Ezio Bosso: un pianoforte contro la malattia, nelle tante stanze dell’anima

c1e5d309-119e-45c3-bcbc-58b599e8ac73Il pianoforte contro la malattia. Ieri sera a Sanremo, abbiamo sentito suonare un angelo, un vero talento.

Ezio Bosso nel 2011 ha subito un intervento al cervello che, come spesso ha dichiarato, l’ha costretto ad affrontare una “storia di buio”. E la malattia si è aggiunta a una sindrome autoimmune che lo costringe a camminare con l’aiuto di un bastone. Ora, dice, si sente “un uomo con una disabilità evidente in mezzo a tanti uomini con disabilità che non si vedono”.

A un certo punto avevo perso tutto, il linguaggio, la musica: la ricordavo, ma non la capivo. Suonavo e piangevo, per mesi non sono riuscito a far nulla. La musica non faceva parte della mia vita, era lontana, non riuscivo ad afferrarla. Ho scoperto così che potevo farne a meno. E non è stato brutto. È stato diverso, è stata un’altra esperienza. Ho imparato che la musica è parte di me, ma non è me. Al massimo, io sono al servizio della musica”.

Lentamente, dopo l’operazione e con varie fisioterapie, terapie, riabilitazioni numerose e continue, ha riconquistato “la coordinazione tra corpo e mente necessaria per tornare al pianoforte”, il suo grande amore.  

Mistico e trascendente fino all’infinito delle sue stanze dell’anima.

0a9576d2-4d04-4456-a7dd-387f3743a5c2Ha poi scoperto nuove verità: “Che siamo belli. Noi esseri umani siamo bellissimi, ma spesso, chissà perché, tendiamo a dimenticarcene. Che non esistono storie brutte, ma solo tristi, o allegre. E che dobbiamo avere paura solo delle storie noiose. Ora parlo a fatica, non posso più correre, ma riesco ancora a suonare. E nel momento in cui metto le mani sulla tastiera volo lontano da ogni problema. Se prima provavo per dieci ore al giorno adesso dopo due mi devo fermare (saranno contenti i miei vicini di casa)”. E ancora “compongo e mi sento libero“.

Ho smesso di domandarmi perché. Ogni problema è un’opportunità”. “Sono un musicista, uno che si dedica alla musica e che si dedica agli altri attraverso la musica. E fa la musica in cui crede. Perché la musica ci insegna la cosa più importante: ad ascoltare e ad ascoltarci l’un altro“.

71bdcc0d-5cb3-4b1c-bf90-1ce1e6bfa5deTra le sue collaborazioni quella ormai storica con Gabriele Salvatores, per il quale  ha scritto varie colonne sonore compresa l’ultima per il film “Il ragazzo invisibile”. La malattia, che a volte lo tiene lontano dal pianoforte, non lo spaventa. “La malattia non è la mia identità, è più una questione estetica. Ha cambiato i miei ritmi, la mia vita. Ogni tanto “evaporo”. Ma non ho paura che mi tolga la musica, perché lo ha già fatto”. Bosso, o semplicemente Ezio, come ama farsi chiamare, è un grande pianista, direttore d’orchestra, musicista, ma soprattutto un uomo; un giovane uomo che da anni combatte la sua battaglia personale contro la malattia. Nel 2011 scopre di essere affetto da SLA, la sclerosi laterale amiotrofica, una crudele compagna, un’ombra nera che non ha la peggio su di lui, almeno non emotivamente. Enzo combatte, lotta, compone, suona, fa musica e ascolta musica “la musica e la vita vanno fatte insieme”, ha dichiarato ieri sera nel corso di un’entusiasmante quanto commovente esibizione sul palco del Festival di Sanremo. Offre alla platea ed a casa una grande lezione di vita, oltre che di musica. Il pubblico. l’orchestra, lo seguono con gli occhi umidi, con una standing ovation finale, meritata, motivata, emozionante. Il piccolo folletto, il Peter Pan che tocca i tasti del pianoforte e  trasforma in fiaba ogni cosa; una magia incredibilmente pura che ci offre altre prospettive, altre idee, altri progetti. Enzo, così innovativo, raffinato. Enzo che ha diretto, tra le altre orchestre la London Symphony Orchestra, la London Strings, l’Orchestra del Teatro Regio di Torino, la Filarmonica ‘900 e l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Enzo volitivo, talentuoso, poliedrico, considerato uno dei più influenti della sua generazione. Enzo Bosso, un maestro di vita che ha la bacchetta magica  “perchè i direttori di orchestra fanno magie, ecco perchè la usano”.

“Following a Bird”, maestro, continua a farci sognare e vivi,  lotta. Noi siamo pazzi di te.

Si ringrazia il sito www.eziobosso.com/

La pagina ufficiale Facebook                                                        

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