Il Mercato del Libro in Italia: non va male ma neanche bene

Da più parti si alza un grido d’allarme per la chiusura delle piccole librerie, alcune anche “storiche”, come Paravia a Torino. La seconda più antica in Italia. Ma la crisi non colpisce solo quelle gestite da privati, ma il fenomeno inizia ad interessare, anche i colossi delle grandi case editrici.  La causa principale, di queste chiusure, viene data dalla crescita dei grandi distributori on-line  (Amazon soprattutto), ai formati e-book e anche quella degli audiolibri.

E’ solo un problema di distribuzione o esiste una crisi endemica del libro in Italia?

I dati dell’AIE (Associazione Italiana Editori)

 Scorrendo i dati dell’ AIE (Associazione Italiana Editori) il mercato del libro nel 2018, con 2,793 miliardi di euro, chiude per il quarto anno consecutivo in area positiva. Il comparto segna un +0,7%: una crescita meno accentuata rispetto al +2,8% del 2017. Considerato il peso di Amazon (stimato da AIE) e l’usato (il cosiddetto «secondo mercato»), il fatturato 2018 risulta essere di 3,170 miliardi di euro con un +2,1% rispetto al 2017. Se questo sembra un buon dato fa riscontro invece un dato negativo in confronto ad altri paesi dove l’Italia risulta soltanto nona con un ranking di lettura  (chi legge) del 64%. Prima sembra essere la Norvegia con il 90%.

Tra i lettori la maggioranza è fidelizzata unicamente al libro cartaceo il 58%, mentre un 36% conferma di leggere i libri anche in formato eBook e audiolibri. Il 6% legge esclusivamente in formato digitale. Il dato preoccupante rimane quel 40% che dichiara di non avere letto nessun libro nell’ultimo anno.

La libreria rimane un punto di riferimento

Per quanto riguarda il luogo di acquisto del libro la libreria rimane ancora un punto fermo, anche se la vendita on line continua ad aumentare passando da un 3% del 2007 al 24% del 2018. Perde costantemente la vendita nei  GDO (grande distribuzione) ridotta ad un 7%.

La scelta del libro

Ovviamente la scelta di un libro risponde a interessi specifici del lettore, (vanno calcolati es i libri tecnici, scientifici e quelli per ragazzi) quindi restano basilari il “passaparola” e il “consiglio del libraio”, e perché no, anche “il curiosare in libreria”.  Un ruolo importante lo svolgono ovviamente le community e i social network  es. l’aumento dei libri di contenuto fantasy. Non sembrano influire particolarmente le recensioni e le presentazioni in tv.

Il libro in digitale: l’e-book

Aumenta l’offerta di titoli non solo in cartaceo, ma anche in formato e-book, soprattutto per quei titoli di più largo consumo es. gialli avventura o particolarmente specifici testi di informatica, matematica ecc. Nonostante tutto l’ebook pur essendo apprezzato per il costo inferiore, la comodità di trasporto e la possibilità di archiviazione, non cresce quanto si pensava. Per molti lettori è giudicato negativamente per la difficoltà di lettura, l’immaterialità del formato, lo scarso confort visivo.

La piccola e media editoria

Molto vitale è il settore della piccola e media editoria, che sfrutta una maggiore libertà di scelta dei titoli specializzandosi sui contenuti con una scelta mirata verso i consumatori.

Le librerie indipendenti

Sono quelle che non appartengono a catene o grandi gruppi, che puntano ad una maggiore libertà di scelta dei titoli. Alcune su esempio di altre esperienze in altri paesi cercano di  diventare punti di riferimento culturali all’interno di quartieri, aprendo a incontri, dibattiti o semplicemente “ospitando” i lettori con piccole attività di ristorazione.

Certo il mercato della distribuzione negli ultimi venti anni è mutato profondamente, concentrandosi in catene, o  in spazi unici (centri commerciali). Il sistema dell’ “acquisto con un click”, è un modello di vendita concorrenziale in tutti i settori, e quindi negli ultimi tempi anche molti editori si sono appoggiati alle vendite on line.

Una curiosità: in Italia le lettrici sono in numero maggiore dei lettori maschi.

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