Droni, fughe ed inseguimenti in elicottero. La Tv si dedica ad una ridicola caccia ai trasgressori

Pensavamo che la preghiera di Barbara D’Urso e Matteo Salvini, in diretta su Canale 5, sarebbe stato il culmine della spettacolarizzazione del racconto televisivo su ciò che riguarda il Coronavirus. Allo stesso modo potevamo pensare che fosse difficile superare (in quanto a svilimento dell’informazione) i dibattiti sui tamponi dei Vip e le polemiche annesse. Ecco, pensavamo male.

Perché effettivamente, in questi giorni, abbiamo assistito ad un qualcosa di forse ancora più grottesco e fuori luogo. Una caccia all’uomo, o meglio una caccia a chi non rispetta le restrizioni sugli spostamenti, effettuata in prima persona dai giornalisti in strada, con tanto di appostamenti, inseguimenti e trovate cinematografiche.

Il primo, nonché il più clamoroso, episodio della saga, si è consumato nella puntata di pasquetta di Pomeriggio 5 (ovviamente condotto da… Si, da lei) quando l’inviata della trasmissione era a bordo dell’elicottero della Guardia di Finanza a Jesolo, per controllare dall’alto se ci fossero persone in spiaggia, nonostante i divieti. Ad un certo punto la giornalista stessa avvista un uomo che passeggia da solo sulla sabbia, richiamando immediatamente con enfasi l’attenzione della conduttrice e dei telespettatori e dando il via ad una scena che definire “surreale” sarebbe anche riduttivo.

“Ecco Barbara, Barbara! L’uomo ha aumentato il passo e sta scappando, lo stiamo inseguendo” esclama l’inviata, mentre il cameraman accanto a lei sul velivolo riprende il tutto, “i finanzieri hanno iniziato a correre perché lui si sta allontanando tra le case” aggiunge, invitando poi il suo collega a filmare ogni istante della fuga del ‘pericoloso criminale’ e della rincorsa da parte degli agenti.

Relativamente al suddetto episodio, risulta perciò abbastanza facile capire come si sia andati oltre il semplice sensazionalismo, arrivando a trasformare il racconto della vita quotidiana durante la quarantena in un qualcosa di molto vicino ad un reality-show in cui la televisione deve impegnarsi per far sì che il trasgressore venga ricercato, inseguito e punito, il tutto rigorosamente a favore di telecamera, in modo che possa essere visto dalla gente a casa.

A tal proposito, come se non bastasse, la mattina dopo, Agorà (su Rai 3) manda in onda un servizio di simile stampo. Vengono mostrare le riprese dall’alto effettuate da un drone sopra un parco di Roma, alla ricerca di individui intenti a svolgere attività fisica non autorizzata. Improvvisamente, quando viene notato un runner, le immagini si spostano in basso per seguire la fuga dell’uomo nel prato e l’inseguimento da parte di due agenti fino al momento della “cattura”, il tutto accompagnato in sottofondo dalla musica della Cavalcata delle Valchirie, tanto per rendere ancora più epica e drammatica l’azione.

L’incredulità e le polemiche, se possibile, sono state in questo caso ancora più forti, considerando che si sta parlando di un servizio andato in onda su una rete del Servizio Pubblico.

Per quanto riguarda i contesti appena citati, non si può quindi ignorare la tendenza della Tv a trovare a tutti i costi il colpevole da sbattere alla gogna davanti al pubblico televisivo, come in un film dove il cattivo deve essere catturato dai buoni, anche perché, osservando bene, certe scene (ricerche in elicottero, fughe dai giornalisti e dalla Polizia) non si allontanano poi tanto da quelle che potremmo vedere in una qualsiasi pellicola hollywoodiana.

Che le regole vadano osservate scrupolosamente è ovvio. Ma dovrebbe essere altrettanto ovvio che fornire al pubblico una narrazione banalizzata (e spettacolarizzata) di come queste regole devono essere rispettate, non è proprio la migliore delle idee. Non lo è normalmente. Figuriamoci in questo periodo.

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