Come si calcola la data della Pasqua Cristiana

Come si calcola la data della Pasqua? Il calcolo è molto semplice. Al punto che, se a conoscenza della formula, chiunque può stabilirne le date che verranno nei prossimi anni. Quello che non tutti sanno è che questo calcolo si basa su parametri astronomici cade la prima domenica successiva alla prima luna piena di primavera.

Cosa c’entra la Pasqua Cristiana con la luna?

Le prime comunità cristiane celebravano la Pasqua lo stesso giorno della “Pesach”, che è la Pasqua Ebraica. L’Ebraismo poneva l’accento sulla morte di Gesù, avvenuta secondo tradizione il 14 di Nisan (il primo mese del calendario ebraico che è a cavallo dei nostri marzo ed aprile). Coincideva con la liberazione dall’Egitto avvenuta il giorno della prima luna piena di primavera. Il nesso tra Pasqua e Luna viene da qui.Perciò la Pasqua poteva essere un qualsiasi giorno della settimana.

Nel 325 dopo Cristo al Concilio di Nicea si decise che, per evitare questa sovrapposizione e porre l’accento sulla resurrezione di Cristo invece che sulla sua morte, la Pasqua Cristiana sarebbe caduta esclusivamente di domenica.La successiva alla prima luna piena di primavera. Di fatto posticipandola di qualche giorno. In questo modo le date delle due Pasque sarebbero state sempre vicine ma mai lo stesso giorno.

Tuttavia la cosa forse più interessante è la storia di questa data che, curiosamente, è stata il fulcro del cambiamento del nostro calendario.

Ritratto del Papa Gregorio XIII

La notte che durò dieci giorni

Se si va in internet e si cerca una biografia di Santa Teresa D’Avila si noterà con facilità che è morta la notte tra il 4 ed il 15 ottobre 1582. Ma come è possibile? Nel già citato Concilio di Nicea venne anche stabilita la regola per il calcolo della Pasqua Cristiana. Essa era basata sul Calendario Giuliano in uso fin dall’Antica Roma. Questo calendario era però basato su presupposti  astronomici imprecisi. Perdeva, infatti, qualche minuto ogni giorno fino ad accumulare, nel corso dei secoli, una differenza di circa dieci giorni.

Così nel 1582, Papa Gregorio XIII, colmò questa discrepanza ordinando la soppressione di dieci giorni consecutivi tra il 5 ed il 14 ottobre dello stesso anno ed introducendo il Calendario Gregorianoin uso ancora oggi. Ma come se ne accorse? Semplice: ogni anno la data della Pasqua arrivava sempre con maggiore anticiporispetto alle aspettative e non coincideva più con le fasi lunari. Tanto che, quell’anno, l’equinozio fu l’11 marzo. Dieci giorni prima di quanto previsto dal calendario.

Oggi per ovviare a questo problema (perché anche il Calendario Gregoriano non è accurato) ogni quattro anni abbiamo un bisestile aggiungendo un giorno ed ogni 400 anni annulliamo tre bisestili. Così otteniamo un ritardo di soli 16 secondi sulla durata del giorno medio.

L’anomalia del 2019

Quest’anno l’equinozio di primavera (ovvero il suo inizio) si è verificato mercoledì 20 marzo alle 22.58. La prima luna piena, invece, c’è stata circa quattro ore dopo; poco prima delle 3 del mattino del 21. Perciò, stando alla regola, la Pasqua sarebbe dovuta essere domenica 24. Qualcosa non torna vero?

C’e una ragione che giustifica questa anomalia. Per convenzione, infatti, la Chiesa considera equinozio di primavera sempre il 21 marzo. A prescindere dall’equinozio astronomico che, invece, può essere a cavallo di tre giorni rispetto al 21. 

La prima luna piena, quest’anno, è arrivata qualche ora prima.

In virtù di questo piccolo anticipo la prima data di luna piena utile è stata venerdì 19 aprile fissando la Pasqua per la domenica successiva, il 21. Per effetto di questi meccanismi matematici ed astronomici la data della Pasqua Cristiana è sempre compresa tra il 22 marzo (Pasqua bassa) ed il 25 aprile (Pasqua alta).

Tra l’altro il 21 marzo il nostro satellite si è posto nel cielo in modo splendido regalandoci tutta la sua bellezza. Era, infatti,  alla sua distanza minima dalla Terra (che noi chiamiamo Perigeo) a circa 356.000 km. 

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