Ciclismo: domenica il Giro delle Fiandre, Sagan favorito tra muri e pavé

Ciclismo. Domenica prossima si corre il 103° Giro delle Fiandre, la corsa che, tradizionalmente, apre la “settimana santa” delle grandi classiche del nord. Le Fiandre sono la macro regione del Belgio dove si parla l’ olandese-fiammingo. L’altra è la Vallonia, francofona. In questa terra di campioni del ciclismo (Van Looy, Van Stembergeen, De Vlaeminck, Musseuw), tutti vanno in bicicletta e tutti aspettano questa corsa, che chiamano confidenzialmente “la Ronde“.

Quest’anno il percorso si snoda per 267 km da Anversa a Oudenaarde. Diciassette sono i “muri”: improvvise salite che spezzano il ritmo e le gambe a chi non vi è abituato. Cinque i tratti di pavè. Su queste strade risuonano ancora le gesta di un nostro grande campione, Fiorenzo Magni che, tra il 1949 e il 1951, ha trionfato per tre volte consecutive. Il trittico non è mai riuscito a nessun altro ciclista, tanto che il toscano è passato alla storia come il “Leone delle Fiandre“.

Da allora “la Ronde” non è stata avara per i nostri ciclisti che, spesso, hanno tagliato il traguardo per primi. Ricordiamo, tra i vincitori: Dino Zandegù, Moreno Argentin, Gianni Bugno, Bartoli e Tafi. Ultimo, nel 2007, il veneto Alessandro Ballan.

Una classica del ciclismo che varia spesso percorso

Il Giro delle Fiandre varia spesso percorso. Da tre anni a questa parte prende il via da Anversa. Quest’anno prevede i primi ottanta chilometri di perfetta pianura. Poi cominciano alcuni tratti di pavè. I primi otto “muri” sono raggruppati tra il km 147 e i cinquanta successivi. Apre il Vecchio Kwaremont, che poi incontreremo altre due volte, in accoppiata con il Paterberg.

Chiude questo primo “assaggio” niente meno che Il “muro” per antonomasia: il Grammont (in fiammingo, Geraardsbergen). Lungo poco più di 800 metri, per più della metà con un fondo in pavé, ha una pendenza media del 9,3%, con una punta del 20%, per un dislivello di circa 90 metri. E’ detto anche il Kapelmuur, per la piccola cappella che s’innalza in cima alla salita.

Il “Grammont” è la salita preferita dai campioni per lo scatto verso la vittoria. L’ultimo ad adottare vittoriosamente questa tattica fu proprio il nostro Alessandro Ballan. Quest’anno, però, il Grammont è situato troppo lontano dal traguardo (100 chilometri). Farà lo stesso selezione.

Trenta chilometri per “tirare il fiato” (si fa per dire) ed ecco un’altra delle mitiche salite: il Koppenberg. Si sviluppa per 500 metri quasi tutti in pavé, tra Oudenarde e Melgen, con la pendenza media dell’11% e un picco proibitivo del 22%. Poi, nel giro di una quarantina di chilometri, le due accoppiate Vecchio Kwaremont-Paterberg, di cui si è detto, inframmezzati da altri quattro muri. Infine, gli ultimi tredici chilometri di pianura verso il traguardo.

Chi è baciato dal pronostico in questa classica del ciclismo

Nonostante sia complessivamente inferiore di una trentina di chilometri alla Milano-Sanremo, il percorso del “Fiandre” è complessivamente più duro. Difficilmente si vede arrivare in volata il gruppo compatto. Possiamo, quindi, escludere tranquillamente dal pronostico i velocisti. Gli italiani, assenti dal gradino più alto del podio dalla vittoria di Ballan del 2007, non godono dei favori del pronostico. Ancora non completamente a punto Nibali, non sembra esserci spazio per lo sprinter Viviani, in questa corsa.

Tra i favoriti, brilla la stella dello slovacco Peter Sagan , tre volte campione del mondo, tra il 2015 e il 2017. Lasciatasi sfuggire la “Sanremo”, Sagan è in pool position per aggiudicarsi questa classica, che maggiormente gli si addice. Tra l’altro, se la è già aggiudicata nel 2016. A ruota, segue il vincitore uscente, l’olandese Niki Terpstra.

Chiaramente, non si può tralasciare di menzionare i campioni di casa: i fiamminghi Van Avermaet e Van Aert. Soprattutto il primo dei due, oro olimpico, attualmente in gran forma. Ma attenti anche al ceco Zdeněk Štybar che sembra puntare a questa vittoria. Il cronista, però, scommette su Peter Sagan vincente, magari in accoppiata con Niki Terpstra.

Fonte foto: Oasport

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