Dario Marianelli, con Joe Wright un sodalizio artistico tutto italoinglese

La musica, sopra ogni altro strumento artistico è quello capace di far percepire una sensazione, spiegarla per consegnarla nelle mani di chi l’ascolta. Scrivere musica per il cinema è un compito arduo e non facile, come se un musicista dovesse capire che musica suonare in base ai passi di un ballerino, la situazione si capovolge.

Dal nostro canto in Italia siamo conosciuti per il maestro sopra ogni altro, il leggendario Ennio Morricone, che ci ha regalato musiche che sono state capaci di andare oltre lo schermo, la storia stessa.

Ma un altro compositore cinematografico del bel paese, Premio Oscar nel 2007 per le musiche di Espiazione è Dario Marianelli (foto sopra), artista pisano formatosi prima in Italia e poi proprio a Londra dove dopo svariate esperienze nel Teatro d’Avanguardia ed i primi passi cinematografici, nel 2006 incontra il regista Joe Wright.

Dario Marianelli e Joe Wright

I sodalizi artistici, che personalmente trovo sempre molto interessanti da analizzare, come ogni tipo di rapporto portano alla luce i comuni denominatori di entrambe le parti, esaltando qualcosa piuttosto che un’altra ed esaltando sempre ciò che la visione d’insieme esalta.

Con Orgoglio & Pregiudizio i due han dato vista alla bellezza classica con un occhio e soprattutto un orecchio teso in umile ascolto. La tradizione esaltata attraverso la modernità della regia e della composizione di Marianelli diede nuovo smacco al capolavoro di Jane Austen.

Cosa non secondaria, le loro collaborazioni più importanti sono la maggior parte in costume, e dunque storie appartenenti ad un mondo che non esiste più se non nei film e nei libri e che loro sono stati capaci di spiegare con una freschezza che mai ha oltraggiato il fardello del grande classico, come nel caso della trasposizione di Anna Karenina nel 2012, superbamente incorniciata in un teatro da posa con una melodia che ti porta immediatamente in una Russia sul precipizio.

I due artisti al lavoro in Anna Karenina

C’è sempre qualcosa di magico quando due artisti con due diverse culture hanno lo stesso modo di vedere la vita, osannando la bellezza pura e classicistica, che era un qualcosa più divino che terreno, portandola così in alto per farla ammirare da tutti.

Ultima la loro collaborazione, L’ora più buia del 2017 nella quale come già affrontato in Espiazione la guerra mestamente regna sovrana, incutendo il timore che porta alla giusta riflessione.

Insomma la loro è senza dubbio alcuno una collaborazione proficua e che inorgoglisce il nostro lustro artistico e che regala emozioni a cascate, facendo rizzare peli e versare lacrime, quelle scaturite dall’arte ben fatta.

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