Cliniche Veterinarie: non a tutte interessa la salute del vostro animale

clinica veterinariaChi possiede un animale, sa bene quanto amore i padroni nutrano verso un essere che è considerato parte integrante della famiglia stessa. Sarà per questi motivi che abbondano i negozi di animali specializzati in ogni sorta di oggetti e lussi necessari o spesso superflui, ed è pure per questo che si presta attenzione al benessere e alla salute degli amici a quattro zampe.

Lo sanno bene pure i proprietari delle costosissime Cliniche Veterinarie con annesso Pronto Soccorso h 24, tanto che se per caso vi troviate nella triste condizione di averne bisogno, fareste prima a chiedere un prestito in banca anziché fare affidamento alla professionalità e soprattutto al buon cuore di chi vi opera. Vi raccontiamo ciò che è successo domenica 30 settembre, in una nota clinica nei pressi di Roma Aurelia (di cui non faremo nome per ovvie ragioni).

Un cane viene investito e il soccorritore si offre di accompagnare il giovane proprietario (un ragazzo di 15 anni) alla sopra citata clinica. Ebbene, l’animale viene sottoposto ad ogni sorta di esami diagnostici e viene riscontrata un’emorragia interna e versamento alla milza (in gergo medico ematoma splenico ed emoperitoneo, con moderata quantità di versamento peritoneale emorragico alla laparocentesi), la quale dovrà essere asportata. Il cane viene trasferito in terapia intensiva per le cure” vitali e urgenti” e immediatamente viene effettuato un preventivo, per la prestazione di primo soccorso, pari a oltre € 200, In aggiunta, vista la gravità delle condizioni dell’animale, si richiede una degenza alla clinica di durata indefinita, alla modica cifra di € 180 a notte circa a notte.

Il ragazzo chiama subito la madre al telefono ( la quale si trovava a casa al momento dell’incidente) la quale, parlando con un’operatrice, dice di non essere in condizioni finanziarie tali da potersi permettere cure tanto esose. La risposta asciutta del personale medico e paramedico, dopo la consultazione con il Direttore Sanitario, lascia assolutamente basiti: se non si è in grado di saldare il conto, l’animale viene “addormentato”. Tradotto in parole povere significa SOPPRESSO!!!.

Ma la vicenda non è ancora finita e man mano che le ore passano assume contorni inquietanti: facendo leva sull’ ignoranza medica della proprietaria (alla quale, peraltro, è stata negata la possibilità di vedere con i suoi occhi lo stato di salute dell’animale), e sulla necessità di salvare il cane, una delle dottoresse afferma che il cane, qualora venisse portato a casa, potrebbe morire durante il tragitto. Non resta dunque che accettare il ricatto psicologico e fargli passare una notte tra le cure del personale addetto. La mattina seguente, la proprietaria decide di riportare a casa l’animale e di rivolgersi alla veterinaria di fiducia, ma immediatamente si scontra con un muro di gomma fatto di omertà e ricatti, neanche tanto sottili. Dal momento che la donna non intende saldare il debito, la Clinica non solo non intende rilasciare alcun documento relativo alla salute dell’animale, ma nemmeno intende proferire una diagnosi verbale o eventuali consigli sulla terapia da seguire.

Snervata dalla situazione, la proprietaria salda e seduta stante ottiene tutte le indicazioni mediche, terapeutiche e relativi esami diagnostici e strumentali. Dopo l’infelice odissea, il cane viene portato dalla veterinaria di fiducia, una professionista che da oltre 30 anni opera con successo nel campo medico, la quale già solo dall’esame delle mucose percepisce che l’animale gode di ottima salute. Effettua una visita completa e la diagnosi è: tanta paura e una contusione di moderata entità. Il cane dopo un giorno salta e corre felice come se non avesse mai subito alcun incidente e la milza è perfettamente sana. Non ci sono emorragie, nè versamenti.

Allora, verrebbe da chiedersi, come mai il quadro clinico è stato così fortemente esagerato, al punto da far temere per la vita stessa della povera bestiola? La risposta è una e soltanto una: La milza, è un organo che si toglie facilmente e non comporta rischi per la salute futura dell’animale. Non tutti i veterinari sono attrezzati per la sua asportazione, pertanto bisogna rivolgersi a strutture specializzate, come appunto le cliniche private, le quali per tali motivi stabiliscono parcelle da ro e proprio “monopolio”.

Insomma, il codice deontologico per gli animali non esiste, eppure esiste un codice parallelo, assolutamente privo di qualsiasi logica etica, che porta gli operatori di tali centri a fingersi “animalisti” per spellare i malcapitati.

di Simona Mazza

foto: ambulatorioveterinari

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