Il diverso che diverso non è

Non sono uno studioso di sociologia e nemmeno di antropologia ma da umile cittadino credo che la paura del diverso sia da sempre un cruccio della popolazione italiana, soprattutto di quella più anziana.

Entrati ormai da più di un decennio nel terzo millennio sarebbe giunto, a mio parere, il momento di affrontare la realtà del cambiamento anche nei comportamenti sessuali, cosa ancora difficile da accettare da parte degli italiani più conservatori.

Secondo questo concetto antiquato diverso è l’extracomunitario, l’uomo o la donna di colore, l’handicappato o l’omosessuale; si fa ancora fatica a comprendere che nessuno di questi individui, nell’essenza della persona, è diverso dai presunti normali. Il gay, per questo tipo di cultura, è il diverso per eccellenza, spesso vittima di razzismo. La persona che più delle altre subisce critiche feroci: dall’immoralità, alla patologia o addirittura alla pericolosità. L’omosessuale viene discriminato e marginalizzato anche solamente se viene percepito come tale.

Vivere l’omosessualità liberamente è un diritto di ognuno così come è un dovere di chi legifera dare a ciascuno pari dignità e difendere ogni individuo dalla violenza, sia anche essa solo verbale. Ciò che secondo me non è tollerabile è l’ostentazione dei propri gusti sessuali, siano essi omo o eterosessuali nulla cambia. Questo ritengo non sia sopportabile, almeno nei luoghi pubblici o davanti alle scuole dove, tale comportamento, potrebbe fuorviare menti, come quelle dei bambini, non ancora completamente sviluppate e aperte a visioni provocatorie.

Il diverso non è chi viene ritenuto tale da chi si sente “normale” è chi non riesce a vivere diversamente l’omofobia.

1 risposta

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.