Il pentito Vincenzo Calcara scrive a Papa Francesco

Il pentito di mafia Vincenzo Calcara, “Uomo riservato” “della “Famiglia Messina denaro, divenuto successivamente uno dei più fedeli collaboratori del giudice Paolo Borsellino, ha scritto una lettera aperta al Papa, chiedendo di essere ricevuto con sollecitudine.

Il collaboratore di giustizia vorrebbe infatti rivelare tre segreti di grande importanza, che potrebbero fare chiarezza su vicende  di cui ancora non si ha piena chiarezza. i segreti sono essenzialmente tre: uno riguarda la Mafia, uno lo Stato, il terzo, il più importante mette in relazione Vaticano e Mafia. Si tratta per l’esattezza del mistero circa il sequestro della cittadina vaticana Emanuela Orlandi, avvenuto in suolo italiano. A seguire il testo integrale.

                       LETTERA APERTA A PAPA FRANCESCO

Santità,  pochi giorni prima della Santa Pasqua le inviai una lettera di vitale importanza. Non ho avuto alcuna risposta e nell’eventualità che Lei non  l’abbia potuta leggere, mi vedo costretto , data  l’importanza del suo contenuto, a renderla pubblica ,per avere la certezza che Lei ne venga a conoscenza. 

        I TRE DELICATISSIMI SEGRETI CHE VOGLIO SVELARE  AL PAPA

Oggi è il Lunedì Santo e la resurrezione del Signore Gesù Cristo mi ha inspirato a scriverle questa lettera dettata dal cuore, nella speranza che come in me, in ognuno di noi si ripeta la resurrezione del Signore.

Mi presento : Sono Vincenzo Calcara,  il pentito di mafia, “redento” per merito del martire di Stato Paolo Borsellino, che avrebbe dovuto uccidere il giudice, eseguendo gli ordini della famiglia Messina Denaro.

La mia conversione, avvenuta grazie all’opera di cesello di Paolo e Agnese Borsellino, che mi hanno indicato la retta via,  è riuscita a fare di me un uomo diverso, tanto che da oltre 20 anni, nonostante mi sia macchiato dei peggiori delitti (ho pure ucciso un uomo) sto rivolgendo le mie opere e le mie battaglie quotidiane verso la giustizia e la legalità in nome e per nome di Nostro Signore Gesù Cristo. I coniugi Borsellino mi hanno riempito del seme della bontà e dell’amore; mi hanno preso per mano e condotto fuori dalle tenebre; mi hanno insegnato a non mentire, non tacere e a non aver paura: mi hanno “battezzato” a nuova vita, facendo sì che perseverassi in una fede totalmente diversa da quella professata in passato;  mi hanno infine accolto in seno alla loro famiglia, senza pregiudizio alcuno e hanno realizzato la piena conversione di un uomo pessimo e piccolo come me (addirittura in uno dei miei numerosi travestimenti, operando nel malaffare, indossavo le vesti da monaco e recitavo a menadito il Vangelo).

Come Sua Santità avrà dedotto, la mia storia è quella di un pentito di mafia, ma non uno qualunque. In questi anni ho rivelato fatti, tutti rigorosamente comprovati, che nessuno aveva mai svelato, vuoi per paura, vuoi per sudditanza alle forze del male che albergano dietro gli episodi più oscuri di cui si è macchiata la nostra Repubblica.

Il mio nome è noto soprattutto per aver rivelato l’esistenza di 5 Entità malvagie, che governano ogni aspetto del Paese, al dott. Borsellino, ma in questa sede non voglio parlare di me, se non nella misura in cui possa Sua Santità capire di avere a che fare con una persona attendibile. Ho già scritto abbondantemente in proposito ( il giorno 8 maggio uscirà pure un libro), ma …si tratta di cose già superate e di cui potevo parlare senza correre grossi rischi.

Adesso, desidero rivelarle tre IMPORTANTISSIMI SEGRETI, improrogabili e urgenti , che mi spingono a chiederle udienza al più presto, perché sono convinto che il nostro incontro deve e può cambiare il corso di certi eventi. Non ho infatti rivelato tutto alla magistratura e le spiegherò perché e quali tasselli decisivi mancano, affinchè si abbia la piena conoscenza di mandanti ed esecutori delle peggiori nefandezze che hanno attentato al  nostro Paese e gli agguati passati e futuri che certi personaggi sono pronti a realizzare.

Dalla morte di Paolo Borsellino, non ho mai individuato un magistrato della sua levatura e soprattutto della sua integrità, così ho lasciato degli spiragli di vuoto, che temo abbiano dato a certi “personaggi”, la possibilità di agire indisturbati, proprio perché io, e chiedo umilmente perdono per la mia debolezza umana, pur essendo uno dei pochi detentori di tali nefandezze, ho taciuto

Si tratta di un segreto di Mafia, uno di Stato, e un terzo che coinvolge la nostra Santa Chiesa, legati l’uno all’altro, oltre ad alcuni fatti di altissimo livello, che non posso rivelare alle Istituzioni, proprio perché allo stato attuale firmerei la mia condanna a morte e il seppellimento definitivo delle Verità in mio possesso.

Come saprà infatti, le Istituzioni sono imbrigliate in un sistema ingessato che non lascia infatti spiragli di apertura. A cosa sarebbero servite le mie piene e lucide deposizioni? Io credo che non sarebbero servite a nulla, perché chi ancora domina, e io conosco i nomi e i volti (ben diversi da quelli che ci fanno intendere) è pienamente colluso con i vertici ad ogni livello.

Sua Santità, come le accennavo, le dolenti note sono le Istituzioni e le loro naturali  ramificazioni!

Molti sono gli “Angeli del male “ piazzati nei punti nevralgici per far si che esso si perpetui senza sosta. La Mafia e le Entità deviate, possono proliferare e vivere solo lasciando in eredità “forzata” i loro segreti, instaurando così una lugubre catena di morte e omertà che se non viene spezzata, non avrà mai fine.

Sua Santità si trova ai vertici del Vaticano e più di una volta ha dato segni di cambiamento. Ebbene, credo di potere in qualche modo aiutarla ad attuare almeno un piccolo cambiamento e se solo mi potesse ricevere, le rivelerei segreti scioccanti, che in questi anni ho custodito nei più profondi recessi del mio cuore, perché non avevo individuato nessuno in grado di poterne raccogliere la potenza.

Ebbene, se la storia è fatta di corsi e di ricorsi, temo di affermare, senza possibilità di smentite, che una nuova stagione di sangue causerà lutti al nostro Paese. Intendo per tali motivi confessarmi a Lei e confidare a Sua Santità e solo a Sua Santità, perché solo in Lei oggi confido, i segreti pesanti come macigni che potrebbero, per intercessione sola di Sua Santità, avere dei risvolti diversi. Mi rivolgo pienamente a Sua Santità, chiedendo che mi ascolti e mi indichi la via da seguire, in tutta umiltà, perché in questo momento mi sento smarrito e confuso.

Mi ha colpito una delle sue prime uscite pubbliche, quella del 28 aprile scorso, quando urlò da Piazza S. Pietro “Siate controcorrente”. Da allora ogni suo gesto, ogni parola è stata per me come un faro, soprattutto dopo che Donna Agnese Borsellino, vedova del mio amatissimo giudice, ci ha lasciati il 5 maggio scorso, eppure ancora molti argomenti sono considerati tabù.

Alla sua morte mi sono sentito sbalestrato e solo, privo di uno dei punti cardine eppure per una strana coincidenza, la Chiesa aveva posto alla sua guida, un Pastore che mi ricordava i precetti dei miei cari: un Papa che esortava a non aver paura e che urlava ai mafiosi di convertirsi, che insisteva a dire “Abbiate coraggio”!

Sua Santità, io voglio raccogliere il suo invito, ma desidero che anche lei in questo momento abbia coraggio e ascolti ciò che ho da dirle e soprattutto che abbia il coraggio di agire con i fatti e non con le parole, perché solo e soltanto lei può, in questo momento storico farlo!

Le dirò, Sua Santità, che il pentimento di un mafioso non è una cosa semplice, è un atto di fede e di coraggio talmente forte, che può scaturire solo dalla piena conoscenza di Dio e del suo mondo di luce e salvezza. Fare dell’antimafia un vessillo non è facile, vuol dire mettere a repentaglio la propria vita e quella dei familiari, giorno dopo giorno; vuol dire accettare la possibilità di essere carne da macello, essere dichiarato inattendibile, magari pazzo, essere minato costantemente nella mente e nel fisico, essere allontanato. Io sono uscito volontariamente dal programma di sicurezza dello Stato e vado incontro alla morte “salvifica” senza timore, ma se questo è parzialmente vero e se sono ancora oggi integro è perché non ho detto tutto! E questa è la mia colpa e il mio peccato!

Ripeto:  mi appello a Sua Santità, affinchè le sue parole arrivino diritte al cuore di quei mafiosi che ancora oggi sono attaccati alla fede di Cosa Nostra, una fede ipocrita e strumentalizzata , ma soprattutto vorrei che Lei si rivolgesse al mio amico Matteo Messina Denaro, (che non è affatto il numero uno di Cosa Nostra, ma uno delle sue bandiere più facili, coperto ad oggi da certe istituzioni colluse), perché abbandoni la sua assurda latitanza e torni a vivere in totale pienezza e nella totale accettazione della sua colpa. Vorrei che lo esortasse a parlare e se è vero che la parola ci distingue dagli animali, solo attraverso il suo appello, in aggiunta a certi particolari che le rivelerò, si possono recuperare gli “agnelli smarriti”.

Se per ogni mafioso ci fosse un Papa Francesco a parlare a tu per tu, probabilmente la mafia verrebbe debellata.

Il primo dei segreti riguarda appunto Matteo Messina Denaro. Parliamo non di un pesce piccolo, ma di uno dei vertici mafiosi. Potrei essere l’elemento chiave per la sua cattura? Forse! Potrebbe Sua Santità convertire un uomo che ha comunque qualche seme remoto di bene nel suo cuore? Forse! Credo che riportare ogni singolo agnello nel gregge potrebbe essere l’unico modo per sradicare definitivamente il fenomeno mafioso, così come credo che oggi più che mai siamo vicini a un bivio. La mafia non ha degni ricambi, né degni eredi, dunque un tempestivo colpo di coda ne potrebbe decretare la definitiva morte.

Il secondo segreto riguarda la mia conoscenza di certi meccanismi perversi all’interno dei vertici istituzionali; 

del terzo e più forte segreto, ovvero quello sulla nostra Santissima Chiesa, preferisco parlarle direttamente a voce, tanto è grave e potente, che riguarda anche la scomparsa della cittadina vaticana Emanuela Orlandi. La Verità su questa vicenda è stata tenuta nascosta per anni perchè rivelarla sarebbe stato come aprire una scatola e portare alla luce verità così pesanti  da mettere seriamente in crisi un sistema che lega il Vaticano alle altre entità deviate. 

Nella speranza che accolga la mia richiesta di essere ricevuto e confessato, le porgo i miei più devoti saluti.

Vincenzo Calcara

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