Ho un cervello… Si anche quello!

abbigliamento-colloquio-lavoroCi si prepara con accuratezza, si sceglie l’abito migliore, quello che ti fa sembrare abbastanza formale ma che conserva un po’ della tua femminilità, trucco leggero e sguardo fiero. Si, fiero perché si è studiato tanto, preparato il discorso, scritto la relazione da presentare, letto statistiche, articoli e opinioni.

Il miglior modo possibile per presentarsi all’incontro di lavoro che darà vita ad un progetto importante in cui investi tempo, impegno, sogni e aspirazioni.

L’accoglienza è delle migliori, sfoderi sorrisi compiti, cercando la posizione più comoda che ti permetta di armeggiare tra documenti e borsa, sedi l’ansia, respiri e pensi che se sei lì è frutto del tuo non arrenderti, del voler migliorare, dell’andare avanti a tutti i costi, frutto del credere che la tua intelligenza e la tua caparbietà ti condurranno a realizzare le tue aspettative.

Parli con tranquillità, sei sicura di ciò che dici e ti compiaci perché quel che ascolti mentre parli ha contenuti validi, non improvvisati, sei padrona dell’argomento e sai che sei la persona giusta in quel posto e in quel momento.

Il tuo interlocutore ascolta attento, annuisce, ti guarda, non prevarica, non ti interrompe ma c’è comunque qualcosa che non va.

Il suo sguardo vaga su te, ti squadra, indaga, corre su e giù, i documenti restano fermi nella mano, i suoi occhi si posano altrove. Pensi che il tuo esaminatore stia leggendo anche il tuo linguaggio non verbale, è importante per comprendere chi ha davanti e scegli la postura migliore, non gesticoli, non ti tocchi i capelli, ignori il prurito al naso e fingi di essere assolutamente a tuo agio.

Ma anche il suo corpo parla e lo fa con chiarezza, si protende in avanti, lo sguardo è insistente, scivola sulla scrivania e accorcia le distanze, poi sorride ed esordisce con la frase peggiore da pronunciare: “Lei è davvero una bella donna”.

Quel che dirà dopo sono solo sbuffi di polvere, spruzzi d’acqua sporca, cenere di sigarette che ti macchia i vestiti, nugolo d’insetti fastidiosi, fiori in putrefazione.

Ti senti violentata, indignata, oltraggiata.

La tua intelligenza subisce la più grande mortificazione, spegni i recettori, alzi la barriera respingendo l’invasore.

E non bastano le altre mille parole, i complimenti per il progetto presentato, per l’impegno profuso, per la passione mostrata, lasci i fogli, riprendi il tuo biglietto da visita, saluti con educazione e lasci la stanza mostrando con orgoglio il tuo lato migliore. La tua dignità.

di Deborah Capasso de Angelis

foto: iovalgo.com

1 risposta

  1. Bruno

    …la dignità … ma cos’è la dignità …..?
    ..la dignità è autodeterminazione, libertà, non accettare compromessi, grandezza di animo, purezza di pensiero, essere in pace con se stessi, non accettare di indossare una maschera, non avere sensi di colpa, l’essenziale non il superfluo, equilibrio, l’ultima cosa che si può perdere dopo aver perso tutto, …..il peggior delitto che si può compiere è togliere la dignità ad una persona….

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