Champions League, Roma e Siviglia ai quarti. Imprese per Di Francesco e Montella

4D98BEAA-D0C2-4483-8FD9-5A0432BCAFD0Festa grande allo stadio Olimpico, il calcio italiano ha due squadre fra le migliori otto della Champions League e una di queste è la Roma di Eusebio Di Francesco. I giallorossi ottengono quell’1-0 che, dopo l’1-2 dell’andata, sufficiente per eliminare lo Shakhtar e superare lo scoglio degli ottavi di finale. Festeggiano i tifosi, sorride la società anche per il motivo che questo risultato significa incassare altri undici milioni di euro: un doppio regalo per il presidente Jim Pallotta per i suoi 60 anni.

A dare la vittoria alla Roma contro i giocolieri dello Shakhtar, dopo un primo tempo non esaltante, è stato un gol del solito Dzeko, splendidamente lanciato da Strootman (tra i migliori e tornato quasi ai livelli prima dell’infortunio) e abile a far passare la sfera sotto le gambe di Pyatov in uscita. Il bosniaco risponde sempre presente negli appuntamenti che contano, basti ricordare quanto ha fatto nella fase a gironi nelle due sfide contro il Chelsea che non a caso poi a gennaio ha cercato di acquistarlo. Il suo rifiuto a Conte quanto mai felici per tutti i tifosi della Magica…

La gara della squadra di Eusebio Di Francesco è stata matura, questo l’aggettivo che secondo chi scrive la definisce al meglio. Nel primo tempo la Roma non si è fatta prendere dalla frenesia del gol a tutti i costi e si è mossa in modo prudente lasciando il possesso palla ai rivali. I primi 20 minuti sono stati di sofferenza tattica dal momento che non riusciva ai giallorossi il pressing in modo efficace. Tuttavia, essere padroni del gioco non è servito allo Shakhtar a rendersi pericoloso, Alisson è rimasto praticamente inattivo. Unico brivido un tiro di Fred finito alto, mentre da parte della Roma c’e’ stato un bel cross di Kolarov dalla sinistra a centro area, che nessuno ha saputo sfruttare. Durante il primo tempo la Roma ha cominciato a prendere le misure all’avversario terminando la frazione in parità e in crescendo. La ripresa si è aperta nel modo in cui tutti all’Olimpico (a parte gli 800 sostenitori dello Shakhtar) speravano, ovvero con il gol di Dzeko al 6′, frutto di una maggiore coesione di squadra e di un pressing efficace. L’azione del gol poi è un manifesto del calcio verticale spesso chiesto da Di Francesco ai suoi e non sempre applicato dai suoi nel corso della stagione, soprattutto in casa. Tre passaggi per arrivare in porta, compreso l’assist pregevole di Kevin Strootman per Edin Dzeko che solo davanti al portiere Pyatov non ha sbagliato regalando il vantaggio e la qualificazione momentanea. Dieci minuti dopo il centravanti bosniaco ha sfiorato il doppio vantaggio con un bel tiro dopo un passaggio di Nainggolan. Poi ancora Dzeko ha calciato fuori al 21′ st. Al 33′ della ripresa il bosniaco ha provocato l’espulsione del difensore avversario Butko, che su di lui ha commesso fallo da ultimo uomo. Prima che venisse calciata la successiva punizione, brutto episodio con protagonista in negativo Ferreyra che, andato a bordo campo, ha spintonato e fatto cadere a terra un raccattapalle, poi portato via dagli addetti all’assistenza sanitaria. Per questo c’è stato un accenno di rissa generale, poi la partita è ripresa con il forcing finale dello Shakhtar che però ha prodotto soltanto una pericolosa incursione in area del duo Taison-Ismaily senza effetti concreti.

La Roma è nei quarti di finale della Champions, un traguardo meritato ampiamente per quanto fatto vedere nella fase a gironi e nel doppio confronto contro lo Shakhtar di Fonseca.

A completare la bella serata per i tifosi giallorossi ci si e’ messo anche il Siviglia dell’Aeroplanino Montella, quello dei 4 gol alla Lazio in un derby ed ex allenatore della Roma, che ha eliminato lo United di Mourinho: e forse è proprio l’ex squadra del ds Monchi la rivale che ora la Roma giallorossa sogna di trovare per un doppio derby del cuore.

E proprio l’impresa del Siviglia è la più grande sorpresa di questi ottavi di Champions. Ben pochi ci credevano, invece Vincenzo Montella e il suo Siviglia hanno messo a segno una vera impresa vincendo 2-1 all’Old Trafford ed eliminando il Manchester United di Mourinho. Un risultato, l’accesso ai quarti, straordinario per la squadra spagnola – che da addirittura 60 anni non arrivava così in alto nella massima competizione europea pur avendo vinto tre Europa League di seguito – e incredibile anche per Montella che dopo la grande delusione, conclusa con l’esonero, sulla panchina del Milan, ora si trova a guidare una delle migliori otto squadre d’Europa.

Lo 0-0 dell’andata in Spagna concedeva, sulla carta, poche chance al Siviglia contro una corazzata guidata da un tecnico abituato a queste sfide e che vedeva nella Champions il principale motivo di riscatto stagionale. Ma spesso lo 0 a 0 si dimostra risultato difficile da ribaltare. Lo United, infatti, non è stato in grado di mettere le necessaria pressione sulla difesa spagnola nonostante la grande spinta del pubblico proprio per timore di prendere un gol e complicare irrimediabilmente la qualificazione.

E’ proprio quello è avvenuto nella ripresa… Mourinho ha provato la carta Pogba ma poco è cambiato mentre Vincenzo Montella ha centrato il cambio: Ben Yedder per Muriel. Il francese, nel giro di quattro minuti tra il 29′ e 33′ è andato a segno per ben due volte – la seconda grazie ad un clamoroso errore di De Gea – e ha messo il Siviglia nelle condizioni di centrare una storica qualificazione. Il Manchester avrebbe dovuto segnare tre gol per evitare la figuraccia, invece ci è riuscito solo una volta e troppo tardi, con Lukaku al 39′. Niente da fare per i red devils apparsi timorosi e con un gioco troppo approssimativo per questi livelli. Alla vigilia Mourinho aveva elogiato la scuola italiana per l’abilità in fase difensiva: ha constatato che Montella è un tecnico preparato capace di dare un gioco e un’identità offensiva moderna alle sue squadre. Al contrario del tecnico portoghese che non riesce ad incidere sul carattere di questo Manchester e non riesce a diventare una squadra: i campioni non bastano. E il paragone con l’altra squadra di Manchester appare, in questo momento, irriverente. Guardiola è riuscito a coniugare gioco e campioni.

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