Come sopravvivere alle critiche

“La critica è la disposizione preliminare e necessaria alla promozione di una approfondita metafisica come scienza”. Immanuel Kant

Kant ha dato una versione logica e ragionata della critica, quella che definiremmo costruttiva, purtroppo però non sempre è così. Quotidianamente siamo assaliti da critiche gratuite che se non debitamente analizzate, condizionano la nostra vita. Già perché una delle paure più grandi che varie persone hanno, è quella del giudizio degli altri.

Quando nasce la critica?

Già quando andiamo a scuola siamo sottoposti alle critiche dei nostri insegnanti. Chi non ricorda le amare sottolineature in rosso volte ad evidenziare i nostri errori. La critica all’errore serve a farci capire dove abbiamo sbagliato, mette a nudo le nostre lacune e serve pertanto a farci crescere. Guai se non esistesse!

Il problema sorge quando non c’è il giusto bilanciamento fra critica e lode.

Ce ne saremo accorti un po’ tutti nel nostro percorso professionale e non solo…

Perché siamo cosi critici?

La critica è una struttura sociale e ambientale che parte già dalla nostra famiglia e poi, come accennato, prosegue durante il percorso scolastico. Se ci si focalizza troppo sulla critica , si cresce male, se invece siamo “riconosciuti” dall’infanzia cresceremo senza rabbia. Chi è abituato a giudicare ha avuto un’infanzia ipercritica: solitamente critica per paura di essere criticato ulteriormente. 

Analizziamo la critica

Osserviamo sempre con discriminazione le critiche costruttive per migliorarci! Impariamo a non dare importanza alle critiche inutili, false e deleterie. Se la critica è distruttiva, non fa crescere l’altro e non si va da nessuna parte in due. Chi fa una critica distruttiva infatti non costruisce nulla, chi subisce la critica viene invece demolito psicologicamente.

Da quale pulpito…

In primo luogo, sarebbe utile essere critici verso se stessi: chi meglio di noi conosce i nostri vizi e le nostre debolezze! In secondo luogo, bisogna capire se chi critica ha l’autorità e la credibilità per farlo, e se anche fosse dovrebbe avere l’abilità di non distruggere ciò che è stato fatto, ma semmai di implementare ciò che c’è di buono nell’altro. L’ideale sarebbe dare uno o due riconoscimenti positivi e uno negativo, in modo da non esaltare troppo l’ego ma neanche mortificarlo. 

Bisogna sempre bilanciare le due cose

Per combattere la critica sterile, quella che scaturisce da meccanismi perversi quale invidia, frustrazione, insana competizione ecc, bisogna avere un alto indice di “invulnerabilità” personale. Se si è vulnerabili infatti la critica attecchisce bene.

(In coppia criticare va bene ma solo se si migliora un aspetto del rapporto a due).

Un aiuto dalla meditazione

La meditazione serve a tutelarsi dalle critiche. Grazie ad alcune tecniche è infatti possibile imparare a vivere le situazioni in terza persona, diventando così una sorta di osservatore esterno  (in allegato troverete l’audio “l’osservatore silenzioso”) in grado di costruirsi una solida corazza emotiva. 

Provate ad associare felicità e piacere al fatto di essere come siete, in sintonia con le cose e con i valori in cui credere.

Provate invece ad associare dolore al fatto di farsi condizionare dal giudizio degli altri.

Immaginate cosa potrebbe accadere se non vi affermate per quello che siete: ci perderete voi e ci perderanno gli altri.

Rispondere alla critica

Quando veniamo criticati proviamo a chiederci “Perché vengo attaccato?”

Se abbiamo l’abilita di gestire prima di tutto il nostro stato d’animo del momento, senza essere troppo coinvolti, saremo già a buon punto. Per farlo, bisogna respirare, stare in silenzio, parlare al nostro interlocutore attraverso delle domande ben precise. Una cosa che potremo chiedere al “criticone” è “Secondo te è una critica costruttiva?” Indirettamente lo porteremo infatti a ragionare.

Obiettivi

Un’altra cosa importante, quando ci troviamo davanti a una persona dalla critica facile è capire cosa vogliamo noi da quella persona .

Vogliamo distruggere o negoziare?

Se non abbiamo intenzione di sopportare chi ci critica e se questo soggetto non ha alcuna ragione di orbitare attorno alla nostra persona, possiamo optare per la prima scelta: distruggiamo ed azzeriamo.

Se purtroppo per qualche ragione (una su tutte lavorativa, ma non solo) siamo costretti a sorbirci la fastidiosa presenza del “criticone”, allora dovremmo imparare l’arte della negoziazione.

Come?

Visualizziamo i nostri obiettivi e da lì partiamo.

Dovremo mettere in campo una serie di strategie…. ma con un pizzico di tenacia, astuzia e savoir-faire ce la potremo fare.

Pazienza se ingoieremo qualche boccone amaro.

Il segreto è  allenare la mente ad un nuovo pensiero che ci faccia andare avanti e superare la frustrazioni derivanti dal subire critiche ingiuste.

Ricordiamo infatti che i malati in questo caso non siamo noi!

Fa la scelta giusta!

Scegliere di non cadere alla provocazione della critica (parliamo sempre di quella distruttiva) ci rende spontanei, sicuri, indipendenti, ci libera dai condizionamenti, ci fa sentire in armonia con noi stessi, in pace con la nostra identità, qualunque essa sia. 

Ci sentiamo pronti per un confronto libero ed aperto con gli altri e persino felici di esprimere ciò che sentiamo.

Ricordati che il giudizio degli altri può renderti forte o debole solo se tu gli dai il consenso, quindi sei Tu a dargli questo potere o a toglierglielo!

Metafora per meditare  

(leggenda Cherokee)

Nota come la Parabola dei due lupi. Narra di una lotta in atto dentro a ogni persona, una lotta tra due lupi.  Uno è cattivo e arrabbiato: è pieno di risentimento, orgoglio, arroganza, menzogne, meschinità ed egocentrismo. L’altro lupo è pieno d’amore, pace, gioia, umiltà, gentilezza, generosità, verità e compassione. 

Quale lupo esce vincitore dallo scontro? 

Quello a cui dai da mangiare.

Questi due lupi sono in lotta tra loro, proprio adesso, in ogni ambito della società. Quale vincerà? Quello a cui daremo da mangiare.

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