Ilva: 1.400 dipendenti senza lavoro

Il gip ha negato per l’Ilva di Taranto il dissequestro dei prodotti finiti e semilavorati giacenti sulle banchine.

L’istanza per il dissequestro era stata presentata una settimana fa dall’Ilva alla procura sulla base del decreto legge firmato da Napolitano lo scorso 3 dicembre e che consente la prosecuzione della produzione per i 24 mesi di validità dell’Autorizzazione integrata Ambientale.

Sulla banchina giacciono attualmente circa 1.700.000 tonnellate di materiale lavorato per un valore di un miliardo di euro. Secondo il gip non è possibile applicare a tale materiale il decreto legge del tre dicembre non avendo effetto retroattivo.

Come conseguenza l’Ilva ha annunciato che quasi 1.400 lavoratori rimarranno a casa nelle prossime settimane, nella nota l’azienda scrive: “Da ora e a cascata  per le prossime settimane  circa 1.400  dipendenti, appartenenti prevalentemente alle aree della laminazione a freddo, tubifici e servizi correlati, rimarranno senza lavoro. Il numero di questi lavoratori si andrà a sommare ai  1.200 dipendenti già attualmente in cassa Integrazione per le cause già note quali la situazione di mercato e le conseguenze del tornado che ha investito lo stabilimento di Taranto lo scorso 28 novembre”.

Si parla dunque allo stato attuale di 2.600 posti di lavoro ai quali andranno sommati i lavoratori che potrebbero restare a casa per il fermo degli impianti di Novi Ligure, Genova e Salerno, “nonché tutti i centri di servizio Ilva, quali Torino, Milano e Padova, nonché gli impianti marittimi di Marghera e Genova”. “Naturalmente – continua l’Ilva – l’azienda ricorrerà al Tribunale del Riesame confidando cha la situazione possa essere sbloccata al più presto, per evitare oltre al danno derivante dalla mancata consegna dei prodotti già ordinati e non rimpiazzabili in alcun modo, anche il danno relativo all’eventuale smaltimento di tali prodotti che, l’azienda ricorda, sono prodotti deteriorabili”.

Il Consiglio dei ministri interviene annunciando che il governo presenterà un emendamento interpretativo al decreto Salva-Ilva che possa chiarire la facoltà di commercializzazione dei manufatti anche per i prodotti finiti prima dell’entrata in vigore del decreto.

di Redazione

foto: inmeteo.net

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