Gerusalemme: le 150 lingue del “PATER” incise sulle maioliche del chiostro

bb-15-cdsc04091La chiesa del Padrenostro sul Monte degli Ulivi a Gerusalemme, fu costruita per volontà di Elena, madre dell’imperatore Costantino. Dopo essere stata distrutta e riedificata dai crociati, fu nuovamente distrutta. 

Il santuario del “Pater” ed il Convento Carmelitano, alcune delle principali mete di pellegrinaggio religioso mondiale, furono fondati nel 1875 sulle rovine di una chiesa del XII secolo.

150 LINGUE

Piccola curiosità: nei corridoi dei chiostri, sopra le edicole composte da piastrelle in maiolica vi è scritto il Padre Nostro in 150 lingue, incluso aramaico e cinese. La versione del Padre Nostro è quella dell’apostolo ed evangelista Matteo (6,9-13) “l’esattore delle tasse” e non quella del terzo evangelista, Luca, che per tradizione è più legato al luogo in questione. Si tratta del testo inserito nella famosa sezione del “Discorso della Montagna”.

La ragione dell’esposizione permanente dei “Pater” in più di 150 lingue affonda le sue radici in una tradizione risalente al periodo crociato. Un pellegrino, nel 1102, raccontò di aver sentito parlare di una tavola di marmo con inciso il Padre Nostro in lingua ebraica. Un altro, nel 1170, testimoniò di averne vista una in lingua greca sotto l’altare (evidentemente della cappella crociata). Durante gli scavi fu ritrovata pure una versione in latino.

Ovviamente i testi presentano diversi caratteri di scrittura e anche le funzioni religiose che si svolgono in Terra Santa alternano letture nelle varie lingue. Così la liturgia principale (latino e arabo) viene replicata anche in italiano inglese, spagnolo, francese, polacco, tedesco, russo ed ebraico.

ORIGINE DELLA PREGHIERA

In una fonte gnostica del terzo secolo, gli “Atti di Giovanni”, si parla di una grotta situata sul Monte degli Ulivi. Si fa riferimento all’insegnamento di Gesù, ma non si parla del “Pater”. Dopo il racconto della sosta presso l’abitazione delle sorelle di Lazzaro, nel Vangelo di Luca si legge: “Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli. Ed egli disse loro: Quando pregate dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci in- durre in tentazione”.

IN QUALE LINGUA PREGAVA GESU’

Gesù parlava l’aramaico, la lingua corrente del tempo. Ecco come avrebbe recitato il Padre Nostro:

“Abhùna di bishmayyà (Padre nostro che sei nei cieli), yithqaddàsh shemàkh (sia santificato il tuo nome); tethè malkhuthàkh (venga il tuo regno); tithabhèdh reuthàkh (sia fatta la tua volontà), kedhì bishmayyà ken bearà (come in cielo così in terra). Lakhmàna habh làna sekhòm yom beyomà (Dacci oggi il nostro pane quotidiano), ushebhùq làna khobhàyna (e rimetti a noi i nostri dEbiti) kedhì aph anàkhna shebhàqna lekhayyabhàyna (come noi li rimettiamo ai nostri debitori), weàl taalìna lenisyòn (e non ci indurre in tentazione), ellà petsèna min beishà (ma liberaci dal male). amèn

di Simona Mazza

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