Giustizia sommaria?

giustizia-1024x761Dopo l’ennesimo incidente mortale, causato mercoledì scorso a Roma da un conducente criminale, crediamo sia arrivato il momento, da parte delle istituzioni preposte, di affrontare in maniera determinata la questione giustizia, agendo con pene severe e certe sui responsabili.

Questa volta la vittima di turno è una donna filippina di 44 anni, Corazon Abordo Perez, travolta insieme ad altre otto persone dalla guida sconsiderata di un giovane di etnia Rom, ancora latitante. Domani potrebbe capitare a chiunque di noi incroci per strada un folle del genere.

Purtroppo le diverse manifestazioni, regolarmente organizzate da gruppi di cittadini indignati dopo i vari incidenti, più che un omaggio alla vittima sembrano essere diventate un rituale dovuto per sentirsi a posto con le coscienze e contestare, a volte strumentalmente, l’istituzione di turno coinvolta. Poi, fino all’incidente successivo, tutto tace.

Ma perché in Italia c’è la sensazione che la giustizia sia blanda e approssimativa?

Senza stare a fare i soliti paragoni esterofili, che vorrebbero farci credere all’erba del vicino sempre più verde, crediamo che questa percezione sia dovuta alla inefficacia della Giustizia che si riscontra quotidianamente vivendo nel nostro Paese.

Dalla disubbidienza delle regole più banali, alla inosservanza di quelle più importanti. Dalle trasgressioni del codice della strada, alle violazioni sulla vita privata delle persone e sui beni propri, ci confrontiamo quotidianamente con una giustizia che non garantisce più la sicurezza al cittadino, offrendo invece al delinquente la percezione, a volte reale, dell’impunità.

Questa impressione di “normalizzazione” del reato, della impossibilità a contrastarlo, sia esso di poca rilevanza o con valore penale, unita al buonismo estremo di alcuni partiti nazionali, ha portato l’Italia del diritto ad un paese senza regole.

Qualcuno afferma che troppe leggi in realtà sono inutili, perché aumentano la confusione, le contraddizioni e quindi poi è più facile farla franca. Effettivamente siamo pieni di regolamenti, di commi che se studiati a dovere spesso sono in contraddizione tra loro. E qui lo spazio per il non rispetto delle regole, o con la consapevolezza che la sanzione prevista è minima se non inesistente, rende la legge del tutto inutile.

Soprattutto in certi ambiti come quello della circolazione stradale, del commercio, (basti pensare a tutti i venditori abusivi), dell’edilizia, ormai siamo di fronte ad un far west di leggine, regolamenti, commi, che alla fine rendono le loro applicazioni praticamente impossibili.

Si tende a mettere una pezza nuova su un vestito vecchio e quindi anche con tutte le buone intenzioni il sistema, soprattutto a livello locale, non funziona e l’illegalità avanza dando la sensazione che tutto sia ormai fuori controllo.

Quali soluzioni quindi? Innanzitutto aumentando le sanzioni amministrative, rendendole efficaci ed impedire, “prima” che si strutturino, le attività illegali, es. insediamenti abusivi, commercio contraffatto, ecc.. Sarebbe sicuramente il migliore metodo per dare la sensazione di un controllo del territorio efficace e preventivo.

Insomma impedire sul nascere quelle situazioni di degrado, o d’illegalità che se si strutturano diventano “normali” e quindi molto difficili da reprimere o da sanare. Senza dimenticare la certezza della pena per i responsabili di reati.

Applicare la giustizia è anche questo.

di Enzo Di Stasio

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