Ecco perché Grillo va da Vespa

_ZIF4827.JPGCon tutta probabilità, il 19 maggio Beppe Grillo sarà ospite di Bruno Vespa a Porta a porta.

Ricordate quando il Movimento 5 Stelle espelleva chiunque partecipasse ai talk show? Ci andarono di mezzo Marino Mastrangeli, Giovanni Favia, Federica Salsi, ma già un anno fa le regole non erano uguali per tutti: Vito Crimi partecipò a In Onda di La7,; fu forse l’amicizia con il leader a salvarlo? Poi, tutti in Televisione: da Di Battista a Di Maio, passando per il dialetto romanesco della Taverna. Ora, ci va anche lo stesso Grillo.

Tranquilli, quello da Vespa non sarà un talk show, ma solamente un’intervista: un monologo, senza contraddittorio, ciò che gli riesce meglio –dopo la celebre intervista con Enrico Mentana.

Ma Grillo non aveva sempre detto di tutto sul conduttore di Porta a porta? “Chi striscia non inciampa”, riferendosi al suo servilismo, e “Bruno Vespa è un danno per il Paese, per l’informazione libera e per l’economia”.

Frasi piuttosto pesanti, così come quelle rivolte alla RAI, sempre accusata di non offrire un servizio pubblico e di parzialità.

Dunque, cosa ci va a fare nel salotto di Rai1? La risposta la offre lui stesso, in una recente intervista: Grillo ha promesso di superare il Pd alle elezioni europee del 25 maggio, ma i sondaggi lo danno ancora abbondantemente al secondo posto.

L’extrema ratio è, dunque, attingere all’elettorato di un Silvio Berlusconi in evidente difficoltà, sostituendosi all’ex Cavaliere sulle poltrone di Vespa e guardando ad un soggetto politico mai preso in considerazione finora: gli anziani.

È a loro che il Movimento 5 Stelle mira, dopo averli snobbati fino ad ora – l’uso del web li aveva certamente esclusi – in quanto voti cruciali in a questo punto. Non c’è più spazio per i vecchi pregiudizi, è ora di porsi come un “nostalgico della Rai”, smontando la visione (”violento, Hitler, sempre arrabbiato”) che Berlusconi ha dato di lui.

E pazienza se per vincere una campagna elettorale si deve mandare a quel paese la coerenza e i valori professati fino a ieri.

di Giovanni Succhielli

foto: linkiesta.it

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