Gestione commissariale del debito di Roma Capitale: cos’è e dove sono i meriti della giunta Raggi

Gestione commissariale di Roma Capitale. Per rompere l’accerchiamento delle critiche sulla propria amministrazione, giorni fa la sindaca Raggi ha tenuto una conferenza stampa in Campidoglio. Il primo cittadino ha trionfalmente annunciato che “tra due anni” ci sarebbe stata la fine della gestione commissariale del debito pregresso, grazie a un presunto risanamento delle casse comunali.

Ora, essendo tale fausto avvenimento previsto tra due anni, non si capisce per quale motivo venga annunciato proprio ora. Forse, per confondere le acque dei fallimenti romani, in vista delle prossime europee. Inoltre, la sindaca ha sorvolato di spiegare bene quali siano i presunti meriti della propria amministrazione, essendo tale gestione affidata a un commissario esterno. Cerchiamo allora di fare chiarezza.

Quali sono i debiti affidati alla gestione commissariale

Per prima cosa, va precisato che qualsiasi amministrazione pubblica italiana o estera, anche lo Stato giapponese, per amministrare, è costretto a far debiti. Lo Stato italiano ha un colossale debito pregresso pari a 2300 mil.di di euro e il dibattito politico degli ultimi sei mesi del 2018 ha avuto come unico oggetto il quantum del suo incremento.

Se tutte le amministrazioni pubbliche sono costrette a far debiti per fornire servizi adeguati ai cittadini, non si vede perché non lo abbia dovuto fare il comune di Roma. Tra l’altro, nonostante tutti gli oneri derivanti dal suo ruolo di Capitale, Roma è (e sostanzialmente lo è tuttora) soggetta alla stessa legge dell’ultimo comune d’Italia, di poche decine di abitanti.

Il debito di cui si fa riferimento fu contratto dall’ amministrazione Veltroni, tra il 2004 e il 2008. Di conseguenza, se il comune all’epoca ha contratto quei debiti, lo ha fatto per destinarlo all’erogazione dei servizi ai cittadini (trasporti e nettezza urbana), alle manutenzioni (le buche delle strade) e alle opere pubbliche (realizzazione metropolitane). Da questo punto di vista, il “presunto” risanamento dell’attuale amministrazione ha avuto risultati completamente opposti.

Quando Veltroni abbandonò il comune per gareggiare velleitariamente nelle politiche nazionali, alla guida del governo cittadino successe il PdL Gianni Alemanno. Data una scorsa ai conti, al nuovo primo cittadino si drizzarono i capelli, essendo del tutto nuovo ad amministrare una grande città. Con notevole furbizia, tuttavia, alzò il polverone del presunto “buco” di bilancio lasciatogli dal suo predecessore. Chiese quindi di farsi erogare fondi aggiuntivi dal governo nazionale, ora guidato dal suo compagno di partito Silvio Berlusconi. I democratici, scottati dalla sconfitta, rinunciarono a difendere l’operato del precedente sindaco ed Alemanno ebbe successo.

Qual è stato il ruolo dei vari commissari e quello del comune

Il governo Berlusconi emanò una legge che affidava tutta la gestione degli impegni finanziari contratti dall’amministrazione, tra il 2004 e il 2008, ad un commissario straordinario. Al commissario si affidava anche la verifica dell’esigibilità dei debiti e, a rigore, anche dei crediti. Alemanno riuscì a strappare che un terzo dei debiti sarebbero stati finanziati dallo Stato, un terzo dalla Cassa depositi e prestiti e solo un terzo dal comune di Roma. La verifica mise in luce che tali debiti ammontavano a circa 12,8 mil.di euro. Una bazzecola, in confronto ai 2300 mil.di dello Stato italiano!

Ora, in base alla legge, sono stati i commissari succeduti nel tempo (da ultimo il dott. Alessandro Beltrami) a farsi carico del soddisfacimento dei debiti in questione e non l’amministrazione comunale. Il commissariamento ha avuto inizio nel 2011 e si protrarrà sino al 2021. Il comune (ora Roma Capitale) ha provveduto soltanto a corrispondere la propria quota, pari a un terzo di quanto, a rigore, dovuto. Così hanno fatto le amministrazioni comunali che si sono succedute e così ha fatto la giunta Raggi, dal 2016 a oggi. Quali meriti ha, in più, rispetto alle altre? Misteri della politica.

Virginia Raggi ha dichiarato che, oltre a fare la sua parte, versando puntualmente alla gestione commissariale la propria quota, la sua giunta ha anche “risanato” il bilancio attuale, non contraendo ulteriori debiti. Sull’esattezza dei conti di bilancio, i revisori dei conti, tuttavia, hanno avuto da ridire più di una volta.

Tornando poi al concetto che per governare decentemente una nazione o una città (tanto più Roma Capitale) è indispensabile contrarre debiti, ne consegue che questa giunta non ha saputo governare decentemente. Cioè, esattamente il contrario di quanto sbandierato. Ecco perché l’erogazione dei servizi delle aziende di trasporto e della nettezza urbana, le manutenzioni stradali e del verde, le scale mobili della metro, i cantieri stradali si trovano nello stato che vediamo tutti i giorni. Il tutto, per la precisione.

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