21 settembre: Giornata Internazionale della Pace

giornata-internazionale-della-pace-2013-634x396Il 30 novembre 1981, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite istituì la Giornata Internazionale della Pace, tramite la Risoluzione 36/67. Vi è anche la Risoluzione 55/282, datata 2001, che ha rafforzato la portata di questa Giornata Internazionale, in cui l’Assemblea chiede ufficialmente che per tutta la durata della commemorazione «gli Stati si impegnino ad osservare la sospensione delle ostilità e della violenza».

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Questa giornata importante, giunta alla trentacinquesima commemorazione, deve essere un giorno in cui gli Stati membri delle Nazioni Unite, le organizzazioni regionali, le organizzazioni non governative e i singoli individui vengono spronati a riflettere se lo scenario, dagli stessi voluto in-direttamente, possa essere di degna civiltà umana.

L’Immigrazione

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La tematica dell’immigrazione, strettamente legata al tema della Pace Internazionale, risulta essere fra le prime nell’agenda di Capi di Stato, e di aspiranti politici nazionali, che continuano a lasciar in secondo piano l’agire in chiave strategica sul piano civile, sociale ed economico in quei Paesi che si stanno spopolando. Se la Siria continua ad essere colpita da conflitti interni ed esterni, l’ONU ha il diritto e dovere al ripristino della pace, che sia direttamente proporzionale alla situazione politica del Paese.

Norberto Bobbio

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Come sostenne Norberto Bobbio, nel suo saggio Il problema della guerra e le vie della pace, «molte guerre che avrebbero potuto esserci non ci sono state, perché sono state soffocate prima che scoppiassero. La storia c’insegna tanto che gli uomini hanno fatto guerre quanto che non le hanno fatte: la guerra è un evento non necessario, ma possibile».  La guerra, quindi, non deve essere intesa come una necessità, ma come una cessazione dei diritti umani. Bisogna ambire al pacifismo, e con esso scoprire e studiare qualsiasi azione che possa essere utile all’imminente situazione tragica che una guerra andrebbe a scatenare, un richiamo alla teoria costi-benefici, in cui il vantaggio guerra diverrebbe uno svantaggio generale.

Papa Francesco

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Anche Papa Francesco, da Assisi, oltre a richiamare i principi e lo stile misericordioso e caritatevole di San Francesco – uomo che ha abbandonato ogni bene materiale per l’amore di Dio, afferma: «Non esiste un Dio di Guerra». Il richiamo all’umiltà e alla consapevolezza di essere rispettosi verso l’Altro deve essere un modus operandi giornaliero.

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