Esta per terroristi

Per entrare negli Stati Uniti occorre, da sempre, un visto.

In un tempo ormai remoto, per ottenerlo si doveva andare in Ambasciata; più di recente, bastava riempire un modulo verde che veniva consegnato in aereo. Poi è arrivata la tecnologia e adesso è sufficiente compilare un formulario online. Si chiama Esta – Electronic System for Travel Authorisation – ha validità biennale ed è facile da richiedere: basta andare sul sito governativo esta.cbp.dhs.gov e seguire le indicazioni. Si imposta la lingua preferita – ci sono proprio tutte -, si risponde alle domande, si pagano 21 dollari, si preme invio ed è fatta. Normalmente in pochi minuti l’Esta viene approvato. Non vanno utilizzati altri siti: richiedono commissioni non dovute e si possono spendere anche 70 euro per una procedura facile che costa solo poco più di 20 euro.

Ovviamente ci sono delle condizioni perchè questa domanda sia accolta: tutti i dati inseriti devono essere correttamente inseriti, ad esempio, ed il richiedente deve essere  ritenuto idoneo. Questa idoneità viene valutata sulla base di alcune domande prestabilite. 

Mi è capitato di recente di rinnovare l’Esta ed ho dovuto dichiarare se soffro di turbe psichiche. Ora, mi chiedo, esiste davvero uno che soffra di turbe psichiche e sia consapevole di averne? Io ho scritto “No” ma vai a capire se è vero.

Per quanto riguarda le malattie infettive, invece, sono sicura: non ho il colera, il vaiolo, la peste e nemmeno il tifo itteroide. Quanti agli altri tipi di tifo ed al vaiolo delle scimmie non saprei. 

Non ho contratto nè Ebola nè la tubercolosi contagiosa (per quella non contagiosa, chi lo sa) e non soffro di “malattie respiratorie contagiose potenzialmente mortali”. Che culo!

Non faccio uso di sostanze stupefacenti e non ho subìto condanne.

Non sono stata in Siria, Iran, Sudan, Libia, Somalia nè in Yemen a partire dal marzo 2011.

Non mi hanno mai negato il visto per entrare in USA.

E poi, tra le tante, c’è la domanda a trabocchetto, quella che, se non ci fai caso, puoi cascarci e addio Esta, la domanda ideata da una mente superiore, furba, astuta:

“Ha mai intrapreso o cerca di intraprendere attività a scopo terroristico, di spionaggio, di sabotaggio oppure di genocidio?”

Ma davvero? Davvero me lo state chiedendo? Cioè, metti che sto preparando un sofisticatissimo attentato chimico alla Casa Bianca e ho tutto pronto, poi mi trovo a compilare l’Esta e, cavolo, e adesso? Che faccio, mento? No, dai, non gli posso dire una bugia, pare brutto. Niente, tocca scrivere “Sì” e speriamo bene che mi facciano entrare lo stesso, se no addio attentato, tutto questo lavoro per nulla. 

E già me lo vedo anche James Bond, al servizio di Sua Maestà, in partenza per una segretissima missione di spionaggio ed invece niente, fottuto dall’Esta. 

D’altra parte, accanto a queste domande, c’è anche l’asterisco che rimanda ad un ulteriore casella di conferma, cliccando la quale si dichiara che “le risposte e le informazioni fornite sono corrette e veritiere per quanto a mia conoscenza”. Quindi, passi per il tifo itteroide, magari ce l’ho ma è in incubazione e ancora non lo so, ma se mi beccano che sto per fare un genocidio la prima cosa che faranno, di sicuro, sarà contestarmi l’Esta e che gli dico? Che ho deciso così, all’ultimo momento? Che mi è venuta l’ispirazione dopo? No, non regge, non regge proprio. Vabbè, tocca dire la verità e speriamo bene, chè c’ho tutto pronto e sarebbe un peccato mandare a monte la strage.

Ora, qui ci ridiamo, ma lo hanno fatto: i britannici, alcuni, lo hanno fatto davvero di cliccare “sì, cerco di intraprendere la carriera di terrorista”.

È roba da non credere, lo so, ma accadono cose incredibili e, nell’aprile del 2016, Mandie Stevenson ha cliccato “Sì”, vengo a fare una strage e addio Esta. Accortasi dell’errore, perchè di questo, ovviamente, si trattava, ha ottenuto il visto tramite l’Ambasciata americana.

Più di recente, John Stevenson (nessuna parentela con la Mandie sopra appena citata ma deve essere che questo cognome non porta bene a chi richiede l’Esta) ha avuto la stessa idea: magari gli pareva brutto rispondere sempre “No” e anche lui si è confessato ad ambire una carriera da terrorista, all’alba dei suoi 70 anni dalla condotta immacolata. L’errore gli è costato una grande umiliazione oltre a 2.000 sterline di viaggio organizzato perse e passi per la prima ma i soldi, non so se riuscirà mai a superarne la perdita.

Ma il migliore di tutti è Mr Harvey: anche lui, compilando l’Esta per conto del nipote, nel rispondere al questionario dove devi barrare sempre “No” e si capisce chiaro, ha orgogliosamente cliccato “Sì”, lui ce la metterà tutta per sabotare, spiare e commettere ogni atto terroristico. E così hanno negato l’Esta. Al nipote. Di tre mesi.

Per fortuna c’è sempre una soluzione: Baby Harvey è stato convocato all’Ambasciata americana per un colloquio dove, dopo essersi mostrato in tutta la sua pericolosissima aggressività di neonato ed aver, a suo modo, espresso un profondo disappunto per l’accaduto, ché va bene fare progetti per il futuro ma qui si esagera, ha ottenuto il primo Esta della sua vita.

E, forse, nella sua testolina di bimbo, si sarà detto: “Ma in che mondo sono finito? Qui tocca davvero fare una strage!” e questo sarà un grosso, grossissimo problema quando dovrà chiedere il rinnovo dell’Esta.

(Articolo tratto dal libro “Aiutatemi a casa loro. Una romana a Londra” di Valentina Clavenzani)

Foto di Ronile da Pixabay

 

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