I nostri dati fra le “nuvole”

L’avvento del  “cloud computing”,  la tecnologia che consente agli utenti di accedere ai propri contenuti da più parti della terra con qualsiasi dispositivo che disponga di una possibilità di accesso alla rete, è il tema principale dei nostri giorni. I dati, non più memorizzati nei cari “vecchi” supporti di archiviazione, saranno custoditi comodamente sulla nuvola che è il significato letterale della parola “cloud”. Nella realtà essi saranno conservati dal fornitore del servizio, su server reali di sua proprietà in non ben precisata zona della terra. Tutti i grandi colossi del mondo informatico si stanno muovendo per offrire servizi cloud per applicazioni e per contenuti. Certo, a conti fatti, la tecnologia sarà di grande utilità dal punto di vista pratico: guasti e malfunzionamenti del proprio pc, non rappresenteranno più un problema perchè sarà sufficiente rientrare nel proprio account da un altro dispositivo e tutto si ritrova. Ebbene si, un gran bel vantaggio dal punto di vista tecnico, che sta indirizzando i produttori hardware a commercializzare le prime “macchine” prive di  disco fisso e di applicazioni e dotate solo di sistema operativo.  Prima o poi gli utenti finali saranno “costretti” a ragionare in termini di servizi cloud,  che dal punto di vista della comodità offrono una praticità sbalorditiva. Niente più dotazioni tecniche con risorse impegnative, basterà un sistema operativo leggero, un account con un gestore di servizi e il gioco è fatto, l’accessibilità ai nostri contenuti sarà possibile ovunque ci troviamo. Tutto bello, tutto così straordinariamente futuristico. Ma con i nostri dati sensibili fra le “nuvole” siamo proprio certi che la sicurezza e la privacy risiederanno in cassaforte? L’utente potrà mai verificare in quale Stato sono archiviati i suoi dati? E potrà constatare se la normativa è la stessa rispetto a quella che vige nel suo Paese di appartenenza? E se decidesse di migrare il tutto presso un nuovo fornitore di servizi quali difficoltà potrebbe incontrare? Occorre tener conto poi, che la tecnologia evoluta del cloud è esclusivamente basata sulla connessione alla rete internet e che il network non deve avere mai arresti perché un eventuale blocco del servizio potrebbe provocare l’interruzione delle proprie attività. Tante sono le incertezze che si celano dietro alla nuova evoluzione tecnologica  del “cloud computing”. Sarà fondamentale conoscere perfettamente a cosa andiamo incontro prima di affidare le nostre attività ai gestori del Cloud. In merito a questo,  il presidente dell’Autorità Garante per la Privacy, Francesco Pizzetti ha invitato tutti  alla cautela ed ha fatto pubblicare una Guida per non commettere errori nell’approccio del Cloud computing: “Indicazioni per l’utilizzo consapevole dei servizi”.  (scarica la guida)

Massimo Ticchio

foto: cloudcomputingtechnology.org

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