Elsa Landau: storia di lotte e di scelte

«In una giornata di brutto tempo in cui aveva dovuto attendere troppo a lungo sotto la pioggia prima di vederla uscire dalla Charité, gli venne in mente che avrebbe dovuto abbandonare la filosofia e darsi alla medicina, per stare con la ragazza dai capelli ramati». La brillante carriera di ginecologo di Georg Karnowski comincia con una scelta d’amore. L’amore per Elsa Landau, uno dei personaggi più prorompenti del romanzo di J.I Singer La famiglia Karnowski. Donna, ebrea e comunista nella Germania del primo dopoguerra, Elsa deve lottare molto più degli altri per emergere. Con impegno, talento e una forza di volontà eccezionale riesce a farsi strada prima in campo medico e poi in politica.

Sacrifici e amore filiale

Orfana di madre, cresce con un padre bizzarro e pieno di ossessioni. Il dottor Landau le impone di sciacquarsi sotto l’acqua fredda ogni mattina anche nella stagione fredda, di accompagnarlo in passeggiate che sembrano quasi corse, di respirare solo con il naso e mai con la bocca. L’affetto che la figlia prova nei suoi confronti sembra renderlo l’unico uomo sulla faccia della terra capace di domarla.

Elsa cerca di accontentarlo in ogni modo e eredita le sue passioni, finendo per surclassarlo. Lo assiste nel lavoro di medico, effettua autopsie come se niente fosse, e lo affianca nell’attività politica, dove da subito dimostra di avere la stoffa della leader: «Più che al dottore, i compiti di responsabilità i capi li affidano alla figlia. Tiene conferenze alle operaie sull’igiene femminile e la puericultura e, benché sia ancora una ragazza e non abbia mai neanche avuto un fidanzato, istruisce donne da tempo mogli e madri sui loro doveri di spose e genitrici».

La carriera e il matrimonio

La sua intelligenza precorre le sue esperienze, lo studio assiduo e l’acume naturale sembrano bastarle per conoscere il mondo. Tiene perfino lezioni su argomenti politici e economici al circolo della gioventù di cui lei stessa è la responsabile. I giovani operai la ammirano e sono innamorati di lei perché è bella, ha temperamento e riesce a spiccare in discipline che all’epoca erano quasi esclusivamente maschili. Elsa non ha niente in comune con le donne della sua generazione. In un paese di bionde lei sfoggia una chioma rosso fiammante, in una società di mogli e madri sceglie di essere una donna in carriera.

Il matrimonio è l’unico desiderio del padre che non potrà realizzare. Questo la rende irraggiungibile anche per Georg, che prova per lei un amore disperato: «[Georg] Si consuma di passione con tutto il suo ardore giovanile, ma non riesce a conquistarla. Come una ruota posteriore che per quanto giri in fretta non può mai raggiungere quella anteriore, Georg Karnowski non può mai raggiungere Elsa Landau. Lei è sempre davanti e Georg si sente piccolo, inadeguato, ferito nel suo orgoglio maschile».

Il desiderio irrealizzabile di Georg

La straordinaria maturità di Elsa e la mascolinità umiliata di Georg caratterizzano fortemente il loro rapporto. La giovane Landau tratta l’amico come se fosse un bambino da assistere e coccolare. Lo chiama «giovanotto» e Georg questo non lo sopporta. Il desiderio di imporsi ai suoi occhi come “uomo”, di domarla e dominarla, diventa quasi un’ossessione per lui. Le poche volte in cui pensa di esserci riuscito si rivelano sempre misere illusioni. L’unica superiorità di cui Georg può godere è quella fisica. Mentre camminano fianco a fianco per strada lui, alto e forte, vede Elsa piccola, debole, pronta a ridere delle sue battute e quindi a pendere dalle sue labbra. Ma appena arrivano in laboratorio, la superiorità intellettuale della giovane Landau prende di nuovo il sopravvento. E le parole dello spasimante diventano bazzecole in confronto ai teschi e ai liquami da analizzare.

Georg Karnowski – che è uno dei protagonisti dell’opera e tutto sommato è un personaggio positivo – nel rapporto con Elsa incarna perfettamente la mentalità maschilista dell’epoca.  Dopo la notte d’amore che passano a Francoforte sull’Oder pensa di avere dei diritti su di lei. Il diritto di sposarla, il diritto di allontanarla dalla medicina e dalla politica. «Sei mia […] solo mia. Non lascerò che tu appartenga a nessun altro… solo a me. Mi senti? Solo a me» le dice abbracciandola. Ma Elsa risponde con un secco no. E non perché non ami Georg, ma perché deve pensare a realizzare le sue ambizioni. 

La carriera politica

Una donna che negli anni Trenta rinuncia alla via sicura del matrimonio per imboccare quella impervia della carriera non può che definirsi uno straordinario esempio di emancipazione femminile. Sceglie di dedicare la sua vita al miglioramento del suo Paese, anche se questo vuol dire esporsi al giudizio degli altri e andare incontro alla solitudine. «C’è moltissimo da fare nel paese, che comincia una nuova vita. I dirigenti del partito le hanno affidato responsabilità importanti, di quelle a cui di rado una donna accede. La candidano perfino come deputata! Non può rinunciare a incarichi così alti per la sua soddisfazione e la sua felicità personali».

Tuttavia, dopo una luminosa ascesa al Reichstag arriva la caduta. Hitler sale al potere e la deputata Landau finisce in carcere come dissidente. Ne uscirà invecchiata prima del tempo, sfibrata. Ed è a questo punto che arriva il momento di fare il bilancio della propria vita. Le rinunce del passato cominciano a pesare e la solitudine si allunga sulla sua vita come un’ombra. Da novella Giovanna D’Arco che si immola per portare avanti la sua battaglia, si ritrova a pensare a se stessa come una donna sconfitta. Il suo rogo è la solitudine. Piangerà per le occasioni perse, continuerà a sospirare al ricordo di Georg, ma lo studio unito alla capacità d’azione la salveranno di nuovo, le permetteranno di ricominciare e la riporteranno alla ribalta.

Un nuovo inizio

«Giunti a New York […] Elsa imparò in brevissimo tempo a orientarsi nel traffico del suo sistema stradale, ramificato come l’apparato circolatorio di un corpo umano. Negli anni di prigionia non era rimasta con le mani in mano. Si era preparata al nuovo paese, aveva letto libri sulla sua storia e il modo di vivere, l’organizzazione, le usanze, la geografia e l’economia. Aveva studiato la lingua, imparando a memoria pagine e pagine di dizionari. Si era letta tutti i libri in inglese disponibili nella biblioteca del carcere […]. Il dottor Landau restò a bocca aperta vedendo come la figlia conversava senza problemi con i locali».

E alla fine nemmeno il dottor Landau riuscirà più a domare sua figlia. Insisterà perché torni a occuparsi di medicina, ma lei risponderà: «ci sono già troppi medici qui, anche senza di me, mentre i combattenti si contano sulle dita di una mano». Così ricomincerà a fare rumore con i suoi discorsi e le sue conferenze, sarà spesso lontana da casa e continuerà a correre avanti e indietro, ma sempre incontro a ciò che è il suo destino e la sua vocazione.

Foto di Rondell Melling da Pixabay

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