Consigli per l’estate: Utopia, la serie tv di cui non potrete più fare a meno

utopiaCon l’avvento dell’estate, la chiusura delle scuole e il calciomercato, si ripropone sempre lo stesso problema: lo svuotamento coatto dei palinsesti televisivi (generalisti e non). Il dramma ricorrente del passare una serata a scegliere quale replica vedere, quale film di Totò recitare a memoria, o in alternativa quale discussione da bar sport con improbabili “opinionisti” sorbirsi. Quindi ecco il nostro consiglio per rendere migliori almeno una decina di vostre serate: guardate “Utopia”, e tutto cambierà.

Utopia è una miniserie britannica creata dallo sceneggiatore David Kelly, andata in onda sul canale Channel 4 nel biennio 2013-2014. Composta da due stagioni, si va a inserire nel filone del thriller”distopico-cospirativo” che negli ultimi anni ha prodotto, a fasi alterne, prodotti televisivi di alta qualità. Bene, “Utopia” rientra decisamente in questa categoria. Forse addirittura la comanda. Di sicuro andrebbe mostrata nelle scuole di cinema per far capire agli aspiranti registi come, con un budget limitato, si possa tirare fuori dal cilindro qualcosa di meraviglioso. Perché “Utopia” (almeno per noi) è questo, pura magia narrativa trasportata in modo ineccepibile nella cornice del piccolo schermo. Ma andiamo con ordine.

Un gruppo di nerd appassionati di fumetto (la studentessa Becky, l’annoiato informatico Ian, il maniaco complottardo Wilson Wilson e l’adolescente problematico Grant), frequentatori di una community web dedicata alla misteriosa graphic novel “The Utopia Experiments”, entra in possesso della seconda e inedita parte del manoscritto. Ecco da subito la novità: non è la solita mappa del tesoro, o il solito diario da decifrare, ma un fumetto, o meglio, una “graphic novel”. Una farsa quindi, potreste pensare, ma una farsa che da subito si tinge di sangue: infatti il nostro gruppo di nerd fumettofili inizierà a essere perseguitato da un improbabile quanto spietato e letale duo di assassini, Arby e Lee, braccio armato del “Network”, una misteriosa e potentissima organizzazione paramassonica con mezzi illimitati e propositi agghiaccianti.

I due killer non mostrano nessun sentimento di umana pietà, nessuno viene risparmiato, in una vera e propria terrificante mattanza volta all’ottenimento di un’unica informazione, apparentemente slegata dalla ricerca del manoscritto: “Where is Jessica Hyde?” (“Dov’è Jessica Hyde?”). Ma chi è Jessica Hyde? E qual è il segreto nascosto tra le pagine di “The Utopia Experiments”? State tranquilli, non vi spoilereremo nulla, anche perché la risposta alla prima domanda la troviamo già alla fine della prima puntata. Di sicuro, “Dov’è Jessica Hyde?” rientra nell’olimpo delle frasi cult da telefilm, alla pari del “Chi ha ucciso Laura Palmer?” di Lynchiana memoria o del più attuale “Chi ha ucciso Rosie Larsen?” del bellissimo “The Killing”. Non potrete fare a meno, prima di andare a letto, di ripensare all’ipnotica voce dello stralunato Arbie, che con monotonia assassina (letteralmente!) ripete in loop sempre la stessa domanda al malcapitato di turno.

Ma torniamo al nostro gruppo di nerd. Entrati in possesso del manoscritto, si troveranno ad avere a che fare con un potere per loro inimmaginabile, che non esita ad utilizzare qualsiasi mezzo per raggiungere i propri scopi. I nostri eroi verranno dapprima accusati delle peggiori nefandezze da parte della polizia, manovrata dal “Network”: un cumulo di accuse inventate ad arte, per costringere gli sventurati a consegnare il manoscritto. Non resterà loro che una sola scelta, ovvero una disperata fuga nel tentativo di svelare il mistero che si cela nelle pagine di “The Utopia Experiments”, mentre l’ombra del “Network” si staglierà implacabile sui quattro ragazzi, inarrestabile nella sua caccia al segreto nascosto tra le tavole del fumetto. E scopriranno, a proprie spese, che nessuno è davvero innocente, e tutti siamo dei pupazzi sul palcoscenico allestito da chi può causare gli eventi che influiscono sulla storia.

“Utopia”, come dicevamo, ha tutto quello che serve per essere considerata un vero e proprio gioiello nel vastissimo e inflazionato panorama delle serie tv: a partire da una sceneggiatura solidissima dell’ottimo David Kelly, che con i suoi ricami gotici riesce sempre a mantenere alta la tensione narrativa. Non ci si può distrarre, anche il più minimo e insignificante particolare potrebbe assumere in futuro un’importanza decisiva. La fotografia è entusiasmante, ogni tanto sembra di ammirare veri e propri quadri dai colori ora vividi ora cupi (quella della fotografia è una peculiarità di quasi tutte le serie britanniche prodotte negli ultimi anni: se ci fate caso, difficilmente ne troverete una che abbia una fotografia meno che spettacolare. Hollywood, prendi appunti e impara!). Non ultima, la musica di Cristobal Tapia de Veer, il cui climax melodico, ossessivo nella suo incedere implacabile, produce un’angoscia nello spettatore difficilmente ritrovabile in altre opere.

La serie non è stata proposta in Italia, ma la si può trovare tranquillamente sul web (apprezzandone così la recitazione, non deturpata dagli improbabili doppiaggi in italiano), e in cofanetto dvd. E potete starne certi, “Utopia” è un’esperienza visiva che difficilmente dimenticherete, la sua “diversità” è la sua firma. Fantascienza distopica, complotti ai più alti livelli, governi manovrati dalle multinazionali, associazioni segrete onnipotenti. Il tutto miscelato in un adrenalico “conspiracy thriller” che rasenta il teatro dell’assurdo, e che non vi farà dormire per qualche notte. Se non vi basta questo….

p.s. SPOILER ALERT

I primi minuti della seconda stagione vi lasceranno letteralmente a bocca aperta. Vi diamo solo due nomi: Aldo Moro e Mino Pecorelli. E già bastano questi, che ne dite?

di Matteo Rezza

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