Convegno in Senato sull’Amianto Killer: svelati i numeri

Secondo un rapporto del 2014 pubblicato dal CENSIS, in Italia ci sono almeno 2.400 scuole “che espongono i loro 342.000 alunni e studenti al rischio amianto”, eppure il Governo Renzi sonnecchia “distrattamente” di fronte alla questione, tanto che nella legge di stabilità discussa la scorsa settimana non ha preventivato di spendere un solo euro per effettuare le tanto auspicabili bonifiche.

Una questione di soldi

I soldi tuttavia ci sono per altre spese, tra cui quelle militari per le quali sono stati programmati ben 30 miliardi di euro, sottraendo denaro pubblico alla scuola e non solo.

Nel 2013 è stato approvato il Piano Nazionale Amianto che ha posto l’accento sui siti segnalati, sottolineando la necessità di investire alcune decine di migliaia di euro, ma il Piano giace ancora in Conferenza Stato Regioni, in attesa di sviluppi che sembrano quanto mai lontani.

Degli interventi straordinari dunque non vi è traccia: sono state predisposte cifre che non riuscirebbero mai e poi mai a coprire il fabbisogno (stimato in 13 miliardi, due dei quali sono stati

usati) così i luoghi deputati all’istruzione, che dovrebbero rappresentare un’eccellenza e soprattutto tutelare la salute dei nostri figli, si sono trasformati in veri e propri “luoghi di morte”.

Non solo mandiamo ogni giorno i nostri ragazzi all’interno di istituti decrepiti e fatiscenti (più del 15% sono stati costruiti prima del 1945, altrettanti tra il ’45 e il ’60, il 44 per cento tra il 1961-1980, e solo un quarto è stato costruito dopo il 1980), altresì esponiamo quotidianamente al rischio amianto 342 mila alunni, docenti, operatori scolastici e personale vario.

Oltre alle scuole, anche caserme, case ed uffici sono inquinati dal pericoloso asbesto, termine che in Greco si traduce in “che non si spegne mai”.

Cos’è l’amianto

L’amianto è un minerale naturale che si ottiene a seguito di attività estrattiva.

La sua composizione chimica è costituita da fasci di fibre molto sottili che se inalate inconsapevolmente provocano il cancro ed altre patologie letali.

In Italia è stato largamente usato per via delle sue innumerevoli proprietà, tra cui la resistenza al fuoco, isolamento termico ed elettrico, per la facilità di lavorazione (struttura fibrosa), resistenza agli acidi ed alla trazione, facilità ad essere mescolato con altre sostanze tra cui il cemento, capacità fonoassorbenti e soprattutto per il suo basso costo.

Per tali motivi, tra il 1960 ed il 1990 ha trovato grande impiego nel campo dell’edilizia, dei trasporti, come materiale isolante, fonoassorbente, per le coperture di edifici industriali (Eternit), addirittura per produrre imballaggi, carta, cartoni, pavimentazioni (linoleum), tessuti ignifughi, per l’arredamento di teatri e cinema, finanche nell’abbigliamento.

La sua pericolosità era tuttavia ben nota al legislatore italiano “per esito del regio decreto 442 del 1909, cui conseguirono il regolamento di cui al decreto legislativo 6 agosto 1916, numero 1136, e la tabella di cui al regio decreto 1720 del 1936”.

L’Italia che tace

Ciononostante, il nostro Paese ha continuato ad eludere i problemi relativi alla protezione e alla prevenzione, tanto da beccarsi una condanna della Corte di Giustizia dell’Unione europea del 13 dicembre 1990 (infrazione numero 240/89), in cui si dichiarava che l’Italia era venuta meno agli obblighi derivanti dal Trattato istitutivo della Comunità economica europea, per non aver recepito la direttiva 83/477/CEE del 19 settembre 1983 “Sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con una esposizione ad amianto durante il lavoro” entro la scadenza del 10 gennaio 1987.

La direttiva e’ stata successivamente recepita dall’Italia con il decreto legislativo n. 277 del 1991, cui ha fatto seguito la legge 27 marzo 1992, 257.

In materia di “Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto” essa ha vietato l’estrazione, commercializzazione e produzione di amianto, obbligato alla bonifica degli edifici, delle fabbriche e del territorio, nonché a predisporre misure per la tutela sanitaria e previdenziale dei lavoratori esposti all’amianto.

Ad oggi però si continua a morire di asbestosi, le vittime sono migliaia, ma vi sono segreti e misteri che ancora non emergono. Complice una classe politica corrotta?

Conferenza in Senato sull’amianto

Fortunatamente però qualcosa si muove.

Qualche dato significativo è stato svelato durante la conferenza dell’ Ona (Osservatorio Nazionale Amianto) che si è tenuta in Senato martedì 15 dicembre.

Ad aprile il dibattito, il senatore Michele Giarrusso (M5S) che ha stigmatizzato “l’interesse zero del Governo” il quale nella finanziaria non ha fatto nulla per risolve il problema. “Nella legge non ci sono fondi per tutelare 15000 mila cittadini e bonificare 300mila edifici contaminati “.

Giarrusso ha altresì declamato “Vogliamo rompere il muro del silenzio, perché ci sono cose che il Governo non dice ai cittadini di questo paese. È un fatto gravissimo! Non si può restare in silenzio, ammalarsi e non essere aiutati dal Governo”.

Ulteriori precisazioni sono state fornite dall’avvocato Ezio Bonanni, Presidente Ona, osservatorio che ha come obiettivo quello di rappresentare ” le esigenze di prevenzione primaria ed analizzare ogni forma di esposizione all’amianto per ridurre al minimo le patologie ed effettuare diagnosi precoci”.

Ovviamente per Bonanni è necessario un approccio terapeutico e diagnostico adeguato, in modo da garantire la sopravvivenza del malato o quanto meno rendere dignitosa la sua sofferenza.

Dati preoccupanti

Nonostante il silenzio mediatico ed istituzionale, i dati di incidenza delle patologie dell’asbestosi sono preoccupanti e rigorosamente sottostimati.

Il “censimento” delle vittime conteggiate dallo Stato infatti non coincide minimamente con quello dell’Osservatorio.

“Se si considerano tutte le patologie” ha precisato Bonanni ” si arriva a un quadro vicino ai 6 mila decessi annui, cosa che imporrebbe a chi esercita funzione esecutiva, ovvero il

Governo, a fare qualcosa per evitare la strage in corso”.

” Abbiamo messo in piedi diversi dipartimenti: medici, giuridici e tecnici per elaborare strategie specifiche sulla problematica. Abbiamo pure istituito un portale che permette la diretta partecipazione dei cittadini, che possono in questo modo segnalare i siti contaminati”.

Oltre al mesotelioma, le malattie connesse all’esposizione alle fibre di amianto sono svariate.

Il presidente Ona ha riportato “Quantifichiamo 6000 decessi annui per patologie imputabili all’asbesto: tumori alla laringe, alle vie aeree e biliari, allo stomaco e al tratto gastrointestinale” .

Settori a rischio

Per Bonanni, il primo settore è quello legato all’Eternit, a seguire il settore militare, ferroviario e scolastico (63 casi) “secondo noi sono di più i decessi per mesotelioma. Le fibre di amianto colpiscono non solo gli organi respiratori ma anche altri. C’è una situazione allarmante soprattutto al sud: Sicilia, Puglia (Ilva) ma soprattutto Abruzzo e Liguria”.

Nei cantieri navali e nelle zone industriali infatti i fumi di saldatura creano un pericoloso sinergismo e l’amianto ne moltiplica gli effetti .

Gianfranco Castaldi (portavoce del M5s in Senato) e’ intervenuto in conferenza dichiarando “abbiamo portato una serie di provvedimenti, tra cui il DDL S 1783 (Benefìci previdenziali ai lavoratori esposti all’amianto) DDL S. Senato della Repubblica XVII Legislatura 1.2.1). Testo presentato in camera e senato”. “Purtroppo però”- ha proseguito Castaldi- ” la maggioranza in aula si ritira al momento delle votazioni. Così, nonostante la legge 257 del 1992, riguardante la dismissione dell’estrazione e dell’utilizzo dell’amianto, siamo ad oggi i principali importatori.”

“Con quello che ci costa in termini sociali” ha poi aggiunto Castaldi ” potremmo bonificare intere aree, ma non si fa nulla perché durante le conferenze dei capigruppo, ovvero quando si decide la calendiarizzazione delle proposte, puntualmente la maggioranza ignora le nostre richieste”.

Il senatore ha puntato il dito prevalentemente sulle forze politiche composte da certi “ipocriti”. “Spesso la stessa forza politica che porta avanti lotte mediatiche, durante la conferenza dei capigruppo osteggia il provvedimento, ma nessuno lo sa e nessuno parla”.

Il dibattito è poi continuato per voce del Senatore Carlo Martelli (M5S) che ha affermato “oggi in Italia ci sono ben 40 milioni di tonnellate di amianto”.

“Il governo nazionale deve prevedere un piano di rischio per l’amianto, ma di esso non vi è traccia. Nessuno fa analisi di rischio amianto, inclusa la mappatura e il modo con cui si vuole trattare l’amianto. Nei piani (quando ci sono) non c’è scritto come si può smaltire.

Sono argomenti che il legislatore dovrebbe considerare anche perché i costi sanitari sono elevatissimi”.

” Oltretutto” ha precisato Martelli “”il mesotelioma è una malattia rara e pertanto la ricerca medica non investe”.

“Ultimamente abbiamo segnalato la presenza di amianto nelle colline piemontesi . Cosa è successo? Abbiamo fatto due esposti che riguardavano la cattiva gestione, visto che non viene garantita tutta la tutela sanitaria lavoratori”.

Il problema però sembra ancora più serio “Anche la gestione dei rifiuti non è trasparente. I rifiuti vengono buttati in discariche non autorizzate, perché sono troppi e non si vogliono investire risorse”.

L’onorevole Alberto Zolezzi ( M5S) ha poi dichiarato ” la vera fotografia italiana e’ taciuta: ci sono 40 milioni di tonnellate di amianto (mezza in ogni casa). Questi dati non vengono considerati.

Abbiamo avuto le prime segnalazioni sulla pericolosità dell’amianto nel 2008, ma dobbiamo avere paura a segnalare il problema perché la politica tace! Il sistema continua a tacere. Nessuno ha pensato di spendere una lira nella legge di stabilita’ perché i politici non vedono il problema alla radice. È una vergogna perché si spendono soldi per smaltire, quando si potrebbero costruire discariche, che ovviamente non escludono il rischio, ma quanto meno lo riducono”.

Insomma il silenzio va rotto e le notizie divulgate senza timore. Quanti morti vorranno avere sulla coscienza i nostri governatori prima di fermare tutto questo orrore?

Quanto sperano di insabbiare ancora prima che le coscienze si risveglino?

di Simona Mazza

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