che sviluppava solo 50 cv, ebbene il nuovo ne sviluppa più del doppio, ed è istallato sulla Golf.
Renault euipaggia la nuova megane con un propulsore di 1.200 cc, dimensioni analoghe a quello che veniva montato sulla twingo degli anni 90.
Stesse dimensioni ma poco altro in comune: turbocompressori e inizione diretta della benzina, cambi spesso a 6 rapporti, mappature di centralina che ottimizzano la resa in ogni momento.
Difficile pensare che nei prossimi 10 anni si dimezzeranno ancora (un po’ come le emissioni delle auto, c’ è una discreta differenza tra euro_I e euro_V ma molto poca tra IV e V perchè diventa via via più complesso e costoso filtrare parti infinitamente piccole) ma chi può dirlo, le strade per il miglioramento sono ancora molte e forse tra 10 anni qualcuno scriverà “spesso quando parliamo di automobili…”.
di Luca Munaretto

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