I missili inglesi colpiscono Sirte

I Missili lanciati da Tornado britannici hanno colpito nella notte il bunker di Sirte dove ribelli e forze Nato ritengono possa nascondersi Gheddafi con la sua famiglia. Lo ha annunciato un comunicato del Ministero della Difesa britannico, anche se il ministro della Difesa Liam Fox ha tenuto a precisare che l’obiettivo non era Gheddafi : “L’attacco aveva come obiettivo quello di fare in modo che non ci sia un punto di comando e controllo alternativo nel caso in cui il regime dovesse lasciare Tripoli”.

In realtà non c’è la certezza che il colonnello si trovi a Sirte, sua città natale. Fonti del Consiglio Nazionale Transitorio lo danno ancora nascosto a Tripoli, nel quartiere di Abu Salim, ormai completamente circondato dai ribelli. Le segnalazioni che arrivano al comando centrale sono talmente numerose che spesso non vengono nemmeno verificate.

Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha fatto sapere la posizione dell’Italia sul processo a Gheddafi, una volta catturato. I ribelli vorrebbero che fosse giudicato in Libia, mentre l’auspicio è che venga processato dal Tribunale Penale Internazionale dell’Aja, l’unico che avrebbe la facoltà di accusarlo di crimini contro l’umanità.

Intanto si rincorrono le notizie di un Gheddafi che continua ad incitare le forze lealiste alla resistenza e si appella alle tribù affinché marcino su Tripoli: “Non lasciate Tripoli a quei ratti, uccideteli, sconfiggeteli rapidamente”.  Ma la sua rabbia si rivolge anche verso l’Italia, considerata oggi un paese nemico al pari di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti: “La Libia non sarà della Francia, di Sarkozy, dell’Italia e non sarà la quarta spiaggia di Roma” e, a proposito  di Lampedusa, ha aggiunto: “Mettete sui barconi migliaia di disperati e gettate l’isola nel caos”.

Procede invece positivamente il dialogo tra il Consiglio Nazionale Transitorio e la comunità internazionale. Ieri, cadute le ultime resistenze da parte del Sudafrica, l’Onu ha acconsentito a scongelare i beni libici per un valore di 1,5 miliardi di dollari, che saranno destinati alla ricostruzione postbellica. Nella giornata di ieri il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha incontrato il Premier del Cnt Mahmoud Jibril, che si è appellato all’Italia perché si prenda cura dei civili libici, spiegando l’importanza di aiuti internazionali per non abbandonare i ribelli davanti alle forze lealiste. Berlusconi si è impegnato a fornire addestratori e materiale per le scuole e gli ospedali e ha promesso di scongelare una prima tranche di 350 milioni di euro che serviranno a soccorrere la popolazione colpita.

Eleonora Alice Fornara

foto: eurojump.com

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