Islam. Le radici storiche

Come il Cristianesimo e l’Ebraismo, l’Islam rientra nelle religioni abramitiche, espressione che trova la propria origine negli studi francesi d’islamologia per indicare quelle religioni che riconoscono la loro origine remota nel patto di sottomissione stipulato dal profeta Abramo con Dio.

La parola Islam deriva dal verbo arabo aslama, il sui significato è “il sottomettersi, l’abbandonarsi” (a Dio). Ancora, la stessa parola rimanda ad un concetto più romantico, che è quello di “via della pace”, poichéislam viene dalla radice “s-l-m” che in arabo forma salam e in ebraico shalom, cioè pace.

Nel senso comune, i due termini vengono spesso considerati tra loro fungibili, tuttavia mentre l’aggettivo islamico ha un’accezione oggettiva, riferendosi all’Islam in quanto fenomeno religioso, l’aggettivo musulmano ha un’accezione soggettiva, riferendosi al soggetto che si riconosce nell’Islam e che s’impegna ad obbedire alla volontà divina, con tutte le sue forze fisiche e morali.

Desterà forse curiosità apprendere che l’Islam si considera nei confronti delle altre religioni monoteiste come l’ultimo messaggio di quell’unica,  eterna e universale religione che Dio ha voluto per l’umanità. Ciò implica il riconoscimento da parte degli stessi musulmani delle rivelazioni precedenti il Corano, attestate nei libri rivelati degli ebrei e dei cristiani. Alla luce di queste credenze, Maometto è considerato l’ultimo di tutti i profeti dopo Adamo, Noè, Abramo, Mosè, Davide, Gesù (secondo la dottrina islamica) e pertanto fondatore dell’Islam.

Il Corano (“il nobile Corano”, tradotto letteralmente dall’arabo), infatti, altro non è che il testo della Rivelazione ultima e perfetta di quell’unica fede “discesa” da Dio (in arabo Allah), al profeta Maometto, durante uno dei suoi numerosi ritiri in una grotta del monte Hira, nei pressi della Mecca.

Nato nel 570 d.C. a La Mecca, città dell’attuale Arabia Saudita occidentale, Maometto iniziò a predicare l’Islam  come messaggio di giustizia verso l’ingiustizia di coloro che detenevano il potere nella città. A causa della crescente opposizione da parte della famiglie influenti, tuttavia, il profeta si vide costretto ad abbandonare La Mecca il 9 settembre 622 d.C., trasferendosi a Yathrib, che in suo onore prenderà il nome di Medina (“la città del profeta”, “la città illuminatissima”). La sua fuga (o ègira, hiğrain arabo, “ l’esodo di Maometto”), segna il primo anno del calendario islamico.

Dalla culla della Penisola Araba la religione si diffuse nel corso dei secoli in Medio Oriente, in Africa e in Europa, raggiungendo, seppur in misura minore, anche parte del Sudamerica, dapprima per mezzo delle conquiste militari del popolo musulmano, successivamente per le innumerevoli migrazioni internazionali. I musulmani costituiscono oggi, in termini numerici, la seconda comunità religiosa a livello mondiale, dopo i cristiani.

Ancora oggi il pellegrinaggio dei musulmani alla Mecca, oltre che incarnare uno dei cinque pilastri del culto islamico ed atto obbligatorio volto alla purificazione dei propri peccati (almeno una volta nella vita del credente, se i suoi mezzi e la sua salute lo consentono), rappresenta anche un modo per celebrare la definitiva conquista della Mecca, dove Maometto entrò trionfante nel 630 d.C..

Quell’episodio, menzionato anche di recente nei dibattiti politici, viene ricordato come la conferma e la dimostrazione del rilevante potere che il profeta aveva ormai acquisito: in quell’occasione Maometto distrusse i 360 idoli pagani che si trovavano nel tempio della Ka’ba-hil più importante santuario islamico sito alla Mecca, con l’intento di restaurare l’antico culto abramitico, lasciando intatti solo l’affresco raffigurante Maria con Gesu bambino.

Ad ogni loro preghiera (cinque volte al giorno), i fedeli musulmani sono soliti invocare “Allah Akbar” (tradotto dall’arabo, “Iddio è il più grande”) , dirigendo il proprio corpo e il proprio sguardo verso La Mecca e la sua Sacra Moschea, o più propriamente, verso quella “scatola sacra” (ka’ba-h), la casa di Allah e il luogo più sacro dell’Islam.

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.