Il Medio Oriente, ISIS, M5s e il terrorismo

di battistauntitledUna intervista del deputato del M5s Di Battista ha scatenato una selva di polemiche soprattutto per quanto riguarda la frase giustificatoria del terrorismo come risposta ad attacchi dei “droni”.  

Come sempre si prende una frase senza leggere tutto il contenuto. E se la frase è espressa male o dimostra una poca conoscenza e chiarezza nei termini usati es. la parola terrorismo, tutto l’articolo va farsi benedire.

Certo l’articolo non è il massimo di una analisi geopolitica, ma nello stesso tempo pone dubbi e accredita ricostruzioni storiche che sono sostanzialmente vere.

Citando Von Clausewitz e la sua famosa frase “la guerra è la prosecuzione della politica con altri mezzi” aggiungeremmo che è anche la prosecuzione del dominio economico con altri mezzi.

E su questo non c’è dubbio. La politica dovrebbe stabilire un potere e questa si regge anche su una prevalenza economica e quindi  come la storia ha insegnato dietro ogni scontro politico c’è una scelta che fa riferimento a bisogni economici.

E qui chiaramente ci si dilunga sui problemi che hanno attraversato la regione mediorientale dalla caduta dell’Impero ottomano e la costruzione di stati più o meno reali dopo la prima guerra mondiale. Nell’articolo si punta il dito sulla politica americana che oggettivamente ha creato una profonda instabilità nell’area mediorientale.

Il crollo di Saddam, prima utilizzato in funzione anti-iraniana nel momento di massimo potere Ayatollah Khomeini, ricordiamo i sequestri nell’Ambasciata Americana a Teheran, con una guerra tra Iran e Iraq che ha causato milioni di morti, e l’uso del gas nervino da parte di Saddam. Dopo l’invasione da parte di Saddam, del Kuwait la prima guerra del Golfo, e la seconda guerra in Iraq che ha portato alla caduta di Saddam e la nascita di uno governo  sotto il controllo degli sciiti a scapito dei sunniti.

Da anni poi il mondo si è sempre chiesto che valore abbia spendere miliardi per armamenti,  quando questi soldi possono essere investiti in opere umanitarie, per ridurre le malattie, soprattutto nei paesi a maggiore rischio.  Anche qui nulla nuovo.

Resta una parte che riguarda l’Italia e il suo ruolo nella politica internazionale. La crisi economica che l’Italia sta vivendo e le spese per i famosi F35 che nessuno ha capito quali benefici possano portare all’economia italiana.

A leggerlo tutto l’articolo non è male in sé, nulla di innovativo, diremmo scolastico, ma che alla fine pone quei dubbi che tutti più o meno si pongono.

C’è uno scivolone sul terrorismo come risposta “obbligata” allo strapotere degli armamenti del nemico, ma anche qui al di la dei termini usati,  riteniamo sia un modo sbagliato di affrontare il tema.

Se andiamo a rivedere la storia l’uso delle armi contro la popolazione civile è sempre stato uno strumento di strategia bellica, teso a creare nel nemico una sorta di “demoralizzazione” elemento questo fondamentale per abbassare il “morale”  delle truppe nemiche.

Le varie convenzioni di Ginevra e dell’Aja avevano stabilito delle regole, soprattutto per il trattamento dei prigionieri di guerra, il comportamento degli eserciti nei confronti delle  popolazioni civili e il fatto che gli eserciti dovessero avere specifici segni di riconoscimento.

L’esperienza della Seconda Guerra Mondiale con i bombardamenti indiscriminati sulle città, es. Dresda, Hiroshima e Nagasaki  con la scusa di colpire obiettivi militari al loro interno, hanno dimostrato la fallacità di queste convenzioni.

L’espandersi di guerre asimmetriche, hanno coinvolto sempre di più le popolazioni civili e quindi anche l’utilizzo di metodiche di guerra che di fatto rendono gli obiettivi civili simili a quelli militari.

Ne sono esempio i sequestri e gli omicidi di civili, le autobombe, gli attentati a strutture economiche, sociali solo perché fanno parte di realtà giudicate “nemiche”.

Se poi consideriamo come la presenza di movimenti religiosi di tipo integralista hanno preso il posto delle ideologie, e che queste sembrano giustificare la morte dei nemici, si comprende come il fenomeno sia molto più complesso e difficile da interpretare.

E su questo l’Occidente non sembra avere idee chiare  in proposito.

In conclusione non ci sentiamo di gettare anatemi nei confronti del deputato Di Battista per quello che detto.

Gli consigliamo soltanto di controllare i termini e di approfondire gli argomenti  se si vuole indicare delle linee politiche, se no si parla dell’ovvio e anche male.

di Gianfranco Marullo

Nella foto il il deputato del Movimento 5 Stelle, Alessandro Di Battista

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