Juke Box, l’artista della settimana: F come Fedez

fedezPartendo dal presupposto del tutto personale che il rap non è il mio stile di musica preferito, potrei sintetizzare dicendo che Fedez non è il tipo di cantante che ascolto volentieri. Ma mai giudizio sarebbe più superficiale. 

Federico Leonardo Lucia, al secolo Fedez, è invece un gran personaggio. Ed un gran rapper. Vorrei dapprima spendere qualche parola sull’uomo.

Probabilmente perché ho sempre apprezzato chi si schiera, chi si prende le responsabilità di ciò che dice e chi esprime senza peli sulla lingua il proprio pensiero, qualunque esso sia, diffidando, per contro, di chi del qualunquismo ne fa il suo cavallo di battaglia ed <<un colpo al cerchio ed uno alla botte>> il suo credo.

Si sarebbe ugualmente parlato molto di Fedez ultimamente, visto il gran successo che il rapper milanese riscuote, ma il nostro protagonista è salito sovente alla ribalta anche perché criticato per alcune sue dichiarazioni e prese di posizione su politica ed emergenze a cui il nostro paese è chiamato a dover far fronte (ad esempio l’immigrazione clandestina –ndr).

E ciò che più fa sorridere è che in più di un’occasione a criticare Fedez è stato proprio chi fino a qualche giorno prima ne aveva esaltato le <<doti morali>> e l’attaccamento al nostro paese.

Ma poi appurato il pensiero politico dell’artista (evidentemente non gradito da chi ne aveva tessuto le lodi), il voltafaccia è stato servito.

Nello scorso inverno Fedez è stato uno dei quattro giudici dell’ottava edizione italiana del talent show X Factor: un contest che fin dalla sua prima apparizione ha stravinto, portando in finale 2 concorrenti del suo team.

Ma prima dell’inizio del contest due deputati del Partito Democratico (Federico Gelli ed Ernesto Magorno) avevano chiesto ai vertici di Sky l’esclusione di Fedez da X Factor a causa delle simpatie dello stesso Fedez per il Movimento 5 Stelle.

A tali accuse il rapper ha replicato dicendo:

« Io non sono a X Factor per fare propaganda e mai l’ho fatta, ma da cittadino ho le mie idee politiche e non ho nessun motivo per tenerle nascoste, il fatto che per averle espresse si chieda la mia testa ci riporta indietro di 60 anni…>>

Ed invece è proprio ad X Factor che tanti appassionati di musica, sottoscritto compreso, scoprono Fedez.

Come artista, come uomo, come gran motivatore.

Elogiato da molti per aver dimostrato sensibilità, conoscenze musicali molto più ampie del suo orticello e una proprietà lessicale non così comune tra suoi coetanei, mi trovo con tutto ciò assolutamente d’accordo.

E mi appassiono a tal punto (pur non amando quel tipo di musica) che ho voglia di saperne di più. Ascolto la sua musica, analizzo i testi e vado addirittura a vederlo dal vivo.

E la prima scoperta che faccio è proprio al suo concerto di questo inverno a Roma, dove con mia grande meraviglia, trovo un pubblico di altissima qualità.

Persone di ogni età, dai bambini, ai teenagers per terminare con coppie con qualche <<anta>> sulle spalle che cantavano a squarciagola ogni sua canzone.

E per di più, mi ripeto, un pubblico di altissima qualità. A 25 anni Fedez ha già dei numeri da capogiro.

Alcuni esempi? Le sue vendite certificate ammontano ad oltre 650.000 copie, premiate con 13 dischi di platino e 4 dischi d’oro.

Il tutto ottenuto con soli 4 album (ma i primi 2 assolutamente irrilevanti).

E ancora; quasi un milione e settecentomila persone lo seguono su Facebook, Twitter ed un altro milione su Instagram…

I suoi 2 album più famosi ed importanti, “Sig. Brainwash l’arte di accontentare” del 2013 e “Pop- hoolista” del 2014 vedono la partecipazione al loro interno di firme importantissime del panorama musicale e non solo.

Elio (“Alfonso Signorini eroe nazionale”); Francesca Michielin (“Cigno nero” e “Magnifico”); Malika Ayane (“Sirene”); Elisa (“Pop-hoolista”); Noemi (“L’amore eternit”); J Ax (“Viva l’iva”). Solo per citarne alcuni.

Una nota infine sui testi: spesso fanno sorridere; ma al di là del sarcasmo spontaneo che generano, dovrebbero, secondo me, farci riflettere un po’ di più …

<<questo è il paese dove la gente non arriva a fine mese ma si preoccupa che la batteria dell’I phone arrivi a fine giornata>>; <<questo è il paese delle raccomandazioni, quindi mi raccomando: se ti rubano un gol continua ad urlare e se ti rubano il futuro resta seduto senza fiatare>>; <<l’italiano batte le mani quando il suo aereo atterra, ma non batte ciglio quando il suo paese affonda>>; <<l’italiano per protestare in piazza aspetta che ci sia il sole>>; <<nelle foto segnaletiche dei fuorilegge una volta c’era scritto WANTED. Adesso c’è scritto VOTAMI>>.

E avanti così…

di Riccardo Fiori 

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