George Michael è morto: 2016, anno nefasto per la musica e per gli artisti

george-mL’anno nefasto per la musica, il 2016, ci ha portato via anche lui, l’idolo dei ragazzi e delle ragazze anni 80, George Michael.

La notizia è ormai di dominio pubblico dalla sera di Natale, si è spento proprio nella sera del 25 dicembre, tanto per citare una sua canzone di grandissimo successo, metà anni ’80. Aveva 53 anni.

La polizia: “Non ci sono circostanze sospette” legate alla scomparsa dell’artista. Il manager: “E’ stato ucciso da un problema cardiaco“. La sua lunghissima carriera: 100 milioni di dischi in 40 anni.  La notizia data anche dai social e dalla sua pagina facebook dove il suo staff aveva scritto che l’artista “si era spento serenamente”.

Non mi ha mai dato fastidio che si pensasse di me come ad una popstar. La gente ha sempre pensato che volessi essere visto come un musicista serio, ma non è così: volevo solo che la gente sapesse che ero assolutamente serio sulla musica pop”. 

Noi, ragazze anni ’80:

freedom-georgeNoi, che quando andavamo dal parrucchiere chiedevamo  “fammi i capelli come quelli di Linda Evangelista nel video di Freedom  e lui ci rispondeva categoricamente, in perfetto humor inglese “ok, per tutto il resto non posso fare nulla però!”

Siamo stati tutti ragazzi anni 80, orfani oggi di quel pop leggero e dissacrante, come anche dei testi  più impegnati.

Dagli Wham! (col punto esclamativo, perché negli 80s bisognava farsi notare, mica era tutto low-profile come oggi) e da Wake me up (before you go go) in poi non ne aveva sbagliata una: Last Christmas, Father Figure, Careless Whisper (come era bella Careless Whisper, con quel sax meraviglioso e quel ritornello intriso di malinconia e neoromanticismo), I want your sex e poi Faith.  Dopo gli Wham, l’inizio della sua avventura solista, nel 1986, è assolutamente eccezionale, clamoroso: un duetto con Aretha Franklin, la leggendaria regina del soul americana, idolo e punto di riferimento contro il razzismo e la discriminazione, un passaporto non solo per le parti alte della classifica americana ma soprattutto per il continente della “grande musica”.

Il video, famoso per le super top model anni 80 e 90:
george-michaelFaith, magnifico, con il videoclip di lui fichissimo nel suo giubbotto di pelle con scritto sopra “REVENGE” e i Ray Ban a specchio in barba a Tom  Cruise in Top Gun, i soliti capelli magnifici che non si scomponevano neanche con le cannonate e la barbetta di tre giorni.  In “Freedom“,  pur tappezzando il video (diretto da David Fincher,) di modelle “strafighissime” (Naomi Campbell, Linda Evangelista, Christy Turlington, Tatjana Patitz, Cindy Crawford), si tolse la soddisfazione di far bruciare il giubbotto di pelle ed esplodere il juke box e la chitarra che comparivano in “Faith”.

Alzi la mano chi tra noi non si sia sentita, almeno per un attimo, Cindy Crawford nella vasca da bagno o Naomi in reggicalze.

Michael era arrivato al successo con i Wham, diventando dei personaggi più popolari del pop degli anni Ottanta, conquistando legioni di fan adolescenti e riportando nelle canzoni, nel pieno dell’esplosione post punk, la melodia; una musica definita da fotoromanzo rosa, quella degli Wham, mentre l’Inghilterra si colorava delle tinte della new wave, tra dark, elettronica e “new romantics

L’omaggio della Royal Philharmonic:

La Royal Philharmonic Orchestra aveva pubblicato un cd nel 1998 intitolato “The Royal Philarmonic Orchestra Plays the Music Of George Michael” contenente 12 pezzi strumentali dei maggiori successi di George Michael:

Careless Whisper
Jesus to A Child
Praying For Time
Fastlove
Too Funky
Freedom 90
Kissing a Fool
One More Try
Father Figure
Faith
Heal the Pain
A Different Corner

george-e-queenOltre ai leggeri e mitici anni ’80 e metà 90, vale la pena ricordare  le innumerevoli prese di posizione contro la politica di Margareth Tatcher ma anche contro quella di Tony Blair sull’Iraq, le molte battaglie in difesa dei diritti dei gay (anche se alcuni suoi colleghi omosessuali lo hanno spesso accusato di essere stato troppo “morbido” sulla materia), nonostante il “coming out” post scandalo ed anche la partecipazione al Live Aid e al Mandela Day.  Vogliamo ricordarlo anche per lo splendido tributo a Freddie Mercury,dopo la sua morte, in quel famosissimo, emozionante live. Nel 1991 e nel 1992 ci sono le sue esibizioni più leggendarie, infatti, quella allo stadio di Wembley con Elton John e quella al tributo per Freddy Mercury, quando canta in maniera magistrale “Somebody to love”.

George si aggiunge al triste elenco di artisti scomparsi nel 2016:

Ad aprire le danze dei cantanti morti nel 2016 è stato addirittura il camaleontico, eclettico e rivoluzionario Duca Bianco del Rock: David Bowie, morto a 69 anni il 10 gennaio. Una carriera straordinaria e molto prolifica, soprattutto tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’90.

Una settimana dopo, il 18, scompare a 67 anni il cantante degli Eagles, Glenn Frey. Il 28 gennaio addio a uno degli eroi di Woodstock: Paul Kantner. Leader dei Jefferson Airplane, deceduto a 74 anni.  L’8 marzo invece muore a 90 anni il produttore dei Beatles, Sir George Martin. L’11 marzo è il turno del 71enne Keith Emerson, principe delle tastiere, fondatore di due gruppi britannici, The Nice ed Emerson, Lake & Palmer, a cui si è aggiunto pochi giorni fa, Greg Lake.  Finiti, i mitici ELP.

Il 30 marzo ci ha lasciato a 57 anni Gianmaria Testa, cuneese, definito “il cantore degli ultimi”, artista raffinato ed elegante.

Il 21 aprile si è spento Prince, icona Pop anni ’80, influenzando generazioni di artisti e vendendo milioni di dischi.

A novembre, Leonard Cohen, poeta e cantante canadese e’ morto a 82 anni poco dopo la pubblicazione dell’ultimo album, “You Want It Darker”,  Sharon Jones,  18 novembre, l’ambasciatrice del soul e funk, ribattezzata la “James Brown femminile”, se ne e’ andata per un tumore all’eta di 60 anni. La sera della Vigilia, il 24 dicembre, ci ha lasciati anche il chitarrista degli Status Quo Rick Parfitt,  deceduto all’età di 68 anni per una grave infezione. La serata del 25 dicembre 2016 si chiude con George Michael.

Che dire, brividi.

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