Il mistero del segreto di Stato

ustica-300x200I «fatti sanguinosi» di Ustica, Peteano, treno Italicus, piazza Fontana, Piazza della Loggia, Gioia Tauro, stazione di Bologna e rapido 904 non sono più coperti dal segreto di Stato.  

Matteo Renzi ha firmato la direttiva che dispone la declassificazione degli atti relativi a queste stragi: tutti i documenti processuali e di indagine nelle mani della amministrazione pubblica saranno consultabili da cittadini e studiosi che potranno finalmente leggere le carte di alcuni degli episodi più cruenti della storia d’Italia.

Beppe Grillo bolla come un bluff mediatico. Il leader del M5S, infatti, afferma che «sarà pubblicato solo ciò che è già pubblico da anni» e paragona Renzi all’ex presidente Usa Ronald Reagan che, «pur di farsi eleggere, promise di rivelare la verità sugli Ufo». Insomma, «è una balla».

Chi ha ragione? Come dice lo storico Aldo Giannuli su “La Repubblica” ormai tutta la magistratura, ha abbondantemente esaminato gli archivi dei servizi e dei corpi di polizia, acquisendo valanghe di documenti che sono finiti nei fascicoli processuali. Questa documentazione è stata consultata da giornalisti avvocati, studiosi ed è finita in migliaia di articoli, a cui vanno aggiunti molti libri sul tema.

Ma cos’è il segreto di Stato? Un termine che sembra evocare i più oscuri segreti, i complotti nazionali ed internazionali, l’antidemocraticità più assoluta.

In realtà il segreto di Stato è semplicemente un metodo di classificazione di documenti provenienti da diverse amministrazioni centrali dello Stato, che garantiscono la “segretezza”, ovvero il divieto di accesso a terzi non autorizzati, tutto quello che viene considerato di “interesse” per la sicurezza dello Stato.

Secondo la legge 03.08.2007 n° 124, art. 39 “sono coperti dal Segreto di Stato tutti gli atti, i documenti, le notizie, le attivita’ e ogni altra cosa la cui diffusione sia idonea a recare danno all’integrita’ della Repubblica, anche in relazione ad accordi internazionali, alla difesa delle istituzioni poste dalla Costituzione a suo fondamento, all’indipendenza dello Stato rispetto agli altri Stati e alle relazioni con essi, alla preparazione e alla difesa militare dello Stato”.

Al comma 9 dell’art. 30 della legge si prevede che “Decorsi quindici anni dall’apposizione del segreto di Stato, chiunque vi abbia interesse puo’ richiedere al Presidente del Consiglio dei ministri di avere accesso alle informazioni, ai documenti, agli atti, alle attivita’ alle cose e ai luoghi coperti dal segreto di Stato”.

La legge stabilisce, inoltre, che non si può opporre il segreto di Stato sulle attività giudiziarie intraprese contro reati di strage, devastazione, saccheggio tesi a minare la sicurezza dello stato, l’associazione mafiosa, e reati contro la pubblica incolumità.

Nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del D.P.C.M. 08.04.2008 chiarisce che il termine dei trenta anni vale anche per quei documenti archiviati precedentemente, all’entrata in vigore della legge.

Quindi? Nulla di nuovo sotto il sole. Quello che si poteva trovare è già stato trovato con buona pace dei teorici dei complotti, e di chi spera di trovare chi sa che cosa.

Come si è sempre detto, molti degli eventi luttuosi avvenuti in Italia, hanno sicuramente trovato appoggio in una manovalanza locale, ma rimane il sospetto che vi siano state interferenze internazionali, legate alle strategie della “guerra fredda” .

Il pensiero corre sicuramente agli impenetrabili archivi della NATO, con i codici di segretezza tutt’ora validi per tutti i Paesi membri.

E qui gli archivi restano inaccessibili, soprattutto perché dovrebbero essere resi pubblici da altri Stati (es. Francia) che al momento non sembrano assolutamente intenzionati a farlo.

Bisognerà quindi aspettare sempre che al momento dell’accesso agli archivi questi non saranno “depurati”, o come negli Usa in ottemperanza al “The Freedom Information Act” i documenti del Dipartimento di Stato possono essere inviati dopo venticinque anni agli Archivi nazionali, ma solo  dopo essere stati ben controllati e “declassified”.

di Gianfranco Marullo  

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.