Greenpeace: Summit sul clima delle Nazioni Unite, l’Italia e l’Europa devono fare di più

building-cc-UN-PhotoJoao-Araujo-PintoSi tiene oggi a New York il Climate Summit, promosso dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, in cui più di 140 capi di stato del mondo sono chiamati a dichiarare il proprio impegno per proteggere il clima, chiarendo quali politiche intendono mettere in campo per costruire un nuovo accordo internazionale dopo la fine del protocollo di Kyoto. 

L’Italia, rappresentata dal capo del governo Matteo Renzi e dal ministro per l’Ambiente Gian Luca Galletti, parteciperà al summit mentre ha la Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea. Durante il suo semestre, l’Unione – il 24 ottobre prossimo – dovrà fissare nuovi target per la protezione del clima al 2030 e decidere quindi su abbattimento delle emissioni di gas serra, crescita di fonti rinnovabili ed efficienza energetica.

«Ci chiediamo con quale voce parlerà Matteo Renzi al summit di New York quest’oggi», dichiara Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. «Deve essere difficile intervenire in un contesto simile mentre si imprime all’Italia una ‘svolta fossile’, con una deregulation selvaggia per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi, neanche fossimo in Arabia, e frenando continuamente la crescita di rinnovabili ed efficienza.»

Secondo Greenpeace, l’Italia e l’Europa dovrebbero fare molto di più. I nostri leader sono chiamati a prendere decisioni coraggiose e radicali, senza più rinvii e ulteriori perdite di tempo. Questo anche alla luce di quanto accade: solo due giorni fa, centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo hanno dato vita alla più grande manifestazione globale per la difesa del clima; intanto è stato registrato il nuovo record storico di concentrazione di gas serra e – è notizia di oggi – il trend di contrazione della calotta polare artica non si arresta.

«L’Italia sta dando un’opaca prova di sé anche in Europa, dove il confronto che dovrebbe portare alla definizione di nuovi target per la protezione del clima sembra assestarsi su obiettivi ben poco ambiziosi, non in linea con i moniti che ci vengono dalla scienza e con il potenziale che l’Unione potrebbe esprimere», conclude Boraschi.

Non è più tempo di rimandare. Per salvare il clima si deve promuovere una profonda rivoluzione dell’energia, abbandonando i combustibili fossili e puntando su rinnovabili ed efficienza energetica. Proteggere il clima è l’unica strada per scongiurare un futuro di catastrofi, di migrazioni di massa, dove a fare le spese del riscaldamento globale sarebbero soprattutto le aree già oggi più povere e indifese del Pianeta. I recenti disastri del Gargano e di Firenze, gli ultimi di una lunga scia di eventi metereologici estremi, devono ricordarci che l’Italia è tutto fuorché al riparo dagli effetti del cambiamento climatico: e deve fare la sua parte, abbandonando le fossili e puntando sulle energie rinnovabili e l’efficienza energetica.

di Redazione

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