Conclusa la stagione ciclistica 2019 con le due classiche autunnali, il Lombardia e la Parigi-Tours

Baike Mollema vince il Giro di Lombradia 2019

Conclusa la stagione ciclistica. Sabato si è corsa la 112ma edizione del Giro di Lombardia dedicata al grande Felice Gimondi, scomparso da poco. Il fuoriclasse di Sedrina aveva vinto la classica nel 1966, davanti a Merckx e nel 1973, davanti a De Vlaeminck. Il percorso si è snodato per 243 chilometri da Bergamo a Como. L’olandese Bauke Mollema ha vinto giungendo solo al traguardo.

Il giorno dopo, il calendario ha previsto la Parigi-Tours. In tal modo i ciclisti hanno dovuto optare per una corsa o per l’altra. Partenza non da Parigi ma da Chartres, per 217 chilometri, sino a Tours. Qui il vincitore è risultato il belga Jelle Wallays.

Giro di Lombardia, il terribile “muro di Sormano” non ha fatto la differenza

Il Lombardia prevedeva la scalata del mitico “muro di Sormano”. Gli ultimi 2 chilometri al 15,8% di media, ma con picchi terribili sino al 25%. Una salita che ricorda le gesta di Imerio Massignan e dell’olandese Jo De Roo. Quest’ultimo è l’unico ad aver vinto per due anni consecutivi sia il Lombardia che la Parigi-Tours.

Il “muro”, però, era posto a una cinquantina di chilometri dal traguardo. Dopo il “Sormano”, il percorso prevedeva una discesa di 12,5 chilometri, poi la salita del Colle Civiglio. 4,2 chilometri al 10% di pendenza. Infine, un’altro breve strappo e cinque chilometri di discesa verso Como.

Il “Sormano”, percorso tra due ali di folla entusiasta, ha permesso soltanto lo sfilacciamento del gruppo, così come la discesa successiva. Al termine si sono ricompattati una quarantina di ciclisti. Sul Civiglio, l’olandese Bauke Mollema ha piazzato la botta decisiva, scollinando con una quarantacinquina di secondi sul gruppo.

Nell’ultimo strappo, lo sloveno Primoz Roglic ha tentato di raggiungerlo ma è stato riagguantato e staccato da un terzetto formato dal colombiano Egan Bernal, il danese Fuglsang e l’immarcescibile Alejandro Valverde. Mollema è riuscito a difendere 16 secondi di distacco con il quale si è aggiudicato la grande classica. Secondo Valverde, terzo Bernal.

Quest’anno la stagione si è conclusa con la Parigi-Tours

La Parigi-Tours è l’unica classica che il grande Eddy Merckx non è mai riuscito a vincere. Tradizionalmente adatta agli sprinters, quest’anno ha subito notevoli cambiamenti di tracciato, proprio per evitare un arrivo in volata. Alcuni strappetti e diversi tratti in sterrato, addirittura tra i vigneti l’hanno resa più difficile.

Il risultato è che Wallays, che aveva già vinto nel 2014, in volata su Voeckler, stavolta lo ha fatto per distacco. E’ partito a quaranta chilometri dall’arrivo e nessuno lo ha più ripreso. Secondo è giunto lo sfortunatissimo svedese Niki Terpstra, che ha forato due volte nei momenti chiavi della corsa.

Facciamo un bilancio del 2019 a stagione conclusa

Su tutti, la stella del colombiano Egan Bernal, vincitore del Tour de France. Soltanto ventiduenne è il più giovane vincitore dal lontano 1910.Proveniente dalla mountain bike dove ha vinto due medaglie “mondiali”, Egan Bernal sembra un predestinato. Quest’anno, a inizio stagione, ha vinto la Parigi-Nizza.

Costretto a rinunciare al Giro d’Italia, per una caduta, Bernal si è ripresentato al Giro della Svizzera, dove ha trionfato. Poi la vittoria al Tour, alla seconda presenza in carriera. Infine, un’altra vittoria al Giro del Piemonte e l’ottimo Giro di Lombardia di sabato. Gli altri due grandi giri, hanno visto la vittoria dell’ecuadoriano Richard Carapaz, al Giro d’Italia e dello sloveno Roglic, in Spagna.

Il francese Julian Alaphilippe, specialista delle corse in linea, ha vinto la Milano-Sanremo e la Freccia Vallone. Non lo si pensava adatto alle corse a tappe perché non irresistibile a cronometro e carente in salita. Ha corso invece anche un grande Tour de France indossando la maglia gialla per parecchi giorni. Nelle corse in linea, da segnalare il danese Jakob Fuglsang, vincitore della Liegi-Bastogne-Liegi, secondo nella Vallone, dietro Alaphilippe e quarto sabato. Non dimentichiamo Philippe Gilbert che, a quasi 37 anni, si è aggiudicato la Parigi-Roubaix.

Tra gli italiani, Bettiol ha vinto il Giro delle Fiandre. A Trentin è mancato il guizzo per laurearsi campione del mondo e ha dovuto accontentarsi dell’argento. Sul viale del tramonto è sembrato Vincenzo Nibali, sempre tra i comprimari nella grandi classiche. L’unica sua “impresa”, comunque a metà, il secondo posto al Giro d’Italia, dietro a Carapaz. A stagione conclusa, possiamo dire che, forse, non ha ancora assorbito il grave infortunio dell’anno scorso al Tour. Al prossimo anno l’ardua sentenza.

Fonte foto: OA Sport

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.