Egli lo troviamo vivo e vero più che mai nelle sembianze dei poveri e dei sofferenti

poverta

Trascorsi 40 giorni dalla sua risurrezione, Gesù sale al cielo e ritorna al Padre, come era in principio. Oggi il cielo e la terra esultano! E anche noi vogliamo gioire per la festa di Cristo. Al centro di questo giorno, troviamo Gesù, è lui il protagonista, il festeggiato. Cosa ci vuol dire la Festa dell’Ascensione del Signore? Certamente, non vuol dirci che il Signore se ne è andato in qualche luogo lontano dagli uomini e dal mondo. L’Ascensione di Cristo non è un viaggio nello spazio verso gli astri più remoti, perché, in fondo, anche gli astri sono fatti di elementi fisici come la terra.

L’Ascensione di Cristo significa che Egli non appartiene più al mondo della corruzione e della morte che condiziona la nostra vita. Significa che Egli appartiene completamente a Dio. Egli – il Figlio Eterno – ha condotto il nostro essere umano al cospetto di Dio, ha portato con sé la carne e il sangue in una forma trasfigurata. Con Cristo risorto che ascende al cielo l’essere umano è stato portato fin dentro la vita stessa di Dio; che meraviglia fratelli e sorelle carissime, che grande mistero che la mente umana vuole cercare di svelare! L’Ascensione del Signore significa che Cristo non si è allontanato da noi, ma che adesso, grazie al Suo essere con il Padre, è vicino ad ognuno di noi, per sempre.

Da questo momento in poi ciascuno di noi possiamo dire che può darGli del tu; ognuno di noi può chiamarLo, Egli si trova sempre a portata di mano ma in questo caso, siccome vede ed ascolta tutti potremmo dire che Gesù è a portata di voce. Possiamo allontanarci da Lui interiormente. Possiamo vivere voltandoGli le spalle. Ma Egli ci aspetta sempre ed è sempre vicino a noi. Dall’Ascensione impariamo anche qualcosa in più sulla concretezza con cui il Signore realizza questo Suo essere vicino a noi. Dicevamo, Egli sale al cielo ma non ci lascia: Egli è vivo e presente principalmente nell’Eucarestia, poi nella persona del sacerdote, qualsiasi sacerdote, anche quello più peccatore; egli è presente nei Sacramenti, è vivo e presente in tutti voi, carissimi fratelli e sorelle che siete la sua ecclesìa, il suo corpo, la sua Chiesa; è presente nella Sacra Scrittura appena proclamata e in ultimo ma non perché meno importanti lo troviamo vivo e vero più che mai nelle sembianze dei poveri e dei sofferenti.

Gesù sale al cielo ma non ci lascia soli: il Signore promette ai discepoli il Suo Spirito Santo che per i discepoli, e quindi per la sua chiesa, sarà forza, guida a conoscere nella sua grandezza il mistero di Cristo; senza lo Spirito, carissimi, non saremmo in grado di dire neanche “Padre nostro”. Lo Spirito ci conduce sempre più dentro la luce di Cristo. Per questo, la Rivelazione cristiana è, allo stesso tempo, antica e sempre nuova. In Gesù, Dio ci ha donato tutto sé stesso – cioè – ci ha donato tutto. Oltre a questo, o accanto a questo, non può esserci nessun’altra rivelazione in grado di comunicare maggiormente o di completare, in qualche modo, la Rivelazione di Cristo. è lo Spirito che ci rende missionari; ritorniamo al Vangelo di oggi, così si legge: “Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro”.

Noi dunque siamo missionari insieme a Gesù, lui annuncia la sua parola insieme a noi, è lui a convertirci, a scuoterci, ad infonderci sicurezza, serenità, è la forza del suo Spirito fratelli che ci rende Chiesa, un unico corpo e un unico spirito. Ecco perché i due uomini dalle bianche vesti nella prima lettura ammoniscono i discepoli che guardano Gesù mentre sale verso il cielo. Questi dicono ai discepoli: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?» Come a dire: “Uomini di Galilea, non guardate in alto, andate invece nel mondo, guardate al mondo per poter predicare ed annunciare fino ai confini della terra la parola di Dio, la Buona novella”. La nostra vita cristiana, carissimi, ci dice che l’Ascensione del Signore, sarà incisiva nella vita ecclesiale e sociale, nella misura che sarà ricca di coraggio e di speranza, coraggio e speranza che possono scaturire solo dalla forza di Cristo Risorto, vincitore indiscusso del tempo e della storia.

Fra’ Frisina

Foto: salvatoreloleggio.blogspot.it

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