Il Parlamento europeo a favore delle PMI costrette al fallimento da ritardi di pagamento

Approvata una risoluzione non legislativa che fissa limiti più accettabili ai ritardi di pagamenti, anche di autorità pubbliche, nelle transazioni commerciali che riguardano numerosissime start-up e PMI, in molte occasioni costrette al fallimento. 570 i voti a favore, 23 quelli contrari e 26 gli astenuti.

In Europa 6 imprese su 10 sono pagate in ritardo rispetto a quanto stabilito nel contratto – ha dichiarato Lara Comi (EPP, IT), relatrice per la commissione per il mercato interno – Con questa proposta introduciamo un maggiore sforzo per pagare entro i 30 giorni, una maggiore trasparenza riguardo il comportamento in materia di ritardo nei pagamenti, una white list per promuovere le imprese che si comportano correttamente e forme di compensazione obbligatorie e adeguate a livello fiscale”. 

I deputati hanno sottolineato l’importanza di controlli più rigorosi sui termini di pagamento, nonché di forme obbligatorie di compensazione adeguata per le imprese in attesa delle somme dovute da parte delle autorità pubbliche, in modo che non siano costrette a fallire a causa di ciò. Viene proposta una riduzione dei termini di pagamento dai 60 previsti dalla direttiva vigente  a 30 giorni

Il Presidente Tajani alla cerimonia del Parlamento Europeo per il Giorno della memoria delle vittime dell’Olocausto

“Per la prima volta il Giorno della memoria – ha detto il Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani – ha luogo nell’emiciclo del Parlamento europeo, durante la sessione plenaria. Con questo gesto vogliamo dare, oggi più che mai, un segnale forte: “Noi non dimentichiamo”. Perpetuare il ricordo degli inauditi crimini dell’olocausto non è solo un atto di commemorazione, ma una tappa essenziale nel processo di guarigione, personale e collettivo. È fondamentale per evitare che tragedie di questo tipo possano ripetersi in futuro. L’olocausto deve rimanere un monito perenne. Non dobbiamo tollerare atti di violenza e odio razziale.  

Secondo i dati dell’ultimo Eurobarometro – ha proseguito Tajani – il 50% dei cittadini europei ritiene che l’antisemitismo sia un problema nel proprio Paese. È la dimostrazione che, purtroppo, il virus dell’antisemitismo non è ancora stato debellato.  Dobbiamo reagire con fermezza ad ogni riaffiorare dei germogli dell’odio. I nostri valori e la nostra storia sono più forti dell’intolleranza e della violenza. L’Europa lo ha dimostrato più volte. Il Parlamento europeo è stato e sarà sempre al fianco di chi subisce atti d’odio e discriminazione. Nel 2016 abbiamo organizzato una conferenza di alto livello sul futuro delle comunità ebraiche in Europa e nel 2017 abbiamo adottato la nostra prima risoluzione contro l’antisemitismo. 

Insieme – ha aggiunto il Presidente Tajani – dobbiamo fare di più per difendere i principi della risoluzione delle Nazioni Unite che ha istituito il giorno della memoria: -promuovere programmi educativi; -rigettare qualsiasi diniego dell’olocausto; -condannare, senza riserve, ogni manifestazione di intolleranza su base etnica o religiosa. Il nostro messaggio di oggi è chiaro: nell’Unione europea non c’è posto per l’odio e per l’antisemitismo. Non permetteremo che si ripetano i tragici errori del passato: mai più.”

Il Parlamento interviene sulle priorità della BCE e dell’Unione Bancaria 

Approvate due distinte risoluzioni, con una rappresentazione del punto di vista dei deputati in materia e di tutti gli elementi da tenere in debita considerazione nell’anno 2019 . Una sulle attività della Banca Centrale Europea, curata da Gabriel Mato (PPE, ES) e passata con 500 voti favorevoli, 115 contrari e 19 astenuti. L’altra su quanto è stato fatto e quanto resta da fare sull’unione bancaria, curata da  Nils Torvalds (ALDE, FI) e approvata con 497 voti favorevoli, 125 contrari e 14 astenuti.

Con riferimento alla Banca Centrale Europea, i deputati sono favorevoli ad una riduzione controllata delle misure monetarie adottate durante la crisi finanziaria dalla BCE, valutandone però con attenzione la velocità in relazione al contesto. Richiamano anche l’attenzione della BCE alle preoccupazioni per le bolle immobiliari e il debito privato e alla opportunità di verificare  l’effettivo arrivo all’economia reale dei finanziamenti a costo speciale dati alle banche. Nel caso poi di Brexit senza accordo, viene auspicato l’intervento nell’UE della BCE per la stabilità dei mercati finanziari.

Per quanto concerne l’unione bancaria, ideputati auspicano l’armonizzazione delle valutazioni sulla stabilità/fallimento di una banca e una posizione comune dell’Unione europea per il rispetto delle norme antiriciclaggio. Viene chiesto anche alla Commissione di attivarsi per la riduzione del settore bancario ombra nel sistema finanziario dell’Unione. Chiesto anche un accordo sull’assicurazione europea dei depositi (EDIS).

Più finanziamenti ai giovani con ilFondo Sociale Europeo Plus (FSE+)

Il Parlamento europeo in plenaria ha approvato una proposta di aumento dei finanziamenti per il Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), destinato in gran parte ai bambini e ai giovani. Con 543 voti a favore, 81 contrari e 64 astensioni è passato il mandato per l’avvio dei negoziati che consentirà ai deputati di chiedere la posizione del Consiglio e di procedere rapidamente con i negoziati. La proposta del Parlamento prevede un aumento di FSE+ del 19%  di quanto la Commissione ha previsto con il bilancio a lungo termine dell’UE (2021-27). Più precisamente si passerebbe da 89,6 miliardi di euro a 106,8 miliardi, 105,7 dei quali amministrati congiuntamente da stati membri e UE. Più soldi, inoltre, ai giovani per l’occupazione e ai poveri per l’inclusione. I programmi e i progetti del Fondo Sociale Europeo, da più di 60 anni, sostengono la coesione territoriale, sociale ed economica, per una società più equa. Si occupano di lavoro, salute, povertà, inclusione sociale, educazione, condizioni di vita. 

Approvata dal PE la riforma del Fondo UE di adeguamento alla globalizzazione

Il ‘Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEAG)’, nell’occasione, ha visto cambiare anche il proprio nome in ‘Fondo europeo per la transizione (FET)’. Il nuovo Fondo ha visto aumentare anche la sua area di applicazione, con un maggior orientamento al futuro: sarà in grado di fronteggiare anche le negatività della transizione dovuta a fenomeni come l’automazione e la digitalizzazione, oltre a quelli dovuti alla classica globalizzazione, senza trascurare il passaggio ad una economia delle risorse. Sarà così possibile offrire sostegno anche ai lavoratori licenziati per cambiamenti ambientali o tecnologici.Il Parlamento ha anche abbassato la soglia di accesso delle aziende ai finanziamenti  a 200 o più licenziamenti, aumentando così il numero delle imprese UE che potranno presentare la relativa domanda al FET. Il Parlamento europeo ha approvato il testo legislativo con 570 voti a favore, 103 voti contrari e 14 astensioni.

Ventesimo anniversario dell’euro: l’intervento a Strasburgo del Presidente Tajani

Nella premessa di Tajani la considerazione che trecentoquaranta milioni di cittadini europei fanno uso dell’Euro, che è ormai la seconda moneta al mondo. La sua positività è stata sostenuta anche da tre intervistati su quattro in un recente sondaggio Eurobarometro. Grazie all’Euro il commercio, il turismo e le transizioni sono state facilitate da un mercato interno competitivo e aperto. Le economie meno forti hanno potuto contare sulla protezione della moneta unica durante la grande crisi e sul Quantitative Easing voluto dalla BCE.

 “Tuttavia – ha affermato il Presidente del Parlamento europeo – la crisi ha anche evidenziato l’incompletezza dell’edificio dell’Euro e alcuni errori compiuti nella gestione del problema dei debiti sovrani. Va riconosciuto che non tutti sono convinti del buon funzionamento della moneta unica. Anche in quest’Aula, vi sono colleghi che criticano la costruzione dell’euro, e che considerano l’Unione Monetaria e gli eccessi di austerità come un freno alla crescita e all’occupazione. Personalmente, resto convinto della bontà del progetto dell’Euro. Ma l’euro non è fine a sé stesso. Deve essere uno strumento per realizzare un’economia sociale di mercato, con l’obiettivo di portare prosperità e lavoro a tutti cittadini. È, dunque, imperativo finire l’edifico che abbiamo cominciato costruire. L’Unione Bancaria e il Mercato dei Capitali vanno completati al più presto, così come vanno portate avanti l’Unione Fiscale e quella Economica. Non possiamo rimanere in mezzo al guado, dove rischiamo di essere travolti da una nuova crisi.”

“I dati più recenti – ha proseguito e concluso Tajani – indicano un deciso rallentamento della crescita e della produzione industriale, con il rischio di una nuova recessione in alcuni Paesi europei. Crescono le disparità economiche e sociali tra i diversi territori dell’eurozona e, in alcune regioni, un giovane su due non trova lavoro. È evidente che mancano ancora strumenti efficaci per rilanciare gli investimenti, sostenere l’economia reale, creare lavoro e stimolare la convergenza sociale e regionale. È, dunque, urgente dare seguito alla richiesta di questo Parlamento di un bilancio adeguato a queste sfide. Il mio appello è che quella di oggi non sia una mera celebrazione, dove ci culliamo sugli allori, ma una presa d’atto dei problemi ancora aperti. Chiedo un’assunzione di responsabilità ai leader europei per avviare urgentemente quei cambiamenti necessari per rafforzare l’euro e rilanciare crescita e occupazione”. 

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