Festa dell’Immacolata

Ogni anno la festa dell’Immacolata Concezione rappresenta l’occasione più bella per rinnovare alla Vergine Madre l’omaggio di tutta la comunità cristiana.

Contemplando il grande mistero dell’Eucarestia, vogliamo invocare anche la “piena di grazia” (Lc 1,28), Colei che Dio ha amato e prescelta sin dall’eternità. Ma cosa significa Maria Immacolata? Cosa dice ai cristiani questa solennità? Guardando l’icona di Maria Immacolata, contempliamo la Vergine in ascolto, Colei che vive di Dio, custodendo nel cuore la sua Parola; contempliamo la prima tra i Credenti che si abbandona fiduciosamente in Dio; l’umile Madre che quando occorre sa mettersi da parte e la donna coraggiosa che, a differenza degli Apostoli, se ne sta ritta sotto la croce.

Maria Immacolata è l’essenza della Chiesa e da lei dobbiamo imparare per diventare noi stessi “immacolati” al cospetto del Signore (cf Ef 1,4). Ma per rispondere in maniera più esaustiva alla precedente domanda è necessario ricorrere a due immagini proposte dall’odierna liturgia: l’Annunciazione dell’Angelo (Vangelo) e la lotta eterna tra il bene e il male (prima lettura). Dalla prima immagine ci piace focalizzare il saluto dell’Angelo, un gesto decisivo per la storia della salvezza e precedentemente prefigurato molte volte nelle pagine dell’Antico testamento. La piena di grazia è Maria, donna di una provincia sconosciuta scelta da Dio tra i membri del resto d’Israele per essere la Dimora vivente di Dio, il germoglio che spunta dal tronco di Davide, il virgulto da cui nasce la redenzione e la prova che Dio con gli uomini, nonostante la triste vicenda del peccato, non ha fallito. In Cristo, infatti, frutto benedetto del grembo verginale di Maria, Dio ha redento il suo popolo.

La seconda immagine è una suggestiva metafora tratta dal Libro della Genesi che, rispetto a noi, rimarca una grande distanza storica e, perciò, difficile da interpretare. La prima lettura allude ad una lotta, quella tra l’uomo e il serpente, tra l’uomo e le potenze del male. Ma in questa stessa lotta si preannuncia la vittoria di Dio che nell’immagine della stirpe della donna, schiaccia la testa al serpente e sconfigge per sempre il potere di satana. Se ascoltiamo attentamente questo testo, certamente cominceremo a comprendere cos’è il peccato originale e cos’è la redenzione attuata da Dio in Cristo. Qual è, dunque, il messaggio della prima lettura (Gen 3, 9-20)? Adamo, persuaso dal serpente, dalle forze del male, non ha più fiducia di Dio. L’uomo vede in Dio il suo antagonista, colui che limita la sua libertà. “Dio va messo da parte – egli pensa – solo così possiamo realizzare in pienezza la nostra libertà”. Fidandosi della menzogna e non della verità, la vita dell’uomo sprofonda nel vuoto e nella morte. Egli non sa che l’amore non è dipendenza ma dono prezioso che ci fa vivere. Se l’uomo rema contro l’amore (contro la verità, contro Dio), allora si autodistrugge e pian piano distrugge anche il mondo.

Carissimi, il racconto di Genesi 3, descrive molto bene non solo la storia delle nostre origini ma anche quella di tutti i tempi; anche noi, quindi, portiamo dentro il nostro cuore una goccia di quel veleno che chiamiamo comunemente “peccato originale”. L’odierna mentalità sostiene che il voler fare da sé faccia parte del vero essere uomini; che forse il male in fondo in fondo è una cosa buona e che di esso, almeno un po’, abbiamo bisogno per sperimentare tutta la pienezza del nostro essere. Osservando attentamente e con occhio critico tutto ciò che ci circonda, possiamo attestare con estrema certezza che non è proprio così; il male, infatti, avvelena l’uomo sempre più, non lo innalza, ma lo abbassa, lo umilia, lo impoverisce e lo danneggia. La festa dell’Immacolata è perciò una grande occasione per prendere l’iniziativa e abbandonarci totalmente nelle mani di Dio, perché solo in Lui troviamo la fonte di ogni bene e la vera libertà. L’uomo che si volge verso Dio non è più povero; diventa, al contrario, una persona sensibile e, quindi, benevola ed aperta. L’uomo si riscopre, così, come un essere relazionale, così che più si avvicina a Dio, più si fa vicino agli uomini. Questa verità si realizza pienamente in Maria: lei si fa prossima agli uomini perché vive totalmente vicina a Dio. Ecco

di Fra’ Frisina

foto: regioni-italiane.com

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