È pandemia, ma secondo Massimo Livi Bacci, il più grande demografo italiano, non è l’Angelo Sterminatore

É pandemia ed é la prima volta per un Coronavirus. L’ha dichiarato ieri l‘ONS, Organizzazione Mondiale della Sanità. L’Italia dopo la Cina é, attualmente, la nazione più colpita, con 12.462 casi di infezioni rilevati fino ad oggi 12 marzo, contro gli 80.932 della Cina. Ma a ben vedere la situazione italiana, quanto a letalità del virus è peggiore di quella cinese.

I decessi in Italia sono 827 contro i 3.172 della Cina (fonte: John Hopkins University). Il rapporto tra decessi e contagi rilevati è indicativo della letalità del virus. In Italia la percentuale è del 6,6 per cento mentre in Cina è il 3,9%. Il motivo della discrepanza è semplice, il virus colpisce soprattutto gli anziani e in Italia l’età media della popolazione é molto più alta di quella cinese. 

L’università John Hopkins di Baltimora sta monitorizzando e aggiornando in tempo reale i casi di infezione da Coronavirus in tutto il mondo.

La situazione nei singoli paesi, in particolare in Europa é molto diversa. In Germania i casi finora sono circa 1966 e ci sono stati solo 3 decessi. Questo aspetto appare perlomeno singolare se consideriamo che i primi casi in Europa sono avvenuti proprio in Germania a causa di un contagio tra colleghi di una multinazionale, la Webasto, che ha sede a Stockdorf vicino a Monaco e filiali in tutto il mondo. Quella cinese è a Wuhan, metropoli in cui si sono manifestati i primi casi nello scorso mese di dicembre. 

La grande variabilità dei dati sulle infezioni riflette la diversità, quantitativa e qualitativa, delle metodologie di rilevamento utilizzate nei vari paesi. Ma il fatto più sconcertante è che in Germania ci siano stati soltanto tre decessi. Possibile che qui il virus sia meno aggressivo di quanto lo è stato finora nel resto del mondo e il particolare in Italia? Emerge il sospetto che le autorità sanitarie tedesche non stiano applicando gli stessi criteri di valutazione applicati da quelle italiane. 

Pochi giorni fa la Repubblica ha pubblicato un articolo dal titolo “Il paziente tedesco” in cui affermava che l’arrivo del virus in Italia sarebbe riconducibile proprio al contagio avvenuto tra i dipendenti della Webasto di Stockdorf. La cosa, secondo il prof. Enrico Bucci, biologo dell’Università Federico II di Napoli, non risponde tuttavia a verità perché l’arrivo dell’infezione in Baviera sarebbe posteriore alla “differenziazione del virus che ha avuto luogo in Lombardia”. 

Metodologie diverse e notizie false non aiutano la comprensione del fenomeno. In questa sede ci permettiamo di segnalare un articolo uscito ieri a firma del più grande demografo italiano, il prof. Massimo Livi Bacci di Firenze. 

Massimo Livi Bacci è stato Professore di Demografia presso l’Università di Firenze. Ha trascorso lunghi periodi di studio ed insegnamento negli Stati Uniti, in Messico, in Brasile e in vari paesi europei. Ha avuto una laurea ad honorem dall’Université de Liège ed una dall’Università Complutense di Madrid. E’ Accademico dei Lincei (dal 1985), membro della American Philosophical Society (dal 2004) e della Japan Academy (2008). Chi scrive ha avuto l’onore e il piacere di conoscere personalmente il professore. 

Il suo articolo è disponibile sul sito Neodemos, foro indipendente di osservazione delle tendenze demografiche in atto.

Clicca qui per l’articolo del prof. Massimo Livi Bacci

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