Intervista a Marco Giallini, attore italiano protagonista di film di grande successo

marco gialliniBatte un sole primaverile su un sabato mattina romano di pieno inverno. Davanti ad una tazza di latte caldo accompagnata da dolcetti partenopei, ritrovo Marco Giallini. Attore capitolino di grande talento è straordinario successo, con 53 film all’attivo, interprete di personaggi che ormai fanno parte dell’immaginario collettivo, come Er Teribile in Romanzo Criminale, per citarne uno.

Marco è spontaneo, verace e travolgente. Le domande che avevo preparato le accartoccio e lo ascolto mentre si racconta.

“Quello dell’attore è un mestiere come tanti altri. Certo, il talento è una dote necessaria ma si impara strada facendo.”

Marco, il successo cambia le persone? 

“Altro che! Monica, tra poco uscirò, ho un pranzo di lavoro. So già che dovrò calarmi un bel cappello sulla testa e che tanti mi riconosceranno, mi fermeranno, mi chiederanno foto. Mi capita sempre ed ovunque. Ma – sono sincero – mi piace, mi piace molto.”

Qual è l’attore italiano che ami di più? 

“Alberto Sordi, Vittorio Gassman due mostri sacri. Tra i contemporanei non ho dubbi: Toni Servillo è il più grande, attore e uomo eccezionale. Ricordo che venne a complimentarsi con me dopo un mio spettacolo: e fui lusingatissimo. Apprezzo molto anche Favino e Mastandrea.”

 Che cosa porteresti con te su un eremo?

“Quanto ci devo restare?” (E ride!) “Musica, Monica, sicuramente musica. I miei strumenti ed i miei dischi. Ho una ricca collezione di vinili, tra i prediletti quelli dei Clash e dei Sex Pistols”.

Marco Giallini con la nostra Monica Cartia

Marco Giallini con la nostra Monica Cartia

La sottoscritta li aveva notati, sbirciando qua e là, vinili storici e sacri che raccontano la passione di Marco per il rock. Ma anche varie chitarre, tanti libri e varie statuine di eroi del rock, tra le quali giganteggia Iggy Pop.

Marco, hai due figli adolescenti: è difficile fare il genitore, oggi?

“È molto difficile, ma io di figli ne avrei voluti 150. I figli sono il senso della vita.”

Sei romano e romanista (molto). Quanto incide su di te la romanità?

“Amo molto la mia città e sono un tifoso sfegatato, ma vivo bene anche altrove. Mi piace Napoli, dove ho vissuto due anni e mi piace molto stare a Milano. In verità mi sento cosmopolita”.

Da grande che cosa vuoi fare?

“Ma che domande mi fai? Da grande voglio fa’ quello che faccio!”

Grazie, Marco, per la bella chiacchierata e per essere come sei. Un grande vero.

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