Dramma nel campo rom di Tor dè Cenci a Roma

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Un bambino rom di circa un anno è deceduto in una casa-container del campo di Tor dè Cenci a Roma. In un primo momento si pensava che avesse toccato un filo scoperto di un elettrodomestico ma secondo un’analisi più approfondita pare che il ragazzino sia stato fulminato perche camminava su una lastra di metallo carica di energia elettrica prodotta da un frigorifero che non aveva la massa di scarica a terra. La tragedia è avvenuta nel pomeriggio di ieri, mentre il bimbo giocava con una pallina davanti alla nonna. A nulla è valso l’intervento tempestivo dei genitori, entrambi ventiduenni, che hanno trasportato il piccolo all’ospedale Sant’Eugenio di Roma, seguiti da parenti ed amici ospiti del campo. Dopo il dramma, molti rom hanno lamentato le condizioni invivibili del campo, denunciando la sovrappopolazione del centro e l’insicurezza delle loro case-container: “Ci mandino in un campo attrezzato e vivibile” hanno ripetuto con veemenza. Il sindaco di Roma Alemanno, subito dopo l’incidente, ha commentato scosso l’accaduto: “Ai familiari del bimbo rom morto oggi, a causa di un cavo elettrico scoperto, giungano le mie sentite condoglianze insieme a quelle di tutta l’amministrazione capitolina. Il Campidoglio offrirà completo sostegno alla famiglia, e si impegnerà nello stesso tempo al massimo perchè il Piano Nomadi venga portato a termine così da evitare a tanti nuclei familiari di vivere in condizioni precarie e pericolose, soprattutto per i minori e i soggetti più deboli”. Il Pd, invece, asserisce che il dramma si poteva evitare se il sindaco avesse dato esecuzione al Piano Nomadi promesso. Già, il Piano Nomadi promesso. Un piano  che prevede la messa in opera di campi attrezzati nei minimi particolari come unica soluzione. Il tutto a spese dei cittadini romani che pagano regolarmente tasse e contributi spogliando i loro portafogli nel rispetto di norme e codice civile. Mentre davanti ai loro occhi i rom non rispettano regole, vivono di raggiri nei confronti delle persone oneste e non contribuiscono con un centesimo in nulla. Se si parla di un piano nomadi, questi da nomadi dovrebbero vivere, spostandosi con le loro “carovane” nel mondo, senza fissa dimora.

Massimo Ticchio  

Foto: tg1.rai.it

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